Tutto (o quasi) quello che abbiamo imparato nell'ultima settimana di tennis. Dal confronto Slam fra Djokovic e Federer al punto più bello di Wimbledon, dal mitico Dustin agli ascolti record di Sky, dalle scarpe di Bettarini a Roger Cassano. 
Qui ci siamo occupati di confrontare i successi di Federer all’attuale età di Djokovic (28 anni) nel quale si evidenzia come lo svizzero sia leggermente avanti i quasi tutte le più importanti voci statistiche. Tuttavia, per capire la straordinarietà dei risultati di Djokovic, c’è un dato che va sottolineato. Ai 28 anni di età, Djokovic ha raggiunto 17 finali Slam, di cui 15 giocate contro un altro Fab Four (Nadal, Federer o Murray: 8 vittorie e 7 sconfitte); alla stessa età, Federer era già a quota 20 ma solo in metà di quelle occasioni affrontò un Fab Four (5 vittorie e 5 sconfitte, tutte contro Nadal). Nelle restanti 10 finali (tutte vinte) affrontò campioni ma non fuoriclasse come Roddick, Baghdatis, Gonzalez, Safin, Hewitt, Soderling e Philipoussis, oltre ad un 35enne Agassi). Paradossalmente però, con l’età di Federer che avanza, Nadal che appare in evidente difficoltà e i giovani che tardano a crescere, Djokovic potrebbe vivere nella seconda parte della sua carriera un periodo del tutto simile a quello affrontato da Federer nella sua prima parte. Basterà per raggiungere il record di 17 Slam dello svizzero?

IL PUNTO PIU’ BELLO
Lasciate stare il passante di Federer a Murray, il punto più bello di Wimbledon è questo qui.

IL TIFO CONTRO
Una delle bassezze sportive è il tifo contro, tipico dei calciofili più estremi. Ebbene, qualcosa di simile accade anche nel tennis quando si pecca di lesa maestà, cioè battere Federer ai Championships. Djokovic non ha mai fatto mistero di essere infastidito dal tifo contrario ma pare che questa situazione aumenti le sue energie psico-fisiche. In sostanza, più gli tifi contro e più determinazione mette nel suo gioco. Che sia meglio, per i tifosi dei suoi avversari, regalargli qualche ola in più?

MITICO DUSTIN!
Il serve & volley è sparito? Ditelo a Dustin Brown, che pure giocava contro uno (Rafa Nadal, of course) che risposte e passanti li tira decentemente.

 
UN INDOVINO MI DISSE / 3
Tre anni fa, scambiando quattro chiacchiere con Bjorkman al Forte Village Resort, mi disse che il futuro del tennis svedese era nella mani di una tipica famiglia del Nord Europa… “I fratelli Ymer giocano piuttosto bene. Ci vorrà tempo, ma possono diventare ottimi professionisti”. Elias sta già vincendo tra i pro, Mikael è arrivato in finale a Wimbledon juniores.

 
ASCOLTI RECORD
Dopo Roland Garros su Eurosport, anche Wimbledon su Sky Sport ha registrato audience da record. La finale maschile è stata vista in media da 464.612 spettatori, con il 4,08% di share e 1.006.913 spettatori unici. Si tratta del match di tennis più visto di sempre, tra quelli trasmessi da Sky Sport. Per dire, la gara della MotoGP con Valentino Rossi in testa al Mondiale, ha raccolto 1.073.415 spettatori unici.

BATCH POINT
Giancarlo Baccini, pensionato Fit da qualche mese, tiene una rubrica sulla rivista federale dove, come sua abitudine, tende a criticare i colleghi senza far nomi e cognomi (devo supporre che il coraggio non sia una qualità che viene esaltata dall’età). In questo caso, la sua ira punta l’inviato di Tuttosport, che ci risulta essere Daniele Azzolini, il quale, secondo la tesi bacciniana scrive stupidaggini e puttanate che Tuttosport pubblicherebbe perché Azzolini si fa pagare poco. Ma di cosa si è reso colpevole Azzolini? In particolare di aver sottolineato risultati poco incoraggianti degli azzurri sull’erba di Wimbledon e soprattutto di aver fatto notare come tanti (bravi) tecnici italiani lavorino con giocatori stranieri. Considerazioni peraltro testimoniate dai fatti e che dovrebbero servire da suggerimento. I grandi manager ammirano soprattutto coloro che mostrano le pecche di un determinato sistema non solo chi propaganda le note positive. Altrimenti crescere diventa difficile. Quindi, se è giusto sottolineare i risultati importanti ottenuti dai nostri giocatori e soprattutto dalle nostre giocatrici nelle ultime stagioni, sarebbe opportuno prendere coscienza (anche pubblicamente) che il futuro non appare così roseo. Spulciando la classifica ATP under 21, troviamo solo due italiani tra i top 50 (Donati al n.18, Mager al n.49); tra e donne va ancora peggio: nessuna azzurra è presente tra le prime 100 della classifica WTA under 21. Oh, ma son tutte congetture di inadeguati giornalisti. Il leccaculismo, questa è onestamente una bella piaga del tennis e (forse) dello sport italiano.

IL SALTO DELLA GIORGI
Potenzialmente. E’ una parola spesso abusata nel gergo tennistico italiano. Prendiamo Camila Giorgi, dalla quale ci si aspetta il definitivo salto di qualità. Un talento talmente naturale che il click potrebbe accadere in qualsiasi momento, garantendole un posto nella top 10 come già avvenuto con Schiavone, Pennetta ed Errani. Quest’anno ha vinto il suo primo titolo WTA ma ci si aspettava qualche exploit (anche isolato) in più. Per attaccare le top 20, bisognerebbe avere un record confortante contro di loro: nel 2015, Camila ha giocato 11 match contro una top 20 e ne ha vinti solo tre (contro la Pennetta, la Cornet e una Radwanska ancora arrendevole). Ha peraltro vinto solo 2 match su 6 contro giocatrici di classifica compresa tra il n.21 e il n.50.

