Bella impresa del doppio azzurro, che sconfigge in tre set gli specialisti Rojer-Tecau. E’ la prima finale Slam di una coppia italiana nell’Era Open. Gli ultimi a fare qualcosa del genere furono Nicola Pietrangeli e Orlando Sirola nel 1959.
L'ultima emozione del genere risaliva a 56 anni. Nel 1959, insieme al fido Orlando Sirola, Nicola Pietrangeli vinse il Roland Garros. Con l’altissimo Orlando giocò (e perse) altre due finali: Parigi 1955 e Wimbledon 1956. Da allora, nonostante alcuni doppi di buon livello (Panatta-Bertolucci su tutti), l’Italia non si era mai nemmeno avvicinata a un risultato del genere. Che Fabio Fognini e Simone Bolelli avessero trovato l’alchimia giusta era chiaro. La semifinale allo Us Open 2011 (persa da Melzer-Petzschner) era il sintomo che la coppia funzionava. Simone ha un servizio inavvicinabile e spinge da fondo, Fabio si muove come un gatto e sa essere funambolico sotto rete. Insomma, martello e ape. Due anni fa giocarono un’altra semifinale, stavolta in Australia (ceduta ai gemelli Bryan), poi l’infortunio di Simone bloccò il progetto. I due sono ripartiti l’anno scorso in Davis, ma senza la possibilità di farlo nei tornei, giacchè Bolelli era impegnato nella risalita in singolare. Adesso che nell’elite è tornato anche lui, Bole-Fogna hanno progetti super. Tra questi, il raggiungimento delle ATP World Tour Finals. Giusto 12 mesi fa, in un’intervista con TennisBest, Bolelli disse che il Masters 2015 avrebbe potuto essere un obiettivo ragionevole. Lo è ancora di più dopo il bel successo sul duo olandese-rumeno composto da Jean Julien Rojer e Horia Tecau. Nomi poco conosciuti, ok, ma specialisti di lunga data e dal palmares importante. Non a caso erano numero 6 del tabellone. Ma i nostri sono più forti e si è visto sin da subito, con un break al terzo game. Un brutto turno di battuta di Fognini li ha rimessi in carreggiata, ma gli azzurri hanno di nuovo preso il largo e si sono aggiudicati il primo.
RISCOSSA NEL FINALE
Il fisiologico attimo di distrazione in avvio di secondo è costato caro, con Rojer-Tecau subito avanti 3-0 e bravi e resistere fino al 6-3. Il terzo set era diventato un piccolo dramma, soprattutto quando Fognini incassava un altro break nonostante un’accanita resistenza sull’ultimo punto: recuperava due smash dal bidone della spazzatura, ma sul terzo non c’era niente da fare. C'erano tre chance nel game successivo (cancellate da due buoni servizi di Tecau e da un passante in rete di Fabio), ma Rojer-Tecau salivano sul 3-1. A quel punto bisognava fare una scelta: mostrare chi è più forte oppure accontentarsi. Fabio e Simone hanno scelto la via più ardita e sono stati premiati con cinque giochi consecutivi. Sul 4-3, Fabio era perfetto in risposta e il suo lungolinea sanciva il 5-3. Nell’ultimo game, Bolelli è stato più forte di qualche sinistro segnale: il primo matchpoint andava via con una fortunosa risposta di Tecau (riga piena!), il secondo si infrangeva sul nastro (volèe di Fognini), ma il terzo era quello buono. E allora via con i festeggiamenti. Il doppio non vale il singolare, ma permette di giocare in palcoscenici importanti ed è molto competitivo, soprattutto ad alti livelli. Ci sono coppie e giocatori che tengono duro da anni, a partire dai gemelli Bryan. E il Masters di Londra, in effetti, è un happening di assoluto prestigio. Gli azzurri sono stati bravi e hanno avuto anche un pizzico di fortuna: quando i Bryan (possibili avversari in semifinale, proprio come due anni fa) sono stati eliminati da Inglot-Mergea, hanno capito che si poteva fare. Non hanno nemmeno dovuto incontrare Peya-Soares (n. 5 del tabellone), ma il traguardo è più che meritato perchè hanno battuto Paes-Klaasen, Cuevas-Marrero e gli stessi Rojer-Tecau. Coppie di tutto rispetto.
HERBERT-MAHUT, ULTIMO OSTACOLO
Adesso il sogno-Slam è ad un passo. Nella sessione serale di sabato, dopo la finale del singolare femminile, si giocheranno il titolo contro la coppia tutta francese composta da Nicolas Mahut e Pierre Hugues Herbert. La loro presenza è ancora più sorprendente di quella degli azzurri, ma più che meritata: dal secondo turno in poi, hanno battuto soltanto teste di serie: Cabal-Farah (n. 11 del draw) Qureshi-Zimonjic (n. 8), Benneteau-Roger Vasselin (n. 2) e Dodig-Melo (n. 4). Insomma, se la sono guadagnata. In palio, oltre a tanti punti, un gruzzolo importante: la coppia vincitrice porterà a casa 575.000 dollari australiani (circa 400.000 euro, 200.000 a testa), ma anche la finale ne garantisce 285.000. Adesso c’è da giocarsi un pezzo di storia: Orlando Sirola farà il tifo da lassù. Il buon Nicola Pietrangeli, invece, sarà attaccato alla TV. Dopo le prodezze di Errani-Vinci (che di Slam ne hanno vinti cinque), anche il doppio maschile può regalarci gioie importanti. E, fino a qualche tempo fa, del tutto inattese.
AUSTRALIAN OPEN 2015
Doppio Maschile SEMIFINALI
S. Bolelli / F. Fognini (ITA-ITA) b. J.J Rojer / H. Tecau (NED-ROM) 6-4 3-6 6-3
P.H. Herbert / N. Mahut (FRA-FRA) b. M. Melo / I. Dodig (BRA-CRO) 6-4 6-7 7-6
LA CURIOSITA': dovessero vincere l'Australian Open, Fabio Fognini e Simone Bolelli sarebbero il primo doppio con entrambi i giocatori nati in Italia a vincere uno Slam. Nicola Pietrangeli, italianissimo, è però nato a Tunisi, mentre Orlando Sirola nacque a Fiume nel 1928. Allora era territorio italiano, ma dopo la Seconda Guerra Mondiale è diventato jugoslavo e infine croato (oggi, infatti, si chiama Rijeka).
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