Dopo 13 anni si interrompe il rapporto di collaborazione e non solo tra Matteo Berrettini e Vincenzo Santopadre

Dopo tredici anni si interrompe – amichevolmente, affettuosamente, anche con commozione – il rapporto tecnico fra Matteo Berrettini e Vincenzo Santopadre . Gli ultimi due anni sono stati difficili, pieni di infortuni e di dubbi, il suggerimento di ‘cambiare aria’, di provare nuove esperienze è arrivato proprio dal suo ‘cerchio magico’. E nel bilancio pesa anche la distanza geografica, con Matteo che quando non è in giro per tornei si divide fra Monte Carlo e Milano, e Santopadre che fa base a Roma.

Matteo qualche giorno fa aveva spiegato che per il resto del 2023 non sarebbe più sceso in campo – anche se probabilmente lo vedremo a Malaga nel ruolo di tifoso/motivatore – e che intendeva prepararsi per un 2024 di nuovo ai suoi livelli dopo il magro bilancio di quest’anno: 23 match giocati, 12 vittorie, un crollo fino al numero 90 nel ranking Atp.

Al suo fianco, ma sono solo suggestioni, potrebbe arrivare Francisco Roig, lo storico consigliori di Rafa Nadal, oppure un altro tecnico di nome come David Ferrer.

Questo il testo del messaggio che ha pubblicato sui suoi profili social. «Ero indeciso, non sapevo se scrivere qualcosa o comunicarlo e basta. Pensavo dovesse essere una cosa solo mia e tua, invece poi ho realizzato che, sì, quello che abbiamo costruito, fatto e vissuto è solamente nostro, ma è anche la testimonianza tangibile che i sogni si avverano, che il duro lavoro porta sempre a qualcosa di positivo e che nella vita, a volte, non bisogna prendersi troppo sul serio.
Sono arrivato nelle tue “braccia tennistiche” non sapendo ancora cosa volessi fare della mia vita, sei riuscito a farmi sognare lontano, tenendomi però attaccato alle singole giornate che vivevamo. Ogni allenamento un mattoncino, ogni sconfitta una lezione e ogni infortunio un’opportunità per migliorare e tornare più forti. Non credo di poter riuscire a buttare giù qualcosa che possa veramente far capire quello che sento per te. La riconoscenza, l’affetto, il rispetto, l’ammirazione, la gratitudine, la gioia e tutto quello che c’è di bello nel nostro rapporto si possono raccontare solo con un abbraccio…Il nostro è un arrivederci professionale che probabilmente accresce ancor di più il rapporto personale. Ti ho sentito con me in ogni difficoltà affrontata negli ultimi 13 anni, e nonostante siano state tante, quando penso a noi sento solo gioia. Sono felice e grato alle persone che hanno reso possibile il nostro incontro, e fiero di noi per come abbiamo sfruttato questo regalo che ci è stato concesso. Senza di te ci sarebbe stato Matteo Berrettini, ma non ci sarebbe stato The Hammer».