dal nostro inviato a Roma Gabriele Riva – foto Ray Giubilo
Anche Simone Bolelli ha vinto il match di primo turno. Questo vuol dire, cinque italiani al secondo scalino del tabellone. Erano sei all’inizio, ma due giocavano contro. Quindi il massimo che il draw (nel doppio significato di tabellone e sorteggio) poteva concedere. Dopo Seppi, Lorenzi, Starace e Volandri, anche il ragazzone di Budrio ha fatto egregiamente il suo dovere. In campo su un centrale appena inaugurato da Federer, Nadal e autorità, ha fatto sentire il peso dei suoi colpi abbinando anche un certo ordine. Quello che il suo coach, Riccardo Piatti, gli chiede e gli richiede. Lo ha tenuto bene, fin dall’inizio e i risultati si sono visti. Velocità di palla e pesantezza dei colpi sono due piani sopra rispetto a quelli del lucky loser tedesco. E si è visto. Un solo passaggio a vuoto, quando, a metà del primo set, ha perso quell’ordine di cui sopra, ingarbugliandosi non poco soprattutto con la direzione dei colpi.
E’ passato un anno da quando Simone Bolelli uscì sconfitto o confuso dal centrale di Roma (che allora era lo stadio Pietrangeli. Pioveva quel giorno, oggi qualche goccia s’è vista solo in tarda mattinata, poi un flebile sole e il caldo. Di cose, oltre al meteo, ne sono cambiate rispetto ad allora. Che la musica fosse nuova si era capito fin dal primo game: solido col servizio il figlio di Budrio ha portato a casa il gioco d’apertura a zero. Mentre il tedesco, al contrario, è andato subito in difficoltà, e ha mantenuto ai vantaggi la battuta. L’occasione buona per strappare il servizio arriva al settimo gioco, 4-3 dopo due occasioni. Qui il passaggio “disordinato”. Controbreak subito, difese confuse e attacchi poco pazienti. La buona notizia è che da questo black out Simone è uscito schiacciando semplicemente un interruttore. Complice un brutto game dell’avversario tedesco, Simone riprende il vantaggio del servizio, e chiude sul 6-4. Bolelli si è rimesso “a fare le cose giuste”, come direbbe sempre il suo coach, con tranquillità e senza fretta. Pronti via, break a 15 e partita incanalata, prima 3-0, poi 4-1, altro break e seiuno finale.
Al secondo turno, per Bolelli, ci sarà Fernando Verdasco, 26 anni, n.9 del ranking Atp. Uno dei giocatori del momento, tra i più caldi. Arriva dalla finale di Monte-Carlo, due settimane fa, quando fu sotterrato da Rafael Nadal, e dalla vittoria contro Robin Soderling che gli ha regalato il torneo di Barcellona. Qui a Roma potrebbe arrivare in due modi: caldo e carico, o stanco morto. “E’ un giocatore molto forte, ed è mancino – dice Simone Bolelli – non dovrò lasciargli troppo spazio se voglio avere delle chance”. Comunque sia il Bole era arrivato a Roma, parole sue, senza alcuna aspettativa. Con Verdasco non avrà niente da perdere, fisicamente dice di sentirsi al 70-80% della condizione, il servizio funziona e il momento buio è alle spalle. Il lavoro con Piatti è stato l’investimento, arrivare fin qui significa essere andati in pari, tutto il resto è guadagno.
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Uno stralcio della conferenza stampa di Simone Bolelli