ATP DUBAI – Coronata la splendida semifinale contro Djokovic: lo svizzero batte Berdych, supera McEnroe e diventa il terzo giocatore più titolato di sempre.
Roger Federer si è aggiudicato a Dubai il 78esimo titolo in carriera
Di Cosimo Mongelli – 2 marzo 2014
Roger torna a sorridere. Torna a sorridere dopo quasi 9 mesi di attesa, di delusioni, di de profundis ed epitaffi. Torna a sorridere e vince per la sesta volta a Dubai, battendo Tomas Berdych in tre set (3-6 6-4 6-3) e conquista il 78° torneo in carriera, staccando McEnroe. Vince in rimonta, come accaduto in semifinale contro Nole Djokovic. Vince in rimonta, contro l'avversario più in forma del momento. Il ceco è infatti reduce da ben 11 vittorie consecutive. E' reduce dalla vittoria in quel di Rotterdam e si appresta a fare il bis nel giro di due settimane. L'inizio dell'incontro sembra un fuoco di paglia, per Roger e per il pubblico sugli spalti, tutto schierato dalla sua parte. Lo svizzero ottiene subito un break e sale 2-1 e servizio. Ma dura tutto, appunto, un attimo. C’è subito il controbreak e Tomas non si fa pregare per approfittare delle infime percentuali di prime di Roger (solo 35%,) . Deve aspettare il 3 pari per strappargli nuovamente la battuta: Federer serve come peggio non potrebbe, mette una prima su sei e il break a 30 è servito. 4-2 per il ceco. Che chiude il primo set di lì a poco, al nono game, pur con qualche patema d'animo, trovandosi sullo 0-30. Il secondo set inizia con Federer che serve decisamente meglio ma con Berdych gli rimane incollato. Lo svizzero continua scelleratamente a giocare sul ritmo dell'avversario. Berdych, già galvanizzato per il primo set, trova modo di approfittarne e portarsi avanti pure nel secondo. Siamo al quinto game, Tomas si procura tre palle break. E se lo svizzero salva con il servizio le prime due, sulla terza mette largo un facile dritto, consegnando al ceco le chiavi dell'incontro.
A questo punto servirebbe un miracolo. O forse solo un pizzico d'orgoglio. Quanto basta, a Roger, per ricordarsi di essere Roger. Lo svizzero si fa aggressivo e un quasi sorpreso Berdych comincia a tentennare. Subito controbreak, con due dritti vincenti dello svizzero. E all'improvviso il match cambia: Roger ritrova l'ispirazione, non concede più un punto in battuta e il ceco nel decimo game capitola: lo cede addirittura a zero, letteralmente preso a pallate da Federer. 6-4 per lo svizzero e si va al terzo set. Nel terzo Roger continua ad andare a tavoletta. 1 a 0 e poi tre palle break di fila per uccidere definitivamente il match. Il ceco si salva, non sa nemmeno lui come. Nel terzo game ci sarebbe pure un occasione, per Tomas, sul 30-40 servizio Federer. Ma è solo una parentesi. L'incontro è oramai indirizzato. Il ceco non riesce più a servire, è sempre più falloso e nel quarto game concede altre tre palle break. Stavolta Federer non perdona e porta a casa il game. E' l'allungo decisivo. Berdych riesce a protrarre l'agonia solo di qualche game. Ma non ci crede più. Nemmeno quando si trova a due disposizione due palle break sul 4 a 2 per il suo avversario. Si giunge al nono game: la concentrazione di Roger non è scalfita minimamente dai due match point mancati nel game precedente. Serve con autorità e chiude la formalità per 6-3. Tra il giubilo del pubblico sugli spalti. Sfuma quindi il decimo titolo in carriera per Tomas, che si consola con la quinta posizione in classifica scavalcando Murray. Rimane tutto invariato per Roger. Il quale però aveva bisogno come il pane di questi successi. E nei primi mesi del 2014 ha dimostrato di poter ancora competere con i top 5. E di essere ancora ben lontano dal canto del cigno.
ATP DUBAI – FINALE
Roger Federer (SUI) b. Tomas Berdych (CZE) 3-6 6-4 6-3
TITOLI NEL CIRCUITO ATP
1 – Jimmy Connors 109
2 – Ivan Lendl 94
3 – Roger Federer 78
4 – John McEnroe 77
5 – Pete Sampras 64
5 – Bjorn Borg 64
7 – Guillermo Vilas 62
7 – Rafael Nadal
9 – Andre Agassi 60
10 – Ilie Nastase 57
Essere vulnerabili, e ammetterlo, è una grande risorsa
Vulnerabili lo siamo tutti, anche e soprattutto i tennisti, in un’epoca in cui la pressione per il risultato è...