La sentenza della Corte Federale di Appello aveva regalato un sospiro di sollievo a Daniele Bracciali e Potito Starace. La loro radiazione per il presunto illecito di Barcellona 2011 era diventata una squalifica di un anno (più 20.000 euro di ammenda) per Bracciali e assoluzione completa per Starace. Il campano, tra l'altro, ha ripreso a giocare in Serie A1 con il club romano del Due Ponti. Come ci aveva anticipato, Bracciali si è rivolto al terzo grado di giudizio, il Collegio di Garanzia del CONI. Quest'ultimo non può entrare nel merito della faccenda, ma soltanto sugli aspetti formali. Ed è proprio su questo punto che battono gli avvocati dell'aretino, Filippo Cocco e Alberto Amadio.La richiesta è chiara: vogliono l'annullamento del procedimento di primo grado (quello del Tribunale Federale FIT, che aveva decretato la radiazione) perché la sentenza era giunta oltre i 90 giorni previsti dai regolamenti. Tale punto era stato oggetto di lunghe discussioni durante il processo di secondo grado, con la difesa Bracciali che aveva sempre sostenuto come le richieste di sospensione fossero arrivate solo dalla difesa di Starace. In via subordinata, Cocco e Amadio chiedono che a Bracciali venga cancellata – per avvenuta prescrizione – l'infrazione dell'articolo 1 del Regolamento di Giustizia FIT, quella che ha generato i 12 mesi di squalifica (in due parole, il Collegio lo aveva punito perché si era comunque prestato a parlare con figure equivoche come Manlio Bruni, pur senza la prova di tentate o avvenute combine). Come aveva spiegato lo stesso Bracciali nel nostro Podcast, il Collegio di Garanzia CONI può esprimersi solo su questo e non su altro. In altre parole, la sanzione o resterà tale o sarà annullata. Il suo obiettivo è tornare in campo per la stagione australiana, mentre l'attuale sanzione gli consentirebbe di tornare in campo solo a febbraio. Il Collegio di Garanzia dovrà esprimersi anche sui ricorsi depositati dalla Procura Generale dello Sport e della Procura Federale FIT, che avevano operato insieme in sede di indagine. Per nulla soddisfatte della sentenza della Corte Federale di Appello, hanno presentato un ricorso diametralmente opposto a quello di Bracciali. Riportiamo testualmente cosa chiedono le due procure al Collegio CONI. "In via principale, in accoglimento della presente impugnazione e in integrale riforma della gravata decisione, di decidere la controversia senza rinvio e quindi di condannare Daniele Bracciali alla sanzione della radiazione, oltre che al pagamento della somma di 40.000 euro e Potito Starace alla sanzione della radiazione oltre che al pagamento della sanzione pecuniaria di 20.000 euro, per la contestata violazione dell'art. 1, comma 2, dell'art. 2 e dell'art. 10 del Regolamento di Giustizia della FIT ovvero alla sanzione che il Collegio riterrà congrua; in via subordinata, di accogliere la presente impugnazione e, per l'effetto, di rinviare gli atti all'organo che ha emesso la ripetuta decisione, enunciando il principio al quale il giudice di rinvio deve uniformarsi, conformemente a quanto esposto nei motivi di impugnazione". (Riccardo Bisti)
La sentenza della Corte Federale di Appello aveva regalato un sospiro di sollievo a Daniele Bracciali e Potito Starace. La loro radiazione per il presunto illecito di Barcellona 2011 era diventata una squalifica di un anno (più 20.000 euro di ammenda) per Bracciali e assoluzione completa per Starace. Il campano, tra l'altro, ha ripreso a giocare in Serie A1 con il club romano del Due Ponti. Come ci aveva anticipato, Bracciali si è rivolto al terzo grado di giudizio, il Collegio di Garanzia del CONI. Quest'ultimo non può entrare nel merito della faccenda, ma soltanto sugli aspetti formali. Ed è proprio su questo punto che battono gli avvocati dell'aretino, Filippo Cocco e Alberto Amadio.
La richiesta è chiara: vogliono l'annullamento del procedimento di primo grado (quello del Tribunale Federale FIT, che aveva decretato la radiazione) perché la sentenza era giunta oltre i 90 giorni previsti dai regolamenti. Tale punto era stato oggetto di lunghe discussioni durante il processo di secondo grado, con la difesa Bracciali che aveva sempre sostenuto come le richieste di sospensione fossero arrivate solo dalla difesa di Starace. In via subordinata, Cocco e Amadio chiedono che a Bracciali venga cancellata – per avvenuta prescrizione – l'infrazione dell'articolo 1 del Regolamento di Giustizia FIT, quella che ha generato i 12 mesi di squalifica (in due parole, il Collegio lo aveva punito perché si era comunque prestato a parlare con figure equivoche come Manlio Bruni, pur senza la prova di tentate o avvenute combine). Come aveva spiegato lo stesso Bracciali nel nostro Podcast, il Collegio di Garanzia CONI può esprimersi solo su questo e non su altro. In altre parole, la sanzione o resterà tale o sarà annullata. Il suo obiettivo è tornare in campo per la stagione australiana, mentre l'attuale sanzione gli consentirebbe di tornare in campo solo a febbraio.
Il Collegio di Garanzia dovrà esprimersi anche sui ricorsi depositati dalla Procura Generale dello Sport e della Procura Federale FIT, che avevano operato insieme in sede di indagine. Per nulla soddisfatte della sentenza della Corte Federale di Appello, hanno presentato un ricorso diametralmente opposto a quello di Bracciali. Riportiamo testualmente cosa chiedono le due procure al Collegio CONI. "In via principale, in accoglimento della presente impugnazione e in integrale riforma della gravata decisione, di decidere la controversia senza rinvio e quindi di condannare Daniele Bracciali alla sanzione della radiazione, oltre che al pagamento della somma di 40.000 euro e Potito Starace alla sanzione della radiazione oltre che al pagamento della sanzione pecuniaria di 20.000 euro, per la contestata violazione dell'art. 1, comma 2, dell'art. 2 e dell'art. 10 del Regolamento di Giustizia della FIT ovvero alla sanzione che il Collegio riterrà congrua; in via subordinata, di accogliere la presente impugnazione e, per l'effetto, di rinviare gli atti all'organo che ha emesso la ripetuta decisione, enunciando il principio al quale il giudice di rinvio deve uniformarsi, conformemente a quanto esposto nei motivi di impugnazione". (Riccardo Bisti)
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