La vicinanza con il Masters fa cadere come birilli i favoriti. Dopo Djokovic, cadono anche Murray e Del Potro. Nei quarti avremo Tipsarevic-Janowicz e Llodra-Querrey.
Jerzy Janowicz aveva già battuto Murray in Coppa Davis
Di Gianluca Roveda – 2 novembre 2012
Urge cambiare data. Nadal rotto, Federer assente, Djokovic distratto, Murray sconfitto. Se aggiungiamo la brutta sconfitta di Juan Martin Del Potro, i risultati del Masters 1000 di Parigi Bercy (2.427.925€, indoor), sembrano un bollettino di guerra. Per la prima volta dopo due anni esatti, un Masters 1000 avrà un vincitore diverso dai Fab Four. L’ultimo "estraneo" a vincere era stato Robin Soderling proprio a Bercy nel 2010. Segno che questo torneo ha urgente bisogno di un restyling. Non tanto come organizzazione, quanto di data. Già sofferente negli anni scorsi, quest’anno è stato definitivamente affossato dalla decisione di “attaccarlo” alle ATP World Tour Finals. Parigi finirà domenica, i primi match alla 02 Arena si giocheranno lunedì: normale che i giocatori non avessero nessuna intenzione di affaticarsi e rischiare. Guy Forget, direttore del torneo, spinge da tempo per uno spostamento a febbraio. Non sappiamo se l’idea andrà in porto: di sicuro non si può andare avanti così, con Djokovic che va avanti 6-0 2-0 con Querrey e poi si fa battere (ok, il padre stava male, ma a Monte Carlo aveva giocato ancora meglio dopo la morte del nonno). Solito discorso per Murray, battuto dal promettente Jerzy Janowicz, corazziere polacco che a inizio anno era numero 221 ATP e dopo questo torneo si getterà a pesce tra i top-50. Jerzy gioca bene, sarebbe stato avversario difficile. Ma Murray non può andare avanti 7-5 5-4 e 40-30 e farsi rimontare. E’ il terzo torneo di fila in cui perde dopo aver sciupato un matchpoint. Gli era successo a Tokyo contro Nishikori e a Shanghai contro Djokovic. “Vedete che a Londra non succederà” ha detto, come a dire che di questo torneo non gli importava niente. Alle cadute dei giganti si aggiunge quella di Juan Martin Del Potro, che dopo nove vittorie consecutive ha pensato bene di far godere i francesi facendosi battere da Michael Llodra, che al Palais Omnisport vanta già una semifinale.
E allora il torneo si apre a qualsiasi soluzione. I francesi si consolano con un piccolo record: non era mai successo che approdassero in tre ai quarti di finale. Quest’anno avremo Llodra, Tsonga e Simon. E chissà che non ci scappi il titolo: l’ultimi galletto a imporsi fu proprio Tsonga, strepitoso nel 2008 contro David Nalbandian. In un torneo in cui fanno la differenza le motivazioni, non sorprende l’avanzata di Tomas Berdych: il ceco ha vinto nel 2005 quando aveva appena 20 anni. Non ha saputo mantenere le promesse (almeno per intero), ma Bercy gli è rimasto nel cuore e gli ha dato la forza di lottare per battere 6-4 al terzo l’insidioso Anderson. David Ferrer ha mostrato la consueta professionalità, spallettando fino a mezzanotte per battere quel Wawrinka da cui aveva perso a Cincinnati. E’ il giocatore di più alta classifica, ma adesso avrà un test durissimo contro Tsonga. Passa ai quarti anche Janko Tipsarevic, che grazie alla vittoria su Juan Monaco si è assicurato l'ultimo posto disponibile per il Masters. Anche l’anno scorso chiuse al numero 9 e giocò due partite in sostituzione di Murray. Stavolta partirà titolare grazie all’assenza di Nadal. Mentre Tsonga-Ferrer e Simon-Berdych sono due partite che ci possono stare, oggi vivremo due quarti “alternativi”: Tipsarevic-Janowicz e Llodra-Querrey. L’imprevedibilità va benissimo, ma gli organizzatori non saranno contenti. I disastri di Bercy 2012 potrebbero dare la definitiva spallata a una collocazione suicida.
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