Pur nella fuggi fuggi dopo il sorteggio di Fed Cup al Palais du Pharo, credo di poter affermare con sufficiente certezza che anche Oceane Dodin, riserva francese nell’occasione, può dire come la Gavrilova, I'm good from behind.
FRANCESISMI
Ciapò
QUEL FAMOSO DITO MEDIO
Italia-Francia non è mai uno scontro banale: c’è stata la testata di Zidane e il dito medio della Pennetta. Ricordate?
PENNETTA O SCHIAVONE
Credo ci sarà un bel duello tra Pennetta e Schiavone per succedere a Barazzutti come capitano di Fed Cup. La Schiavone partiva in vantaggio ma deve sbrigarsi… a smettere di giocare. E sono convinto che, se non gli toccano troppo lo stipendio, Barazzutti cederebbe volentieri la sua sedia per seguire solo i ragazzi della Davis (in particolare dovessimo retrocedere in Serie B).
CAPITAN DAVIS
A proposito di Davis: ad Amburgo Barazzutti mi ha confidato che probabilmente il trio Binaghi-Palmieri-Barazzutti continuerà per un altro mandato di 4 anni. Giorgio Galimberti, che la sedia di capitano di Davis se la mangerebbe pure, per adesso ha messo un altro tassello nel suo ambizioso progetto visto che seguirà per 20 settimane i migliori over 18 italiani. I quali però, mi risultano già impegnati con i rispettivi coach. I quali saranno disposti o meno ad accettare un consulente magari non richiesto? In generale, un servizio di assistenza che va lodato.
MAMMA HO PERSO IL PUNTO…
Il match è stato di quelli combattuti e, perso sul filo di lana, nemmeno la Prestige ha resistito alle botte di Martin Klizan.
SLICE
La riscoperta del servizio slice (sia in campo maschile sia femminile), ci obbligherà ad una puntata speciale nella nostra sezione tecnica, anche perché i risultati sono altamente positivi, soprattutto ora che c’è la tendenza a rispondere da più lontano la riga di fondo, soprattutto tra i maschietti.
CHE TORNEO!
Il torneo di Rotterdam credo abbia un budget di oltre 20 milioni di euro e quest’anno è rimasto senza top 10. Certo, avranno risparmiato sul monte ingaggi, ma un 500 ridotto così fa sempre più pensare che gli Slam fanno storia a sé, che i Masters 1000 hanno una tradizione che impone un vivo interesse anche per i top players e il resto sia per i giocatori di seconda o terza fascia.
CHE CORAGGIO!
Leggo sul magazine della Fit un accorato messaggio di Roberto Commentucci che sostanzialmente ci invita a restar cauti, che tanto il settore femminile è pronto a sfornare nuove, ottime giocatrici. In realtà si citano ragazzine ancora talmente lontane dal tennis professionistico, che azzardare pronostici è assurdo (considerando che fra queste non vedo enfant prodige in stile Capriati o Hingis). Meglio affidarsi ai numeri. Se dunque prendiamo la classifica WTA under 21, la prima italiana è Alice Mateucci, numero 323 al mondo e con 57 giocatrici della sua età (o più giovani) che le stanno davanti. Credo che, a fronte dei risultati ottenuti dal centro tecnico di Tirrenia, si trattasse di un'azienda privata il suo "management", Eduardo Infantino e Giancarlo Palumbo in primis, sarebbero, per così dire, già stati allontanati. Mentre sono curioso di sapere: 1, se il contratto di Infantino che mi risulti scadere quest’anno verrà rinnovato e 2, se continueremo ad avere una seconda base di allenamento in Argentina, perché viaggiare tempra il carattere, non certo perché Infantino è di quelle parti. Ricordo ad un simposio a Biella, un maestro italiano chiedere a Toni Nadal se era corretto portare le sue ragazzine a giocare tornei in posti difficili per adeguarle alla dura vita del circuito. Toni rispose: “Noi siamo sempre rimasti a casa, allenandoci bene e senza inseguire facili punti in piccoli tornei africani: soldi buttati. Se migliori e diventi forte, salirai in classifica. E imparerai a prendere un aereo tutte le settimane”.
IL BELLO DEL TENNIS
Bello vedere i supporter italiani farsi i selfie con la Mauresmo. Ce lo vedreste un calciofilo milanista chiedere una foto con Mancini prima del derby?
AHI AHI!
