di Giorgio Spalluto – foto Getty Images
Quando qualche giorno fa il nome di Sabine Lisicki era apparso accanto a quello delle carneadi britanniche beneficiarie, come la tedesca, di una wild card per il tabellone principale di Wimbledon, si era da più parti plaudito alla scelta saggia degli organizzatori londinesi di voler premiare una ragazza sfortunata che, proprio ai Championships due anni fa, diede un saggio di tutte le sue immani potenzialità, issandosi sino ai quarti. Si sprecarono all’indomani di quell’exploit i paragoni con Steffi Graf per la ragazzona di origini polacche, capace in poco tempo di issarsi sino alla 22esima posizione del ranking, ottenuta anche grazie al successo nel Premier di Charleston dove mise in fila una dietro l’altra Venus Williams, Marion Bartoli e Caroline Wozniacki.
L’ascesa inarrestabile della 21enne tedesca subiva, però, la prima seria brutta battuta d’arresto agli US Open del 2009 quando una distorsione alla caviglia la costrinse a uscire sulla sedia a rotelle dal campo. Fu quello l’inizio di un calvario che l’ha vista precipitare fuori dalle prime 100, mentre in patria salivano alla ribalta due connazionali altrettanto giovani, come Andrea Petkovic e Julia Goerges, in grado di soppiantarla nel cuore dei tifosi.
I primi segnali di vita della Lisicki si erano potuti scorgere a Stoccarda, dove aveva battuto la Cibulkova la futura campionessa del Roland Garros, Na Li. Proprio a Parigi aveva sfiorato il colpaccio al secondo turno contro la Zvonareva, fallendo un sanguinoso matchpoint sul 5-3 del terzo set. Anche in quell’occasione era uscita dal campo dolorante e demoralizzata per la chance gettata alle ortiche. Sabine, però, ha sempre dimostrato di sapersi rialzare, dopo le innumerevoli cadute di cui è stata costellata la sua giovane carriera.
A Birmingham, non ha lasciato neanche un set alle avversarie affrontate lungo il suo cammino. Date, Flipkens, Paszek, Rybarikova, Peng e, in finale, Hantuchova, nulla hanno potuto contro la potenza dei colpi da fondo e del servizio di Sabine. Sono stati solo 11 i punti persi al servizio dalla tedesca in tutta la partita durata appena 74 minuti e vinta per 6-3 6-2 ai danni della povera Hantuchova, sommersa di ace (ben 8) nel solo primo set.
Una dimostrazione di forza, quella di Lisicki, che conferma la bontà della scelta degli organizzatori di Wimbledon di assegnarle un invito. Con questo successo Sabine sale dal numero 100 al 62 nel ranking mondiale e si candida al ruolo di autentica mina vagane tra sette giorni sui sacri prati di Church Road.
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