La giapponese corona un torneo meraviglioso dominando la finale contro Daria Kasatkina, e si regala il titolo al BNP Paribas Open di Indian Wells. Un gran bel modo per festeggiare il primo successo in carriera nel Tour maggiore. Difficile avere dubbi sulle sue potenzialità: la stoffa è quella giusta per arrivare molto molto in alto.Era stato il suo torneo, ed era sacrosanto che dopo aver fatto fuori una dopo l’altra Sharapova, Radwanska, Pliskova e Halep, la coppa di vetro del BNP Paribas Open di Indian Wells finisse nelle mani di Naomi Osaka. Più che uno splendido cammino verso il titolo, quello della giapponese di padre haitiano è stato un avvertimento per tutte le avversarie: da oggi al suo nome non va più accoppiato il tag “speranza”, bensì quello “realtà”. Perché quando una giocatrice domina in questo modo un torneo importante come il Mandatory di Indian Wells, universalmente (o quasi) considerato una sorta di quinto Slam, significa che ha tutto per stare fra le grandissime, dal tennis a una personalità tanto piacevole quanto preziosa, e decisiva nella finale fra ventenni contro Daria Kasatkina, l’altra splendida protagonista nel deserto. Sembrava più pronta per prendersi un titolo simile e anche più abituata a gestire certi incontri, ma non aveva fatto i conti col carattere d’acciaio della Osaka. Per smaltire la tensione della finale più importante in carriera le è bastato un game, il primo, l’unico in cui ha ceduto la battuta nell’arco dei soli 72 minuti sufficienti per chiudere 6-3 6-2 e prendersi il titolo. La numero 44 del mondo (salirà al n.22 grazie al successo) ha recuperato immediatamente lo svantaggio e dal 3-3 ha messo il turbo, lasciando immobile l’avversaria a suon di vincenti, con un tennis meraviglioso. Sullo Stadium 1 si è portata tutto: aggressività, qualità, capacità di sbagliare meno e tenere sempre il piede sull’acceleratore, come se fosse la sua centesima finale di un certo tipo, mica la prima. L’ha aiutata il fatto che si trovasse di fronte una coetanea, ma nei turni precedenti aveva mostrato di sapere benissimo come imporre la sua personalità anche contro le varie campionessa affrontate, e puntualmente messe al tappeto. Segno che la stoffa è quella giusta.
IL SUO TENNIS È DA BIG
Quello di fare il botto nei grandi tornei è un vizio della classe ’97: Jelena Ostapenko si è regalata il primo successo nel Tour al Roland Garros, lei a Indian Wells, in un torneo che si conferma particolarmente aperto alle outsider. Delle ultime cinque edizioni, tre se le sono prese Flavia Pennetta, Elena Vesnina e ora la Osaka, terza giocatrice nella storia del BNP Paribas Open a vincere il titolo da “unseeded”, piccolo club che comprende due colleghe niente male: Serena Williams (1999) e Kim Clijsters (2005). “Ero estremamente stressata e altrettanto nervosa – ha detto la ventenne nativa di Osaka – ma il mio piano era quello di fingermi molto tranquilla. Sapevo che la mia avversaria avrebbe lottato su tutti i punti, perciò dovevo cercare di prendere sempre la decisione giusta nei momenti delicati. In più, siccome abbiamo giocato tanti punti lunghi ho cercato di non colpire sempre al massimo, perché sentivo che prendere il mio ritmo sarebbe stato un vantaggio per la mia avversaria”. Un progetto che, a giudicare dal punteggio, ha funzionato alla grandissima. “Volevo tanto questa vittoria – ha continuato – ma ho cercato di pensare come se fosse un match di primo turno, e non mettermi pressioni. Ora non sto ancora capendo bene cosa è successo. Mi sento come se domani dovessi giocare un altro incontro, e non ho ancora realizzato di aver vinto”. Invece è proprio così: il suo torneo magico è finito col miglior epilogo che potesse chiedere, e nell’aereo privato (messo a disposizione dagli organizzatori) che la porterà da Indian Wells a Miami in compagnia dell’avversaria, la coppa più ambita la potrà abbracciare lei, con quasi un milione e mezzo di dollari pronto a entrare nel conto corrente, ma soprattutto con la consapevolezza di poter diventare una delle big del circuito. Ora le serve continuità per far sempre funzionare a dovere tutte le suo armi. Non trovarla sarebbe un vero peccato, perché l’arsenale è davvero ben fornito.

BNP PARIBAS OPEN – Finale femminile
Naomi Osaka (JPN) b. Daria Kasatkina (RUS) 6-3 6-2