L’ex fuoriclasse tedesco analizza i principali temi del momento, rispondendo anche a Kyrgios dopo il battibecco

Boris Becker torna a parlare. Il tedesco, attuale coach di Holger Rune, nel podcast di Eurosport Germania Das Gelbe vom Ball, ha toccato diversi temi dell’attualità tennistica, cominciando a volgere lo sguardo verso la stagione 2024. Questo il suo pensiero su Rafa Nadal, il cui rientro è visto in maniera ottimistica dall’ex numero 1 del mondo: “Tornare è sempre la cosa più complicata perché ci sono tutte le aspettative. Qui poi parliamo di Nadal, 22 volte campione slam. Nei tuoi sogni vedi te stesso alzare il Roland Garros 14 volte, oppure Wimbledon. Nadal ha già vinto tutto, e l’ha fatto più volte. Le sue aspettative sono piuttosto alte anche se non lo ammetterà mai in pubblico, è troppo intelligente. Per fare in modo di giocare il suo miglior tennis a Parigi avrebbe dovuto iniziare prima o poi da qualche parte. Ha scelto l’Australia. È il primo torneo del Grande Slam dell’anno. Ecco, qui non credo che le sue aspettative siano alle stelle: se vincerà qualche partita lì, buon per lui. Poi si concentrerà presto sui tornei sulla terra battuta. Giocherà sicuramente a Montecarlo, Barcellona, Madrid e forse anche a Roma per essere di nuovo in forma al 100% Parigi. Ma non gioca a tennis da un anno e per ritrovare la sua leggendaria forma sa che dovrà sudarsela giocando partite vere, nel circuito maschile funziona così. Non scommetterei mai contro Rafael Nadal sul campo da tennis. E’ troppo forte, ha vinto troppo, è troppo esperto; è uno dei migliori giocatori di tutti i tempi e se pensa di avere ancora la possibilità di vincere, allora bisogna credergli. Poi, ripeto, io non ho dubbi: andrà in Australia senza grandi aspettative. Il suo obiettivo è il Roland Garros e le successive Olimpiadi, sempre a Parigi. Abbiamo parlato di forma fisica, di allenamento, abbiamo detto che la forma si ottiene solo giocando partite vere. Quindi dovrà sicuramente attraversare un po’ di valle di lacrime, dovrà soffrire un po’ a marzo e aprile per arrivare al suo meglio a maggio. Questo è il piano e l’ha già fatto in passato. Due anni fa, credo, quando è stato infortunato a lungo e quando è tornato nessuno pensava potesse farcela di nuovo. E poi che è successo? Ha vinto il torneo. Tutto è possibile con Nadal”.

Su Djokovic e le sue motivazioni che continuano ad essere altissime nonostante i tanti successi: “E’ difficile trovare le parole perché a 36 anni semplicemente non dovresti giocare a tennis ‘così’. Quanto ti stancherai? Quando smetterai di avere questa motivazione? O più semplicemente quando la nuova generazione riuscirà ad avvicinarsi? Ma è così: Novak è ancora il dominatore. Ha vinto 3 slam su 4 e quando ha perso è stato in quella favolosa finale di Wimbledon con Alcaraz, che per me è stata la miglior partita dell’anno. Con tutto il rispetto per tutti gli altri vincitori, ma Djokovic-Alcaraz è stata fuori dal mondo. Con tutto il rispetto anche per tutti gli altri sport, credo che nulla sia stato meglio. Quindi la domanda è sempre quella: quanto a lungo andrà avanti su questo livello, per quanto tempo potrà continuare così? Compirà 37 anni a maggio. Alcaraz e soci saranno più maturi di un anno più maturi, più esperti, probabilmente migliori. Penso che la cosa migliore che possa accadere al tennis è che Djokovic rimanga forte e che le generazioni più giovani si avvicinino al suo livello. In altre parole, mi aspetto ancora che Djokovic possa vincere uno o due Slam. Ma credo anche che Alcaraz e gli altri riusciranno a mettergli il bastone tra le ruote un po’ più spesso. Ma spero anche che questa nuova rivalità tra il giocatore di maggior successo di tutti i tempi e il resto del mondo del tennis continui a lungo, perché noi appassionati di tennis ne si possa continuare a godere”.

Infine, un’altra stilettata a Kyrgios, ribadendo la sua idea sul tennis del passato: “Viviamo in una democrazia. Ognuno può pensare ciò che vuole. Bisogna però avere rispetto per il passato e dire semplicemente “grazie” ad alta voce per l’esistenza di questi vecchi professionisti, perché senza di loro il circuito del tennis non esisterebbe più. Vorrei iniziare con l’Australia. Rod Laver, Ken Roswall, John Newcombe, Ken Roach: i gladiatori della scena tennistica australiana. Poi devo citare Patrick Rafter e Lleyton Hewitt. Erano tutti numeri uno, vincevano tornei del Grande Slam. Vado oltre nella questione generazionale e dico: anni ’70, John McEnroe, Jimmy Connors, Bjorn Borg, poi è arrivato Ivan Lendl. Hanno reso popolare lo sport, hanno attirato gli spettatori verso la televisione. Oggi potete vedere il risultato. Non c’è mai stato così tanto denaro in circolazione a livello di prize money dei tornei, non c’è mai stata così tanta pubblicità come c’è oggi. E questo grazie alle leggende. Ne ho fatto parte anch’io negli anni ’80, ma c’erano anche Edberg, Wilander. Negli anni ’90 c’erano Agassi, Sampras. Tutti questi giocatori hanno permesso a Nick Kyrgios di non giocare a tennis per un lungo periodo e fare comunque soldi“.