Impegnato in una session con giovani appassionati, anche Novak Djokovic si dimostra perplesso sulla tecnica di questo bambino sulle palle alte…
OH, MARIA
La Sharapova si presenta in Fed Cup, pare addirittura senza racchette, solo perché obbligata dalla sua Federazione, sotto la minaccia di non essere convocata per le Olimpiadi. Poi, dopo che la Kuznetsova ha perso un match di quattro ore il giorno prima, la lascia scendere in campo, condannando la Russia ad una sconfitta inopinata contro l’Olanda. Probabilmente stava davvero male (ha rinunciato anche al ricco torneo di Doha) ma certamente l’atteggiamento di chi gioca la Fed Cup solo per guadagnarsi il pass olimpico è deplorevole. Un Presidente coraggioso le lascerebbe a casa, ma l’idea che il proprio sport porti a casa una medaglia (e di conseguenza qualche soldo) ingolosisce troppo.
OH, GRIGOR
A proposito di Maria, il suo ex fidanzato Dimitrov resta un giocatore bellissimo da veder giocare, di grande appeal, col difetto, non trascurabile, di vincere pochissimo. Come scrisse una volta il nostro Federico Ferrero: “Mai visto nessuno spingere così bene di rovescio e veder camminare così poco la palla”. E nemmeno il cambio di coach sembra aver sortito gli effetti sperati.
OH, DUSTIN
Dustin Brown è un fenomeno sociale perché pur giocando un tennis divertente, non c’è nessuna proporzione tra i suoi risultati (e la sua classifica da over 100) e il pubblico che riesce ad attirare. A Bergamo c’era davvero tanta gente per un primo turno contro Sektic! Certo, il pubblico femminile è attratto da ben altro che la sua (comunque spledida) volée vincente da dietro la schiena, ma in ogni caso resta un personaggio straordinario per questo genere di tornei. Peccato che a Bergamo abbia perso al primo turno.
OCCHIO ALLA PALLA
La prima cosa che ti dicono i maestri è tener d’occhio la palla fino all’ultimo. Certo, per la Putintseva non è facile…
PIATTI SHOW
Seppur datata di qualche mese, mi ero perso la puntata dei Signori del Tennis su Sky Sport dedicata a coach Riccardo Piatti e devo dire che è stata tra le più interessanti in senso assoluto (come spesso accade, intervistare un coach è più istruttivo di un giocatore). Ecco alcuni passaggi top:
1. Djokovic è il numero uno perché fisicamente è impressionante, con una elasticità unica. Tecnicamente mi piace come prepara il colpo, molto rapidamente. Le due qualità unite insieme, gli permettono di colpire sempre in ottimo equilibrio.
2. Di Federer mi piace tutto: come carica il servizio, come usa la mano sinistra nel portare indietro la racchetta nel dritto. Osservatelo soprattutto in allenamento, perché è lì che non colpisce mai due palle uguali: impressionante.
3. Nadal è il top player che nel corso degli anni è migliorato di più, grazie alla presenza di Federer ma soprattutto di Djokovic. In particolare ha dovuto accorciare il movimento del dritto che prima colpiva più arretrato e ora, nei giorni migliori, come maggior anticipo.
4. Murray con Lendl è migliorato nella risposta: ora è più aggressivo. Ci lavorassi io, insisterei molto sul servizio, soprattutto sulla spinta verso l’alto con la gamba destra.
5. Con Raonic ho portato avanti il mio pensiero, perché io sono anche un maestro di tennis a cui piace lavorare sulla tecnica. Poi devo fare l’allenatore, e applicare questi miglioramenti al tipo di gioco di chi alleno e poi ripeterlo in partita. Se non fai questo percorso dal principio, non otterrai risultati. Con Raonic ho lavorato tanto sul colpo che credevo potesse migliorare di più: il servizio! Vero, era già straordinario ma ora ha un lancio più preciso e continuo e conto che faccia molti più ace di una volta. Certo, a qualcuno può non esaltare questo tipo di tennis, ma a lui potrà servire per vincere tanto, e potrebbe diventare devastante. L’allenatore poi deve saper gestire i vari momenti della stagione: ce ne sono tre o quattro dove tutto fila liscio, il resto devi saperti adeguare e a fine anno tirare le somme.
6. La vittoria di Ljubicic a Indian Wells è stata un’emozione unica, ma Ljubo ha vinto meno e comunque più tardi di quel che poteva perché al principio non aveva risorse finanziare sufficienti per permettersi uno staff completo al suo fianco. Uno come Milos, che può permetterselo, credo che possa arrivare dove a Ljubo è stato impedito.
7. Con Ljubicic ho litigato fortemente una volta perché ritenevo Pete Sampras il più forte giocatore di sempre. Lui diceva che Roger sarebbe diventato migliore. Aveva ragione lui.
8. Il momento più brutto? Quando Ljubo ha perso la finale del Masters 1000 di Madrid, sul veloce indoor. Giocava molto meglio del suo avversario, era avanti due set a zero e ha perso al tie-break decisivo. Ma il pubblico nell’occasione fu davvero poco sportivo.