UNA “STRANA” PROGRAMMAZIONE
Mi sorprende vedere Simone Bolelli iscritto al challenger di Scheveningen (al posto dell’ATP di Umag) e, forse in misura ancora maggiore, Sara Errani impegnata nei piccoli tornei di Bucarest e Bad Gastein, ignorati da altre top 20 mondiali. Discorsi economici a parte (e se la ragione fosse solo quella la capirei perché è troppo facile criticare quando i soldi non finiscono nelle nostre tasche), appaiono scelte un po’ troppo provinciali. Giocare sotto il proprio livello aiuta il portafogli e a conquistare qualche punto con maggior facilità, ma senza scontrarsi con continuità con le più forti, difficilmente il livello cresce. Nell’anno d’oro 2013, Sarita dall’inizio dell’anno al torneo di Wimbledon, giocò 19 volte contro una top 20, quest’anno solo 6.

LE SCARPE DI BETTARINI
Ve lo ricordate Stefano Bettarini? Buon calciatore forse più famoso per la liason con Simona Ventura. E’ fra i tanti calciatori appassionati di tennis. Ma come si sceglie le scarpe, forte del suo status di ex campione. Chiede al suo negoziante di fiducia (Tennis Corner a Firenze) di fotografargli tutte le scarpe che ha in negozio, e poi sceglie con calma, via whatsapp.

ROGER CASSANO
A proposito di calciatori, ho rivisto in quel della Sardegna, Antonio Cassano, modesto tennista sul campo ma grande appassionato, di Federer in particolare: “L’incubo è il fuso orario dell’Australian Open: giocavo nella Samp, e una volta sono arrivato mezzo addormentato alla partita dopo aver passato la notte a vedere un match di Federer. Non finiva mai: alla riunione tecnica, più che ascoltare il mister, guardavo il telefonino per avere gli aggiornamenti!”.

IL ROVESCIO (INUTILE) DI GRIGOR
Il commento tecnico più azzeccato durante Wimbledon l’ho ascoltato (o meglio, letto) dal nostro Federico Ferrero: “Raramente ho visto movimenti di rovescio a una mano più dispersivi di quello di Dimitrov. fatica 100, spinta 1”. Ora vedremo se era colpa del (licenziato) Rasheed.

PALLEGGI COL DIREKTOR E…
Va beh, bastano quattro scambi col Direktor e uno va in semifinale a Wimbledon, l’altra si qualifica per il primo torneo WTA della stagione e passa pure il primo turno! What a hitting partner! @richardgasquet @alizelim

IL COCCODRILLO DI HENRI
Pare siano tutte esaurite le racchette Lacoste con base di balda e in edizione imitata. Alcune ono finite nelle mani di Henri Leconte che ci ha giocato a Wimbledon tra i senior.

TU VUO’ FA’ L’AMERICANO?
Sogno che mia figlia (tre anni) ottenga una borsa di studio per una università americana (ovviamente in Florida ;)) grazie al tennis. Non serve uno status da top 100 del mondo (ci sono riuscite anche giocatrici di seconda categoria italiane) e la pratica è sempre più diffusa visto che il 41% in campo maschile e il 45% in campo femminile dei giocatori/giocatrici della Division I della NCAA Tennis è composto da atleti/studenti non americani. Comandano tedeschi, inglesi e spagnoli.

TWEET OF THE WEEK
Federer allenato da Edberg è come Scarlett truccata da Marylin”. Ah, se @PaoloCond fosse appassionato di tennis.

STORY OF THE WEEK
Un bell’articolo che spiega le eccessive aspettative che vengono poste sui giovani americani, per nulla pronti ad affrontare il circuito pro. Vedi Frances Tiafoe.

FAN OF THE WEEK
Beh, le signore che si sedevano tre ore a vedere un match sui campi secondari di Wimbledon con una bottiglia di vino tra le mani e che uscivano mezze ubriache (Meloccaro cit.)

COURT OF THE WEEK
Gaibledon, i Championships all’italiana. Con i giocatori TPRA come top players. Cool.

 
BOOK OF THE WEEK
Dimmi che credi al destino di Luca Bianchini. Consigliato da Roberta Vinci.

SHOOT OF THE WEEK
In ricordo di Taylor.



E per capire cosa voglia dire.

QUOTE OF THE WEEK
Sergiy Stakhovsky: “Nel circuito WTA una tennista ogni due è lesbica”. Ora, Sergiy, magari sono altre le ragioni per cui ti è andata buca più di una volta. Ma quante volte succede che uno sportivo che diceva cose intelligenti, poi finisce vittima del suo stesso personaggio?

PICTURE OF THE WEEK
Monfils vale sempre il prezzo del biglietto.

 
FAIR PLAY
Le strette di mano in campo femminile solitamente sono piuttosto freddine. Invece, nonostante l’aspra battaglia agonistica, Serena e Vika mostrano come dovrebbe concludersi un match di tennis (e anche se Vika ha inizio stagione ti ha fregato lo sparring).

 
PRODUCT OF THE WEEK
Sono appena arrivate nei negozi e promettono di diventare una valida alternativa alle Gel Resolution: ladies & gentlemen, le Boost tennis di Adidas. A breve il nostro test completo.

 
VIDEO OF THE WEEK