L'americana gioca a velocità impressionanti e non lascia scampo alla Vinci. L'arrivo di Mats Wilander ha prodotto una scossa mentale: se riduce il numero di errori, può arrivare in fondo. La Vinci gioca il punto più fortunato del 2016, ma non basta. 

Osservando Madison Keys sono spuntate un paio di osservazioni. La prima: “Per favore, datele il porto d'armi!”. Nel 6-4 6-4 con cui ha eliminato Roberta Vinci, l'americana ha messo in mostra un tennis potentissimo. Una forza della natura con servizio e dritto, ma capace di fare male anche con il rovescio. Abbiamo ritrovato la giocatrice che poco più di un anno fa centrava la semifinale in Australia e impressionava Serena Williams. Seconda osservazione: “Madison, dove ti eri cacciata?”. Prima di Miami, il suo 2016 è stato pessimo. Non ne aveva azzeccata una, tanto da scendere al numero 24 WTA e addirittura fuori dalle top-50 della classifica stagionale, una “Road to Singapore” che dovrebbe vederla tra le protagoniste. Invece si è presentata a Miami con due soli tornei nelle gambe: la sconfitta negli ottavi a Melbourne per mano di Shuai Zhang e l'immediato KO a Indian Wells. Ok, c'è stato l'infortunio (per certi versi drammatico) patito a Melbourne, ma qualcosa non funzionava. L'uscita di scena di Lindsay Davenport l'ha messa in difficoltà, ma gli impegni familiari della ex numero 1 l'hanno obbligata a cessare la collaborazione. Al suo angolo si è seduto Jesse Levine, ex discreto giocatore americano, poi diventato canadese. Giovane, magari bravo, ma ancora inesperto. E così, alla vigilia del Miami Open, la notizia: ecco Mats Wilander, ex grande campione, 52 anni di esperienza e un palmares ancora più ricco di quello della Davenport. Dopo il ritiro, il simpatico Mats non è mai uscito dal giro: gioca il Senior Tour, ha allenato Safin e Mathieu, oltre al team svedese di Coppa Davis, ma è noto soprattutto per il ruolo di opinionista su Eurosport. Nel circuito femminile aveva una sola esperienza, peraltro datata, con Tatiana Golovin. Eppure la Keys ha creduto in lui.


BOMBARDAMENTO A TUTTO CAMPO

Intendiamoci: qualche allenamento non può aver cambiato le cose. Però c'è stata una scossa psicologica, simile a quelle che vediamo nel calcio quando si cambia l'allenatore. Levine è ancora al suo posto ed è sceso in campo a fine primo set, quando Madison ha chiesto l'intervento del coach. Doveva fare il punto della situazione e nulla di più, perché aveva ridotto Roberta Vinci a comparsa. Nel solo primo set, Madison aveva sparato la bellezza di 23 colpi vincenti (contro i 2 dell'azzurra). Ha commesso anche 18 errori gratuiti, ma il dato fa riflettere: quando terrà in campo qualche palla in più, beh, rischia di essere devastante. Ciò che impressiona è la velocità di palla. La Vinci era costantemente in difesa, costretta a ridurre i movimenti perché arrivavano missili da tutte le parti. Di solito i colpi perdono potenza dopo il rimbalzo: i dritti della Keys no. Un bombardamento vero e proprio. La Vinci si è trovata nella scomoda posizione di non avere voce in capitolo. Tutto quello che succedeva era merito (o colpa) della Keys. E allora diventava fondamentale il servizio, con cui l'americana è stata devastante per un set e mezzo. Neanche l'ombra di una palla break fino al 6-4 4-3.


IN CERCA DI CONTINUITA'

Il momento più intenso è arrivato sul 3-3 nel secondo. Sotto 0-40, la Vinci ha cancellato cinque palle break e il match sembrava giunto a un bivio. Ma la sesta è stata quella buona, poiché Madison ha continuato a sparare a occhi…aperti. Questa è la notizia più importante: oltre alla potenza, la Keys ha mostrato un minimo discernimento tattico. Al cambio di campo, Francesco Cinà ha invitato la pugliese ad essere aggressiva e prendere la rete. La tattica ha funzionato e sono arrivate le uniche palle break della partita, una dopo l'altra. Il rimpianto è sulla seconda, dove Roberta ha avuto un passante di dritto non impossibile ma gli è rimasto un po' alto, comodo per la volèe della Keys. Il resto è stato un rapido scorrere verso il 6-4 6-4 finale, anche se la Vinci ha vinto uno dei punti più curiosi degli ultimi anni, conquistando il 4-5 con uno smash…“lisciato”: la palla avrebbe potuto finire chissà dove, invece è venuta fuori una smorzata imprendibile. Risate per entrambe, sorrisi anche alla stretta di mano. Negli ottavi, la Keys affronterà Irina Camelia Begu in vista di un possibile quarto contro Angelique Kerber (fortunata a usufruire del ritiro della Bertens dopo che aveva perso nettamente il primo set). Se continua così può arrivare in fondo. Il compito di Mats Wilander sarà proprio questo: darle continuità. Dovesse farcela, saranno dolori. Per le altre.  

WTA PREMIER MANDATORY MIAMI – IL TABELLONE