E’ iniziata la lotta tra Roma e Madrid per avere un torneo da 10 giorni con un montepremi raddoppiato: la decisione ATP sarà a novembre. Previsti tre nuovi campi e il tetto sul Campo Centrale. 
Massimo Caputi, Angelo Binaghi e Nicola Pietrangeli durante la chiusura degli Internazionali (Foto Costantini – FIT / anche la foto in home page è di Costantini)

Da Roma, Riccardo Bisti – 21 maggio 2013

 
Angelo Binaghi non ha snocciolato i numeri. Quest’anno le cifre sono rimaste nella cartellina rossa consegnata ai giornalisti per la conferenza stampa di fine Internazionali BNL d'Italia. La novità, grande e succosa (anche se si trattava di un segreto di Pulcinella, visto che nell’ambiente lo sapevano tutti, come peraltro ha confermato il presidente FIT), è la possibilità – concreta e istituzionale – di crescere davvero. L’ATP ha intenzione di creare un maxi-torneo sulla terra europea, appuntamento principale in vista del Roland Garros. Sarà un evento di 10 giorni, con 64 partecipanti e dal montepremi raddoppiato. Gli attori in gara sono soltanto due: Roma e Madrid. “Alcuni consiglieri avrebbero preferito una maggiore riservatezza, ma penso che sia giusto parlarne per una questione di trasparenza e perché è una grande soddisfazione per tutti noi, vista la crescita del nostro torneo”. La lotta con Madrid, dunque, è appena iniziata e terminerà a novembre, prima delle ATP World Tour Finals. Binaghi ha definito questo evento un "Mini-Slam", una sorta di ibrido tra i quattro Major e i Masters 1000. Naturalmente, bisogna soddisfare alcuni requisiti. Il più importante, ancor più della costruzione di un tetto retrattile sul Campo Centrale, è la realizzazione di tre nuovi campi. “Presenteremo il progetto a Wimbledon – ha detto Binaghi – è prevista la creazione di due campi nell’area tra il Centrale e l’ex Aula Bunker, mentre il terzo andrà dove attualmente c’è il Kids Village”. Sarebbe un investimento oneroso, poiché il montepremi passerebbe da tre a sei milioni di euro, cui deve essere aggiunta una tassa: il primo anno sarebbe sui tre milioni, nei successivi andrebbe sugli 800.000 euro. Il maxi torneo inizierà nel 2015 e non sarà esattamente come Indian Wells e Miami, poiché il tabellone sarebbe a 64 giocatori e non 96. “Il primo turno si giocherebbe nel venerdì e sabato della prima settimana, dando ai top-players l’opportunità di giocare a giorni alterni, mentre il torneo WTA resterebbe tale e a noi andrebbe bene così, anche se la stessa WTA si è detta disponibile a discutere”.
 
Forte dei quasi sei milioni e mezzo d’incasso, il Presidente FIT si è detto piuttosto ottimista in vista della battaglia con Ion Tiriac. “Abbiamo tutte le carte in regola per farcela. Madrid può godere della spinta di Nadal, mentre il nostro torneo ha proseguito nella crescita navigando tra varie situazioni, senza mai avere un campione. Si tratta di una sfida tra pubblico e privato. Noi offriamo le garanzie (e i limiti) del pubblico, mentre dall’altra parte c’è Ion Tiriac, uomo di grande esperienza che ha quasi sempre vinto le sue battaglie. Tuttavia credo che Roma sia superiore a Madrid”. E pensare che una ventina d’anni fa, lo stesso Tiriac aveva grandi progetti per il torneo romano, poi virò su Stoccarda salvo poi spostarlo a Madrid. Adesso è l’unico ostacolo per la crescita del Foro. Si è poi dibattuto sull’argomento-copertura, sempre molto sentito anche se quest’anno il torneo è stato baciato dal sole. Giovanni Malagò, il neo-presidente del CONI, spinge molto in questo senso anche perché vorrebbe rendere il Centrale una struttura polivalente, in modo da ospitare eventi per 12 mesi l’anno. Ne trarrebbe beneficio anche il tennis. “La copertura poggerebbe su quattro pilastri, di cui abbiamo già realizzato le basi, e potrebbe garantire la costruzione di qualche fila in più. Non so quantificare l’aumento della capienza, ma se fossero 1.000-1.500 posti, avremmo la garanzia di 10.000 spettatori in più nell’arco del torneo”. La copertura non è obbligatoria per partecipare alla gara con Madrid, anche se l’esistenza di un progetto ha sorpreso lo stesso Ion Tiriac, che in questi giorni era a Roma in veste di…agente segreto. Non c’è dubbio che l’eventuale upgrade farebbe crescere il “peso” degli Internazionali nella gerarchia dei tornei più importanti.
 
