Match paradossale dell'azzurro: sempre sotto nel punteggio, guadagna in extremis il tie-break del terzo set, poi si fa male alla schiena e decide di lasciare andare il braccio. A suon di vincenti trascina Tomic al quarto e lo impegna a lungo, ma si arrende 6-4 6-2 6-7 7-5.Di match curiosi, in undici mesi di circuito, se ne vedono parecchi. Ma se come per il cinema ci fosse un Oscar, il secondo turno dell'Australian Open fra Simone Bolelli e Bernard Tomic meriterebbe almeno una candidatura. Teatro la Margaret Court Arena, attore protagonista l’azzurro, uscito sconfitto 6-4 6-2 6-7 7-5 dopo tre ore e un minuto, al termine di un match dai due volti. Il primo scuro, interamente favorevole a Tomic, fino al 6-4 6-2 5-4 e servizio, con il bolognese completamente schiavo del tennis dell’australiano, che nelle ultime settimane ne ha combinate un paio delle sue, ma entrambe nate dal desiderio di presentarsi al top a Melbourne. Il secondo, invece, sorridente a favore del bolognese, che proprio quando pareva l’ora di imboccare il tunnel degli spogliatoi si è regalato la chance di raddrizzare una prestazione sin lì insufficiente. Come? Prima prendendosi il 5-5 convertendo la sua prima palla-break del match, e poi accusando un problema alla schiena. No, non è uno scherzo: è paradossale ma è così. Nel primo punto del tie-break, in uscita dal servizio l’azzurro ha sentito una fitta alla parte basse della schiena (già trattata nel match con Baker), che da quel momento ne ha limitato gli spostamenti e rallentato la velocità alla battuta. Ma invece che fermarsi ha manifestato il problema il meno possibile, trovando un tennis funzionale alle sue condizioni: pochi passi, tanta potenza. Anche se pare che se lo dimentichi un po’ troppo spesso, per uno come lui è lo schema ideale. E così è entrato nel match: è sempre stato avanti nel tie-break, l’ha chiuso con un ace e poi ha chiamato il fisioterapista, spiegando (a quanto si è capito) di avere problemi già da domenica. E al rientro in campo ha continuato sulla sua strada, liberando la mente e lasciando andare il drittone a ogni occasione utile. La gran parte dei colpi sono rimasti in campo, e ne è derivato un tennis decisamente migliore rispetto ai tre set precedenti.
UNA LEZIONE PER I PROSSIMI MATCH?
La situazione ha un po’ sorpreso Tomic, che insieme alla stanchezza e a un vistoso calo in risposta ha manifestato qualche difficoltà tattica, offrendo troppo spesso all’azzurro delle soluzioni comode. A tratti, è parso di rivedere il famoso ottavo di finale del Roland Garros fra Fabio Fognini e Albert Montanes, quando l’azzurro la spuntò malgrado uno stiramento muscolare, colpendo al massimo ogni palla. Così facendo, game dopo game Bolelli ha tenuto testa al numero 17 del ranking ATP, salvando col diritto un match-point sul 5-4 e iniziando ad alimentare addirittura qualche speranza di quinto set. Nel box di Tomic sono arrivate le paure, specialmente sul volto tesissimo di papà John, mentre all’angolo di Simone hanno iniziato a crederci un po’ tutti. Dal preparatore Stefano Baraldo, new entry da fine 2015, a Federico Torresi, che a quanto si apprende dal nuovo sito ufficiale di Simone dovrebbe essere diventato il suo coach full-time (di Giorgio Galimberti, infatti, non c’è alcuna traccia). Tuttavia, anche se l'azzurro avesse vinto il quarto set sarebbe stato praticamente impossibile farcela al quinto. Bastava muoverlo un tantino per raccoglierne gli errori, e non appena Tomic ha recuperato un po’ di lucidità è arrivato il break decisivo. Bravo l’australiano – che in premio avrà il connazionale Millman – a non lasciarsi beffare (non sarebbe stato il primo), comunque bravo Bolelli a provarci nonostante le difficoltà. Nell’intervista di dicembre ci aveva rivelato di puntare forte sul 2016, con l’obiettivo di stare bene fisicamente. Al terzo torneo dell’anno, ecco già i primi problemi. L’augurio è che quell’oretta all’insegna dell’orgoglio non abbia peggiorato la situazione della schiena, e serva da esempio per i mesi successivi. Non sempre spingere al massimo ogni palla è la soluzione, ma uno col suo braccio ci dovrebbe provare più spesso.
AUSTRALIAN OPEN – Secondo turno
Bernard Tomic (AUS) b. Simone Bolelli (ITA) 6-4 6-2 6-7 7-5
Circa l'autore
Post correlati
Essere vulnerabili, e ammetterlo, è una grande risorsa
Vulnerabili lo siamo tutti, anche e soprattutto i tennisti, in un’epoca in cui la pressione per il risultato è...