L'agghiacciante colpo d'occhio di Hyderabad non spaventa l'ideatore dell'International Premier Tennis League. Secondo Bhupathi, è stato importante tenere duro in un anno difficile: “I giocatori ci hanno detto che il vecchio format era troppo lungo. Li stiamo accontentando. E arriveranno soldi freschi”.

 

Mahesh Bhupathi non molla mai. Potrebbe essere la sua fortuna. Dando un'occhiata alla tappa indiana dell'International Premier Tennis League, beh, abbiamo trovato un colpo d'occhio desolante. Le sfide di venerdì sono state un pianto, almeno in termini di pubblico. Se a Singapore c'erano un migliaio di persone, a Hyderabad gli spettatori si contavano nell'ordine delle decine. Non è bastata nemmeno la presenza degli Indian Ace, di cui fanno parte Rohan Bopanna e Sania Mirza (nativa del posto) per attirare pubblico. Un disastro su tutta la linea. Dopo aver incassato i pesanti forfait di Roger Federer e Serena Williams, l'ideatore dell'evento ha detto che l'IPTL deve “riprendersi” dopo questo pesante ridimensionamento. Tuttavia, sarebbe sulla “buona strada” per reperire nuovo denaro che potrebbe rilanciare l'evento, anche se non ne ha svelato la provenienza. “Quest'anno abbiamo dovuto affrontare alcune sfide, ma siamo rimasti a galla. E in qualche modo ci riprenderemo”. Non c'è dubbio che alcune innovazioni regolamentari siano interessanti, anche se viene lasciato molto (troppo?) spazio alla spettacolarizzazione. Tutto sommato, osservare un paio d'ore di questo evento è piacevole. I giocatori si divertono, lo spettacolo non manca e il tempo scivola via. Il problema è che quest'anno non ci sono migliori: gli organizzatori non avevano denaro a sufficienza per pagarli.

FORMAT TROPPO LUNGO
L'interesse dei media, dopo la grande curiosità del primo anno, è scemato fino a ridursi a zero o poco più. Non ci sono neanche i fotografi di Getty Images, la più importante agenzia fotografica del mondo, che fino all'anno scorso immortalavano anche i momenti di relax. In Italia abbiamo le dirette grazie a SuperTennis, favorite dal fatto che non c'è altro in contemporanea (anche se, come è giusto e sacrosanto, nel weekend avranno la priorità le fasi finali della Serie A1). Tra le ragioni che hanno spinto a rinunciare a Federer e Serena, Bhupathi ne aveva individuata una quantomeno curiosa: il ritiro delle banconote da 500 e 1000 rupie (rispettivamente 7 e 14 euro). Motivazione bizzarra, come se due stelle mondiali fossero pagate in contanti, e con la valuta indiana…mah. Poi, però, ha ammesso che si è deciso di tagliare i costi. “I costi e i ricavi non coincidevano, così abbiamo evitato di infilarci in un buco finanziario solo per il gusto di farlo – ha ammesso Bhupathi – abbiamo pensato di cavarcela con altri giocatori, in attesa di riproporre un grande spettacolo l'anno prossimo”. In merito ai big, ha sottolineato che sono “molto, molto interessati a giocare”. Inizialmente, l'IPTL 2016 avrebbe dovuto snodarsi su cinque sedi, ma alla fine sono rimaste soltanto Tokyo (Saitama, per l'esattezza), Singapore e Hyderabad. Hanno mollato Dubai (che già l'anno scorso aveva offerto uno scenario desolante) e Manila. Secondo alcune indiscrezioni, i Philippine Mavericks avrebbero rinunciato a partecipare perché l'IPTL era in ritardo nel rilasciare il programma dell'evento e le date per la vendita dei biglietti. E' facile pensare a problemi economici o magari logistici, ma Bhupathi la pensa diversamente: a suo dire, i giocatori si sono lamentati del format. Semplicemente, il torneo durava troppo.
MODELLO FORMULA 1
E se i vari Federer, Djokovic e Nadal si possono permettere di partecipare a 2-3 giornate, per gli altri è importante giocare più partite possibili. I guadagni dell'IPTL, in effetti, sono irrinunciabili per tanti giocatori. “L'anno scorso abbiamo giocato in cinque città e il feedback ricevuto dai giocatori dice che forse era troppo – ha detto Bhupathi – probabilmente proporremo un format nuovo, con solo tre sedi, un paio di giorni per città e una rotazione”. Altri problemi sono arrivati dal passaggio da New Dehli a Hyderabad per la tappa indiana, poiché la location non era pronta. Insomma, nonostante la terra gli tremi sotto i piedi, è convinto che il torneo abbia ancora pubblico e potenziale, peraltro con buoni margini di miglioramento nei prossimi cinque anni. E ha paragonato il brand IPTL alla Formula 1, marchio che è riuscito a slegare la sua attrattiva dalla presenza dei campioni“La F1 ha costruito il proprio marchio mischiando nuove e vecchie città. E' quello che dobbiamo fare anche noi. A prescindere da chi corre, l'esperienza di esserci, tra musica e intrattenimenti vari, è diventata qualcosa di irrinunciabile per molti spettatori”. L'evento terminerà domenica, a Hyderabad, e subito dopo ci sarà una riunione per cercare di risolvere i problemi. E insiste: “Arriverà denaro fresco, bisognerà solo capire da dove”. Auguri