La lotta con Madrid era l’argomento principale, ma nella maxi-conferenza stampa, durata più di un’ora (“L’abbiamo spostata al lunedì per avere più visibilità e per poter fornire tutti i dati completi” ha detto Massimo Caputi, seduto a fianco del presidente) si è parlato anche d'altro. Dei numeri abbiamo già detto: hanno assistito al torneo 167.961 spettatori e gli ascolti del canale SuperTennis hanno battuto i record degli anni passati. Secondo Binaghi, esiste una joint-venture molto stretta tra gli Internazionali e il canale televisivo. “Siamo un fenomeno sportivo-mediatico: utilizzando un linguaggio giuridico si parlerebbe di ‘combinato disposto’ tra Internazionali d’Italia e SuperTennis. Il nostro canale ha completato il palinsesto, in modo da offrire tennis in diretta per quasi 365 giorni l’anno. Così facendo, abbiamo offerto a centinaia di migliaia di appassionati l’emozione dei circuiti ATP-WTA, creando poi l’attesa per venire a Roma”. Mario Viggiani del Corriere dello Sport ha associato una parte dell’aumento dell’incasso all’aumento del costo dei biglietti (cresciuto del 20% rispetto al 2012, ndr). Binaghi non condivide questa tesi: “La crescita nella biglietteria è dovuta a tre fattori: il maggior numero di spettatori, la diminuzione degli abbonamenti che ha fatto vendere gli stessi biglietti singolarmente, quindi senza alcuno sconto e facendoci guadagnare di più, e poi una drastica riduzione dei biglietti omaggio nonché un controllo severo e accurato sulla distrubizione degli accrediti. E l’anno prossimo sarà ancora più stringente”. Sulle polemiche sul costo dei biglietti per le finali, ha sottolineato che in questo momento la domanda è superiore all’offerta “In un certo senso il prezzo lo fa il mercato. E poi mi fa piacere far spendere 100 euro in più al benestante romano per poi investirli in attività sportiva. Dobbiamo fare un po’ i Robin Hood: quest’anno abbiamo aumentato del 25% i rimborsi per le trasferte, stanziato 200.000 euro per i ‘prestiti d’onore’ alle giovani promesse e 300.000 per i PIA. Senza contare i contributi per i circoli meglio piazzati nel Trofeo FIT”. Un’ultima chiosa è arrivata sull’utilizzo del Parco del Foro Italico per un periodo più lungo rispetto alla durata degli Internazionali. “L’impianto è di proprietà della CONI Servizi, gli interlocutori principali sono loro. Come tennis, esiste un circolo con 600 soci che lo fa vivere tutto l’anno. Cosa potremmo fare? Creare il Centro Tecnico Nazionale oppure giocare qui tutti gli incontri di Coppa Davis e Fed Cup. Ma si tratta di soluzioni impraticabili. Un Centro Tecnico sarebbe molto più oneroso, anche solo per l’ospitalità dei nostri giovani, oltre al fatto che non si potrebbero coprire i campi e non ci sono tutte le superfici come al Centro di Tirrenia. Per Davis e Fed Cup, sarebbe irrispettoso giocare sempre qui per le altre realtà che ci sono sul territorio italiano”.
 
Durante la conferenza stampa, Binaghi ha toccato altri argomenti.

GLI SPAZI PER I GIORNALISTI – Ubaldo Scanagatta ha posto la questione sulle condizioni di lavoro dei giornalisti. In effetti, la sala stampa dista circa 150 metri dal Campo Centrale, dove si trova la sala conferenze, e capita che i cronisti siano costretti a fare avanti e indietro più volte al giorno, perdendo effettivamente parecchio tempo. Sull’argomento ha risposto Massimo Caputi. “Siamo consapevoli del problema e sappiamo che si può migliorare. Tuttavia abbiamo offerto un servizio che non c’è in molti tornei: da ciascun desk si poteva assistere in diretta alle conferenze stampa dei giocatori. Non è la stessa cosa, ma è stato un piccolo passo in avanti. Ad ogni modo cercheremo sempre di migliorare. Tuttavia, dobbiamo sempre fare i conti con il luogo e le risorse che abbiamo a disposizione”.
 
FED CUP A CAGLIARI – Non lo ha detto esplicitamente, ma è chiaro che il Consiglio Federale ha deliberato Cagliari come sede prescelta per la finale di Fed Cup contro la Russia. Nei prossimi giorni arriverà la risposta dell’ITF sull’accettazione o meno della candidatura. “Abbiamo portato il grande tennis a Palermo e Napoli, adesso speriamo di fare altrettanto con Cagliari”. Più esplicito di così….
 
