L'azzurro cade al secondo turno dell’ATP 500 di Dubai, ma solo dopo aver fatto sudare Tomas Berdych, passato 7-6 5-7 6-0. Simone gioca due ottimi set, strappa il secondo rispondendo colpo su colpo, ma crolla nel terzo. Peccato, ma è un altro passo avanti.Una sconfitta è sempre una sconfitta, ma c’è modo e modo anche di perdere. Per questo, Simone Bolelli non dev’essere troppo deluso del KO subito da Tomas Berdych al secondo turno dell’ATP 500 di Dubai. Dopo aver battuto il suo primo top 10 appena sei giorni fa a Marsiglia, il bolognese è andato più vicino al bis di quanto dica il 7-6 5-7 6-0 favorevole al numero otto del mondo, passato in due ore e ventiquattro minuti di bel tennis. Simone è crollato nel terzo set, accusando nel game d’apertura quel break che non era riuscito a Berdych nei primi due, ma è dal tennis espresso nel secondo parziale che l’azzurro deve ripartire. A lui che ha sempre faticato molto negli spostamenti laterali, era capitato molto raramente di rispondere così tanto e così bene. Nemmeno contro Raonic gli era riuscito. Col canadese ha vinto, è vero, ma oggi ha giocato meglio. E quando, nella seconda metà del set centrale, intercettava ogni servizio sparato dall’avversario (non proprio l'ultimo arrivato) rispedendogli dei missili nei piedi, l’idea di applaudirne il bis è passata nella testa di molti. Invece bisognerà attendere, ma forse nemmeno troppo. Sicuramente, non è banale ripetere che Bolelli è finalmente un giocatore ritrovato, in grado di puntare molto in alto. Top 20 o top 30 al momento non fa differenza, quello che conta è continuare passo dopo passo a migliorare, come l’azzurro sta facendo da quando poco più di dodici mesi fa è tornato in campo. L’ordine tattico l’ha ritrovato subito, e le belle prestazioni di questo inizio di stagione gli danno la certezza di potersela giocare anche con i migliori. Oltre alla grande prestazione in risposta, oggi è piaciuta la maniera esemplare in cui ha gestito i primi due set. Salvata una palla-break in apertura, ha tenuto undici turni di servizio consecutivi senza più concederne, giocando con grande autorità.
ORA LA DAVIS. DA SINGOLARISTA?
Addirittura, si potrebbe dire che la statistica che gli attribuisce 61 errori gratuiti e ‘solo’ 18 vincenti sia ingenerosa. I numeri non mentono, ma almeno nei primi due set la differenza non è parsa così marcata. Riuscendo a rispondere spesso, l’azzurro ha potuto giocare tanti punti, dimostrando di non aver troppo da invidiare al rivale, uno dei migliori ‘baseliner’ del circuito. Se nel tie-break del primo Simone fosse riuscito a concretizzare uno dei ben tre mini-break conquistati, oppure il set-point sul 6-5 (cancellato dallo schema servizio-diritto del rivale) forse staremmo raccontando qualcosa di diverso. Invece Berdych si è sempre ripreso, e dopo aver ceduto (giustamente) il secondo parziale alla grande progressione di Bolelli, ha approfittato nel terzo del primo vero calo di tensione dell’azzurro. Poteva tentare l’allungo decisivo, invece ha concesso due punti nel momento sbagliato e Berdych non si è fatto pregare. E quando nel terzo game la pallina ha rimbalzato per due volte sul nastro prima di cadere nel campo di Simone, consegnando al ceco il 3-0 pesante, è stato chiaro a tutti come sarebbe finita. Peccato, ma, come detto, la valigia con cui l’azzurro torna dagli Emirati è comunque ricca di aspetti positivi. Ora l’attenzione passa sulla Coppa Davis, e i dubbi iniziano ad affiorare nella testa di capitan Barazzutti. È vero che Seppi ha iniziato l’anno alla grande e battuto Roger Federer. È vero che Fognini ha sconfitto Rafael Nadal sul rosso dando chiari segnali di risveglio. Ma come si fa a tener questo Bolelli fuori dai singolari?
ATP 500 DUBAI – SECONDO TURNO
Tomas Berdych (CZE) b. Simone Bolelli (ITA) 7-6 5-7 6-0
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