Novak Djokovic ha concesso 12 game a Del Potro. Ferrer può farne di più?
Di Riccardo Bisti – 8 settembre 2012
Mentre la vittoria di Serena Williams era quasi scontata (avevamo previsto sei game per la Errani, ne ha fatti la metà), Victoria Azarenka ha faticato parecchio per darci ragione e battere la Sharapova. Tuttavia, la lettura del match è stata discreta. Se “Vika” non fosse partita col freno a mano tirato, perdendo 12 dei primi 17 punti e 5 dei primi 6 giochi, probabilmente avrebbe vinto in due set. Diciamo che ha dovuto carburare prima di trovare la tattica vincente. Nel terzo set, anche se la Sharapova le è rimasta incollata fino al 4-4, non ha mai dato la sensazione di poter perdere. Per certi versi, le tematiche delle semifinali maschili sono simili. Djokovic è nettamente favorito contro Ferrer, mentre ci sarà più equilibrio tra Murray e Berdych. Difficilmente “Nole” steccherà contro il volenteroso Ferrer, troppo più debole di lui (almeno sul cemento). Al contrario, ci giochiamo il jolly e puntiamo su Berdych nella prima semifinale. Un po’ per convinzione, un po’ perché la finale Djokovic-Murray non avrebbe grande appeal. Se ripete la prestazione contro Federer, il ceco ce la fa. Ma sarà in grado?
MURRAY-BERDYCH
E’ giunto il momento di rischiare. Il modo in cui Berdych ha superato Federer invita a puntare su di lui. Murray è giunto in semifinale per inerzia, ma non ha mai esaltato. Ha giocato benissimo contro Raonic, ma non ha convinto contro Lopez e (soprattutto) contro Cilic. Si è salvato grazie al suicidio e al successivo “spegnersi” del croato. Ma se fosse andato sotto di due set, beh, sarebbe stata dura tirarsi su. Dal canto suo, Berdych ha superato Federer ma non è stato un successo casuale. E’ figlio di una certa compatibilità tecnica e di uno stato di forma improvvisamente ritrovato. Viene da una pessima estate ma si è ripreso in tempo per arrivare in palla e riposato allo Us Open. I precedenti danno una mano al ceco, avanti 4-2 anche se sul cemento all’aperto siamo 1-1 e a Dubai ha vinto Murray. Detto questo, la parabola di Berdych è in fase ascendente mentre Murray non è quello di 1-2 mesi fa. Sulla lunga distanza si sono affrontati solo una volta, al Roland Garros 2010, e vinse Berdych in tre set. Sarà una partita equilibrata, con uno o due tie-break. Puntiamo su Berdych, anche perché una finale Murray-Djokovic sarebbe ottima per gli sbadigli ma letale per lo spettacolo. Con i suoi missili, il ceco può forse (forse…) offrire qualcosa di diverso.
Berdych in quattro set.
DJOKOVIC-FERRER
Lo spagnolo è un grande campione, ma non ha chance. Ha battuto cinque volte Djokovic, ma erano situazioni diverse: tre sulla terra rossa, due al Masters di fine anno. La prima nel 2007, con Djokovic appena 20enne, la seconda lo scorso anno quando il serbo si è presentato a fine stagione con il serbatoio vuoto. Ben più indicativo un bilancio che sul cemento all’aperto vede Djokovic avanti 7-0 (8-0 se consideriamo l’esibizione di Abu Dhabi), senza peraltro cedere un set. Lo spagnolo non ha armi per contrastare Djokovic. A modo loro, sono due muri di gomma. Ma Djokovic fa tutto meglio, almeno sul cemento. E’ bravo quanto lui in difesa ed è più incisivo in attacco. Ferrer arriverà sui dritti anomali e i rovesci lungolinea di Djokovic: due, tre, quattro volte…ma a un certo punto non ce la farà più e dovrà arrendersi. L’alternativa è essere aggressivo, ma il suo dritto non è sufficiente per sfondare il serbo. Andare a rete potrbbe essere una buona idea, ma “Ferru” ha la peggiore volèe tra i primi 10. Si trova nella scomoda situazione di dipendere dall’avversario. Se Djokovic non è al 100% o regala qualcosa…lo batte. Ma è difficilissimo che il serbo possa sbagliare partita in una semifinale Slam. A parte Federer, Nadal e Murray, quest’anno ha perso solo tre partite: Isner, Tipsarevic e Del Potro, peraltro tutte maturate in condizioni particolari. Del Potro gli ha preso 12 game: Ferrer arriverà a 10.
Djokovic in tre set.
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