Una commissione della città di Philadelphia ha bocciato la proposta di realizzare una lapide nel club dove è cresciuto. Lo stato del Pennsylvania non gli perdona le gravi accuse di molestie sessuali che gli causarono un paio di arresti negli anni 40. I suoi sostenitori, tuttavia, non mollano.

La popolarità comporta tanti onori, ma anche parecchi oneri. Anche a tanti anni dalla morte. E’ il caso Bill Tilden, straordinario campione degli anni 20 e 30. Tutti ricordano le imprese di “Big Bill”, vincitore di ben sette edizioni dei Campionati degli Stati Uniti e di due Wimbledon. Nel 1930, tra l’altro, fu il primo vincitore degli Internazionali d’Italia (che si giocarono a Milano). Risultati che hanno convinto Associated Press a votarlo come miglior tennista della prima metà del secolo, ancor più di Norman Brookes, Don Budge, Fred Perry, Jack Crawford o i Moschettieri di Francia. Nel 1959 è stato inserito nella Hall of Fame. Però la sua vita non si è sviluppata solo sul campo da tennis. Tilden è stato spesso accusato di molestie sessuali nei confronti di minori. Per questo, il suo nome fatica a trovare riconoscimenti tangibili. Ad esempio, non ci sarà nessuna lapide in sua memoria presso il Germantown Cricket Club di Philadelphia, il club dove è nato è cresciuto. Un comitato ha spinto per l’operazione, ma la commissione ha bocciato la nomina. “I successi di Tilden sono fuori discussione, ma la memoria di cattive condotte sessuali è fresca nella memoria degli abitanti della Pennsylvania” ha detto Karen Galle, responsabile del programma cittadino per le lapidi.

TENTATIVI DI RIABILITAZIONE
Tilden è stato arrestato nel 1946 a Beverly Hills, quando un ragazzino di 14 anni fu trovato al volante della sua auto. E, secondo la polizia, aveva i pantaloni abbassati. Il fatto gli costò sette mesi di prigione, mentre nel 1949 prese altri dieci mesi per aver violato la libertà vigilata…in compagnia di un altro ragazzino. Sul piano tecnico ha avuto meriti straordinari, tanto che alcuni suoi manuali sono considerati attuali ancora oggi. Dopo i fatti di cronaca che lo hanno coinvolto, gli hanno revocato l’associazione al Germantown ed è stato rimosso il suo ritratto. Morto di attacco cardiaco nel 1953, a 60 anni di età, a lungo non ci sono più state sue tracce visibili se non la lapide al cimitero di Philadelphia, che recita freddamente: “William T. Tilden 2nd. 1893-1953”. Con il tempo, la società sta provando a rivalutare la sua figura. A Germantown è ricomparso un suo ritratto e il servizio di ristorazione offre un “Tilden Dinner Buffet Package”. Alla luce di questo, un gruppo di cittadini ha lavorato duro per riabilitarne l’immagine. Allen Hornblun sta lavorando a una biografia dell’ex campione. La lettera è stata sottoscritta da Vic Seixas, il più anziano vincitore Slam vivente, che lo ha definito il più grande giocatore della sua epoca, se non di tutti i tempi. Per la gioia dei suoi sostenitori, Tilden conserva il suo posto nella Hall of Fame. Non era così scontato dopo che Bob Hewitt ne è stato escluso per ragioni simili alle sue. Il problema di Tilden, anche da postumo, è che nello stato del Pennsylvania c’è una grande sensibilità verso i crimini di natura sessuale. Il gruppo di cittadini ci riproverà entro l’anno, ma non è così scontato che l’avrà vinta.