La finale dell’ATP 250 di Shenzhen è tra due dei giocatori, seppur diversi nello stile e nel gioco, più belli da vedere: Tomas Berdych e Richard Gasquet. Due giocatori il cui rovescio della medaglia è l’esser sempre o quasi etichettati come “perdenti”, per quella capacità di arrivare spesso a un passo dal cogliere la vittoria della vita e il doversi poi accontentare dei piccoli risultati. Il ceco, giunto alla trentesima finale ATP in carriera, deve difendere il titolo dello scorso anno, che coincide con l’ultima vittoria ottenuta nel circuito. Reduce da una buona seconda parte di stagione, con la semifinale a Wimbledon prima di uno stop per appendicite che l’ha obbligato a saltare lo Us Open, ha l’occasione di mettere a segno la prima vittoria di un 2016 che rischia, altrimenti, di rimaner lettera morta. Richard Gasquet , invece, è al suo primo torneo giocato dopo l’inopinata sconfitta al primo turno a New York, dove perse in tre set da Kyle Edmund, ed è alla sua seconda finale dell’anno, dopo quella vinta a febbraio in quel di Montpellier.
Due giocatori così imprevedibili non possono che dar vita ad un incontro sempre in bilico, con la paura di vincere a far d’ago della bilancia. Dopo un break e contro break iniziale, nel primo set, tutto scorre via liscio come l’olio. Alcuna occasione concessa e tie-break come più logica soluzione finale. Ed è qui che cominciano a palesarsi i limiti e i pregi di entrambi. Berdych si inventa un paio di vincenti di rovescio e si porta avanti di un minibreak. Sembra essere in totale controllo ma all’improvviso, l’incoscienza. Prima un dritto facile facile buttato ai teloni e quindi un doppio fallo. Che serve a Richard, su un piatto d’argento, la possibilità di servire per mettere le mani sul set. Ma il francese non fa in tempo nemmeno ad accorgersene. Tomas, per nulla scoraggiato, mette a segno altri due vincenti, di dritto, con “Richie” relegato ai cartelloni pubblicitari. E, procuratosi il set-point, lo fa suo con un ace. L’incontro, a questo punto, sembra essere nelle sue mani.
Subito un break al terzo gioco e quindi il servizio a disposizione, sul 5-4, per chiudere baracca e burattini e sollevare il trofeo. Non pago di aver dilapidato due match-point nel game precedente, il ceco pensa bene di perdere il game a zero. Un game condito sì da un paio di giocate sublimi da parte di Richard, ma con altrettanti errori pacchiani dello stesso Tomas. Che riapre una partita praticamente vinta. La confusione continua ad albergare nella testa del ceco. Si giunge al tie-break, e Tomas lo gioca in maniera sconsiderata. Mini-break concesso con un doppio fallo e Gasquet che sembra non voler sbagliare più nulla. Impossibile prevedere chi possa aver la meglio nel terzo. Impossibile fino a quando Gasquet, per troppi minuti su livelli sublimi, decide di ritornare quello di sempre. Serve sul 2-3 e a suon di errori non forzati rimette davanti il buon Tomas. Che a questo punto lascia da parte paure e timori e si invola verso il traguardo senza regalare più nulla. Serve sul 5-3, si procura tre match-point e al secondo fa calare il sipario sul match. Il ceco conferma il titolo in terra cinese, il tredicesimo in carriera. La classifica non cambierà, ma c’è un piccolo passo in avanti verso le ATP Finals. Nadal e Thiem, che gli sono davanti, non paiono insuperabili.
ATP 250 SHENZHEN – Finale
Tomas Berdych (CZE) b. Richard Gasquet (FRA) 7-6 6-7 6-3
Berdych fa il bis a Shenzhen e punta le “Finals”
Dopo una stagione di alti e bassi, Tomas Berdych trova finalmente il primo successo a livello ATP, confermando il titolo di dodici mesi fa in Cina. Batte Gasquet dopo una finale bella e sempre in bilico, e avvicina Nadal e Thiem della Race to London.