9. Io mi innamoro dei giocatori che credo possano diventare forti e del percorso che si potrebbe fare insieme. Anche se non sempre si riesce a raggiungere i risultati che si pensava.
10. Ho un figlio, Rocco, e spero soprattutto che impari a giocare un bel tennis. Diventare un campione è un’altra cosa: bisognerà vedere se avrà la forza di volontà e di sacrificio. Ma è ancora piccolo.
CHE SFORTUNA
Di solito è negli stadi che si vedono arrivare i soccorritori per uno spettatore che si è sentito male, dopo un rigore sbagliato o dopo una carica dei tifosi avversari. Nel tennis accade ben poche volte. Purtroppo è accaduto a questa signora, colpita dal gran caldo mentre si gustava la sua tranquilla giornata di tennis a Melbourne.
SAN VALENTINO
Domenica è il giorno degli innamorati e qui vediamo un romantico Benoite Paire col quale supponiamo tante nostre lettrici passerebbero volentieri un week-end.
QUOTE OF THE WEEK
Matteo Berrettini. 19 anni, sul suo avversario di primo turno al Challenger di Bergamo, Jan Hernych, 36 anni: "Non lo conosco granché: quando ha giocato la sua prima partita da pro nel '98, avevo due anni!”.
PRODUCT OF THE WEEK
Put Out The Vibe! Lo urla anche Mats Wilander nel promuovere questo nuovo antivibrante che renderebbe l’impatto davvero bello secco, annullando le vibrazioni. Mah… però è carino. www.putoutthevibe.com.
RACQUET OF THE WEEK
Sul nostro prossimo Magazine, in uscita la prossima settimana, troverete la sua storia e della sua racchetta: una breve anticipazione fotografica sulla Big Bubba da 137 pollici utilizzata da Matt Seeberger.
TENDENZA OF THE WEEK
Si cerca di far scarpe sempre più leggere, quasi l’influenza del running fosse giunta al mondo del tennis. Attendo con grande curiosità le nuove Jet di Babolat e le Mizuno, mentre abbiamo “cassato” le ultraleggere Artengo. Ma, al di là di ogni questione puramente commerciale, per adesso la coppia Asics Gel Solution Speed e Gel Resolution non teme confronti.
INTERVIEW OF THE WEEK
Stefan Edberg ci spiega come ha cominciato a giocare a tennis, il mix con calcio e hockey, la scelta del tennis a 10 anni perché vinceva già tanto… nonostante al principio dovesse affittare la racchetta dal suo maestro per giocare!
STRING OF THE WEEK
Sempre più spesso, anche le donne si affidano all’incordatura ibrida. In questo caso, la Ivanovic abbina al budello naturale per le verticali (calibro 1.25, 24 kg con pre-strecth), una monofilamento Solinco Tour Bite sulle orizzontali sempre di calibro 1.25, a 23 kg e senza pre-stretch. Insomma, anche le donne, generalmente meno attente sui materiali rispetto ai colleghi ATP, cominciamo a fare più attenzione.
BUSINESS OF THE WEEK
Un noto negozio di Bergamo, per una settimana pare impazzito e ha offerto tutte le racchette Wilson (tranne l’ultima Pro Staff del 25esimo anniversario), sottocosto. Una Federer a 104 euro, Burn 100 a 84 euro (“Quando un negozio normale la paga più di 90 euro dall’azienda!”). Il Black Friday prevede una giornata con qualche ribasso, questa è stata una settimana veramente nera. Proprio dalla questione di saper calmierare i prezzi sul web e di trovare un corretto equilibrio sarà uno dei punti cardini del futuro dei negozi di tennis in Italia.
NEW BRAND OF THE WEEK
Si parla da diverse settimane delle scarpe Mizuno che ormai abbiamo visto ai piedi di tre ottimi giocatori: il nostro Simone Bolelli, Marcos Baghdatis e Ivan Dodig. A breve il nostro test sul campo. Per adesso possiamo anticipare che: 1. saranno molto leggere, sotto i 400 grammi per una misura 11 USA; 2. che il marchio Mizuno per le scarpe dovrebbe essere una garanzia.
TIP OF THE WEEK
Come rispondere efficacemente ad un servizio debole con una risposta aggressiva. Ecco tre valide soluzioni: basta una macchina lanciapalle (un buon maestro o un partner di allenamenti) e un target di riferimento. La risposta, soprattutto a livello di club, è troppo spesso considerata un colpo esclusivamente difensivo, mentre non è assolutamente così. GUARDA IL VIDEO