Il presidente federale parla anche dell’effetto del successo in Davis: “Un successo di Sinner alle Finals non avrebbe avuto la stessa risonanza”
Grandi ambizioni per il tennis italiano e per il presidente federale Angelo Binaghi. La FITP vuole cavalcare appieno l’onda di popolarità acquisita dal tennis azzurro dopo un finale di stagione che ha visto Jannik Sinner raggiungere la finale alle ATP Finals e soprattutto trascinare l’Italia a conquistare la Coppa Davis dopo 47 anni dall’ultima volta. Effetto che è stato eccezionale, come ammesso dal n.1 della federazione nell’intervista rilasciata a La Stampa: “Ha fatto la differenza la parola Italia, il senso della Nazionale. Se Sinner avesse vinto le Finals ci sarebbe stata una festa, ma certamente non avrebbe avuto la risonanza che ha avuto il successo in Davis. Sinner? Ha detto di no a tutte le comparsate televisive. Da un lato mi conforta, da un altro mi dispiace per la popolarità del nostro sport, ma come non comprenderlo“.
Binaghi non si accontenta di avere già le ATP Finals in Italia, ma vuole acquisire altre grandi manifestazioni, su tutte proprio le finali di Coppa Davis: “Dopo il 2025 l’Italia punta all’accoppiata Finals a Torino e Davis a Milano. Garantiamo successo, organizzazione, investimenti e qualità dei giocatori. Siamo riconoscenti a Torino e sto lavorando perché non resti senza Finals dopo il 2025. Potremmo pensare anche a una soluzione mista dal 2027: dipende dal governo, dagli stake holders e da determinate condizioni, ma in questo momento l’Italia non deve temere nessuno. La concorrenza dell’Arabia Saudita? Le NextGen Finals sono state un flop con tribune completamente vuote…“. Il presidente federale ha rilasciato anche una battuta sul mancato invito ai Supertennis Awards dei protagonisti della Davis del 1976 per chiudere la questione: “Ci ho pensato tre giorni prima e mi hanno detto che era troppo tardi, sicuramente ho sbagliato le tempistiche. Li ho invitati per i 90 di Pietrangeli a Bologna e non venne nessuno di loro. Se hanno cambiato idea da oggi sono i benvenuti“.