Il tennista romano analizza la sconfitta con Draper, tra un pizzico di amarezza per non proseguire nel torneo e una ritrovata consapevolezza nei propri mezzi

Foto di Samer Alrejjal/Qatar Tennis Open

«L’amarezza c’è, perché potevo giocare un’altra grande partita. Ma questo sport è fatto così, e per fortuna la stagione è lunga». Matteo Berrettini non si nasconde, contro Draper il match era alla portata. Ma andava chiuso in due set, considerata la fatica accumulata contro Griekspoor fino a tarda notte il giorno prima, e martedì nel partitone contro Djokovic. «Peccato perché per gran parte del match mi sentivo superiore, in controllo, che stavo bene. Sul cemento non mi ricordo di aver giocato tante partite a questo livello. Anche il rovescio andava bene, ho perso poco campo e questo era importante. Ma è stato bravo lui a restare attaccato e a concedermi poco. Ho avuto le mie chance, quello che rimpiango è sul 4 pari ho sbagliato due o tre dritti che non c’entravano tanto con il palleggio. Però Jack ha risposto tanto. Poi do sempre per scontato di tornare e giocare subito a questo livello, ma non lo è, soprattutto tre partite di fila, un pelino di stanchezza l’ho sentita. Ho battuto due giocatori fortissimi, quindi è stata una ottima settimana».

In tribuna c’era Valentino Rossi, che non ha fatto mancare il suo sostegno: «Sì, ci eravamo sentiti ieri, lui gareggia qui il 28 febbraio, abbiamo cercato di beccarci, per fortuna lui oggi è riuscito a venire e mi ha incitato, mi ha spinto. Sarebbe stato figo vederlo anche domani, ma è andata così». Ora Matteo giocherà a Dubai, poi Indian Wells, Miami e poi la terra.