L’OBBLIGO DI TESSERAMENTO – TennisBest ha affrontato un argomento molto caro agli appassionati. Tanti vedono con antipatia l’obbligo di tesseramento FIT per ciascun socio di circolo, tenendo conto che in diversi club è obbligatorio essere soci anche solo per metterci piede. In altre parole, è giusto che i circoli siano obbligati a tesserare i soci, compresi quelli che non praticano e gli occasionali? Noi pensiamo di no, ma Binaghi ha fatto una valutazione opposta. “E’ una battaglia sacrosanta. Nel momento in cui una persona si associa a un club affiliato, aderisce ai nostri regolamenti. Credo che le sanzioni siano ancora troppo leggere, perché in Francia, per una cosa del genere, le squadre possono essere sbattute dalla Serie A alla Serie D. Da noi c’è ancora il ravvedimento operoso, in qualche modo ce la si cava. Ma adesso stiamo effettuando controlli più attenti. Credo che chiunque giochi nei circoli affiliati debba essere tesserato. Inoltre chiediamo una cifra molto bassa (12 euro, ndr), molto inferiore a quella francese. E’ da cose come queste che poi possiamo offrire servizi. Senza questa battaglia, magari, non ci sarebbe SuperTennis”. A conferenza conclusa, è poi emerso un altro dettaglio: tesserando tutti i soci, si garantisce allo stesso club una tutela ‘legislativa’ perché il Presidente del circolo può avvalersi della federtennis qualsiasi cosa succeda ai tesserati, mentre non può farlo se chi gioca non è tesserato, con tutte le conseguenze del caso. Senza contare un discorso fiscale legato all’IVA. Anche per questo, oltre alle sanzioni previste dalle Carte Federali, i circoli “colti in fallo” subiranno la retrocessione di una o più squadre.

L'OPINIONE
Ad Angelo Binaghi bisogna riconoscere il coraggio. Rivelando pubblicamente il possibile upgrade, si è esposto sapendo di poter incorrere in critiche qualora la gara dovesse essere vinta da Madrid. Sarebbe stato più comodo mantenere il riserbo, come qualcuno gli aveva consigliato, e lavorare nell’ombra per poi dare la notizia dopo l'eventuale successo. Invece si è esposto e va detto che c’è tanto da guadagnare, ma anche qualcosa da perdere. Roma ha le carte in regola per vincere la sfida, anche se Madrid ha alcune importanti frecce al suo arco, su tutte la presenza di tre stadi dotati di tetto retrattile e lo status “Mandatory” del torneo WTA. Se Roma dovesse aggiudicarsi la gara, ci sarebbe una curiosa discrepanza: un “semplice” Masters 1000 con WTA Mandatory a Madrid, e un “Mini-Slam” ATP con Premier 5 WTA a Roma. Sulla carta, potrebbe essere più comodo mettere tutto nelle mani di Ion Tiriac, che peraltro ha lo stesso punto di vista di Binaghi su una questione: entrambi credono che non sia giusto lo strapotere degli Slam sugli altri tornei, che in un certo senso limita la crescita di chi vorrebbe (e potrebbe) migliorare. Tiriac cerca di picconare il Roland Garros da anni, Binaghi ripete spesso che la situazione attuale non gli piace. Sarà una sfida interessante, in cui Roma può puntare sulla storia (il torneo è nato nel 1930, mentre Madrid risale al 2002 (indoor) e al 2009 (passaggio alla Caja Magica) e una complementarità tecnica con il Roland Garros. Sarà una sfida tutta da vivere. Tornando agli Internazionali 2013: è vero che si è trattato di un successo eccezionale, ma soprattutto al Foro Italico si è respirata un’aria nuova, certamente più serena rispetto al passato. Come se tutti remassero dalla stessa parte. Ma abbiamo notato un dettaglio: durante la conferenza non si è parlato di utili, ma solo di incasso. Lo scorso anno, nella medesima conferenza stampa, non aveva fatto cifre (gli eventuali utili sono comunque da dividersi con la CONI Servizi), ma aveva detto: “Generiamo utili e profitti crescenti, anno dopo anno. I soldi che otteniamo vengono destinati alla manutenzione e recupero del Foro Italico, nonché allo sviluppo del tennis in Italia”. Quest’anno non c’è stata nessuna allusione. Cercheremo di capire se anche quest’anno il torneo ha creato un surplus economico (che poi va a influire sul bilancio della FIT stessa), così come per la vicenda legata a Camila Giorgi, grande assente nel torneo femminile e la cui nazionalità-rappresentanza sembra avvolta nel mistero.