Il bolognese vince una partita durissima contro Stefano Travaglia. A due punti dalla sconfitta, se la cava con l'esperienza. "Comunque sono più avanti rispetto a quel che pensavo". Adesso c'è Raonic.

Da Roma, Riccardo Bisti – 12 maggio 2014
(Foto Tonelli-FIT)

 
Il ricordo era di quelli nefasti. Un paio d’anni fa, mentre viveva un momento molto difficile, Simone Bolelli perse una brutta partita contro Sam Querrey sulla SuperTennis Arena, oggi denominata Grandstand. Certo, nel 2008 aveva battuto Simon sullo stesso campo. Ma era un’altra epoca. Chissà cosa avrà pensato quando hanno collocato il suo match contro Stefano Travaglia proprio su quel campo. E chissà cosa gli sarà passato per la testa quando il marchigiano gli ha scippato il primo set, in virtù di un break al sesto game. Un disastro. E pensare che Simone era reduce da 12 vittorie di fila, sommate tra Vercelli, Tunisi e la pre-qualificazioni romane. E’ un giocatore in ripresa, prossimo al rientro tra i top-100. 45 punti ATP contro il numero 296 erano un bottino troppo invitante, eppure “Steto” non aveva nessuna intenzione di mollare. Dopo essere stato l’eroe del weekend, ha provato a prolungare la favola con una prestazione tutto cuore, ma anche testa. Se li indicava continuamente mentre si voltava verso il suo angolo, dove c’erano il coach Sebastian Vazquez, il preparatore atletico Rodrigo Zalynas , la mamma e la fidanzata. Con un gran servizio (prime palle oltre i 200 km/h) e un dritto mortifero, specie in contropiede, non ha avuto problemi fino al 6-3 1-0 e servizio. Sul 3-5, Bolelli ha avuto una palla break per tornare in partita, annullata da una “finta” di pregevole fattura: guardava da una parte, ha tirato dall’altra, irridendo l’avversario. Todd Martin era specializzato in questi colpi. Simone, tuttavia, è rimasto in partita e ha trovato la chiave per arginare la valanga: insistere sul rovescio di Travaglia, colpo ancora molto irregolare. Alla fine, l’ascolano commetterà una trentina di errori gratuiti solo con questo fondamentale. Simone trovava l’immediato controbreak, poi si aggiudicava il secondo set al termine di un game durissimo, al quarto setpoint (dritto steccato da Travaglia, che aveva annullato i primi due con altrettanti ace a 209 e 2011 km/h).

TRAVAGLIA A DUE PUNTI DAL SOGNO
Chi pensava a un terzo set di routine, è rimasto deluso. Travaglia era a suo agio (ottimo segnale per il futuro), e prendeva (a sorpresa) un break di vantaggio. Lo conservava fino al 5-4, usando con frequenza la palla corta, molto efficace contro gli spostamenti così così di Bolelli. Al momento di servire per il match, tuttavia, il braccio ha tremato. Si muoveva con agitazione, si è fatto prendere dalla frenesia e ha completamente perso il rovescio. Un paio di colpi sparacchiati out hanno rimesso in pista Bolelli, che poi ha avuto un paio di matchpoint sul 6-5. Stavolta Travaglia ha trovato il tie-break, ma si è subito trovato indietro 4-1. Ha rimontato fino al 4-4 (strepitosa un combinazione palla corta-passante), ma ormai il rovescio lo aveva abbandonato. E i 45 punti ATP, così preziosi, sono andati a Bolelli. Al secondo turno se la vedrà con Milos Raonic, super-bombardiere canadese allenato da Riccardo Piatti. Il coach comasco si è anche visto in tribuna, accompagnato al figlio Rocco. Piatti è stato anche allenatore di Bolelli tra il 2009 e il 2010, quindi ne conosce tutti i segreti. Fare match pari con il canadese è possibile, ma c’è bisogno di un Bolelli più competitivo, più reattivo in risposta e con le gambe. Quel che conta, tuttavia, è il ritorno a certi livelli, con tanto di vittoria al primo turno. Dopo tre mesi nei challenger (e la parentesi di Monte Carlo), Bolelli è di nuovo nel suo habitat. Lo sa, e per questo si è accucciato su se stesso dopo l’ultimo dritto vincente. L’ennesimo mattone di una nuova costruzione è stato piazzato.

BOLELLI: "NON VOGLIO METTERMI PRESSIONE"
In conferenza stampa si è presentato un Bolelli sollevato, sinceramente sorpreso dal rendimento di Travaglia. “Era un derby molto sentito. Io ho iniziato piuttosto ma e, lo ammetto, mi ha sorpreso. Ho rincorso per tutta la partita, ma alla fine sono riuscito a vincere, facendolo giocare un po’ nei punti importanti. E’ una vittoria preziosa per il morale, ma anche per la classifica. Comunque lui ha giocato un gran match, mi ha sorpreso con alcune fiammate di rovescio”. Secondo Bolelli, la chiave di questa partita è stata la pazienza, frutto di un’esperienza maggiore. “In effetti lui ha avuto un po’ di fretta, per esempio sulla palla break che mi ha portato sul 5-5. Certo, ha anche tirato alcune fiammate di rovescio lungolinea che mi hanno sorpreso”. In vista di Raonic, Simone ha detto che cercherà di essere attento in risposta e cercherà di prendere in mano il gioco il prima possibile. Più in generale, il “Bole” è soddisfatto del momento. “Non pensavo di essere già al numero 160 ATP dopo tre mesi di attività, sono sicuramente avanti rispetto a quel che pensavo. Se non avessi vinto il challenger di Bergamo in febbraio, sarei precipitato al numero 600. Ad opgni modo, cerco di vivere questa risalita senza farmi troppe aspettative o pressioni. Ovviamente vorrei già essere numero 50 del mondo, ma la strada è lunga. Forse avrei potuto fermarmi prima e bloccare la classifica, ma ormai è andata. Il lato positivo è che posso giocare senza punti da difendere”.