18 mesi dopo, Venus Williams torna a vincere un torneo. A 34 anni, se il fisico la lascia in pace, può essere ancora competitiva. A Dubai ha addirittura fatto piangere Alize Cornet.
Venus Williams è tornata a mostrare il suo radioso sorriso
Di Riccardo Bisti – 23 febbraio 2014
Tante sofferenze, poi la rinascita. In virtù di questo, è stato bello vedere Venus Williams vincere il torneo WTA di Dubai. Molti pensavano che non avrebbe più vinto nulla, invece ha vissuto una settimana splendida, coronata dal facile successo (6-3 6-0 lo score) contro Alize Cornet in finale. Gli Emirati le portano bene: aveva già vinto nel 2009 e nel 2010 ed è imbattuta da 15 partite. Grazie a questo successo, rientrerà tra le top-30 WTA. Ma quando la Sindrome di Sjogren la lascia in pace, Venus vale abbondantemente un posto tra le prime 10. “Questa settimana si sono messi insieme tutti i pezzi del puzzle” ha detto. Il modo in cui ha dominato la francese è incoraggiante per il futuro, perchè il punteggio non tiene conto del grande impegno messo in campo da Alize. Forte del successo contro Serena in semifinale, le ha provate tutte, fino all’ultimo punto. Eppure ha dovuto incassare un cappotto nel secondo set, segno che Venus stava davvero bene. La francesina era partita benissimo, salendo 2-1 e servizio. Ma poi ha subito quattro giochi di fila, scoppiando addirittura in lacrime a un cambio di campo. “E’ finita 6-3 6-0, ma siamo state in campo per 90 minuti. Significa che c’è stata battaglia. Lei, tuttavia, è stata migliore di me. Ha giocato più aggressiva, mi ha tenuto lontano dal campo. Da parte mia, ho servito peggio di ieri e i miei colpi non sono stati così profondi. Venus ha meritato di vincere”. Un rovescio vincente ha sigillato il 6-3 nel primo set, poi il secondo è stato un monologo di Venus. La Cornet ha cercato in tutti i modi di strapparle almeno un game, ma non c’è riuscita.
“La differenza tra me e Serena? Semplicemente io ho messo in campo un paio di palle in più” ha scherzato Venus. La sorella era a bordo campo, elegantissima, insieme al fidanzato-coach Patrick Mouratoglu (pure lui piuttosti in tiro). Dopo la clamorosa sconfitta di venerdì, Serena ha detto di non aver avuto alcun problema fisico. In realtà ha servito piuttosto male. Al di là delle considerazioni sulla sua schiena, l’impressione è che non abbia giocato al top, come se non avesse così tanta voglia di affrontare la sorella in finale. In fondo, è comprensibile. Serena non aveva alcun bisogno di vincere questo torneo, mentre il 45esimo titolo offre a Venus fiducia e motivazioni per l’ultima parte della carriera. A quasi 34 anni (li compirà a giugno), le tante sconfitte raccolte negli ultimi due anni l’avevano portata ai margini. Adesso invece andrà tenuta in considerazione in tutti i tornei, a patto che i problemi fisici la lascino in pace. “Accidenti, 18 mesi senza vincere un torneo? Beh, adesso mi sento molto bene, è l’unica cosa che posso dire”. Anche Venus, al pari della sorella, salterà il torneo di Indian Wells. Le rivedremo a Miami e sarà un test importante per capire se le Williams Sisters riusciranno a fermare il tempo ancora una volta. La Cornet, a parte le lacrime durante il match (poco condivisibili) ha detto che spera di poter avere un’altra occasione per battere entrambe le sorelle nel solito torneo (“Magari riesco a batterle”), e può comunque festeggiare la finale più importante in carriera: nel 2008 andò in finale a Roma, ma all’epoca il montepremi era inferiore. “E’ stata una gran bella settimana, è sempre dura finire così, oggi credevo nelle mie chance, ma c’è comunque da essere felici. Ho grandi fiducia per il resto della stagione”. E nel deserto della California non troverà nè Venus nè Serena. Sotto sotto, ne sarà ben felice.
WTA PREMIER DUBAI – FINALE
Venus Williams (USA) b. Alize Cornet (FRA) 6-3 6-0
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