Altro risultato a sorpresa per Nikoloz Basilashvili: già vincitore all'ATP 500 di Amburgo, può ripetersi a Pechino. Vinta una bella semifinale contro Edmund, adesso sfida Del Potro per il titolo. Ride poco, ama l'aviazione e la cucina, ma a suon di risultati è diventato un esempio per i suoi connazionali.

È difficile vederlo sorridere. Non esiste una sola foto in cui Nikoloz Basilashvili sembri davvero felice. Anche a Pechino, dove ha raggiunto una bella finale, non ha dato particolari segni di entusiasmo. Posando nel classico selfie con gli appassionati cinesi, non sembra il ritratto della felicità dopo aver battuto Kyle Edmund e conquistato il diritto a sfidare Juan Martin Del Potro. Eppure, il suo tennis potente e i suoi risultati stanno dando più di una ragione di allegria a un Paese, la Georgia, che non ha particolari ragioni per sorridere. Allo Us Open ha giocato un grande torneo, prendendosi gli ottavi di finale contro Rafa Nadal. Gli ha anche portato via un set. A fare il tifo per lui c'era l'atleta georgiano più famoso negli Stati Uniti, il cestista Zaza Pachulia, stella dei Detroit Pistons. Ha conquistato una certa notorietà quando ha vinto due campionati NBA con Golden State Warriors. Negli ultimi anni, ha stretto amicizia con Basilashvili ed è volato apposta da Detroit per assistere al match contro Nadal. “Una delle più belle partite che abbia mai visto” ha detto. C'era anche l'ex Presidente della Repubblica, Mikheil Saakashvili. Ma se oggi l'atleta più famoso gioca a basket, mezzo secolo fa, quando la Georgia era inglobata nell'Unione Sovietica, a Tbilisi si emozionavano per Alex Metreveli, finalista a Wimbledon nell'edizione del boicottaggio di tutti i più forti. Tuttavia, legittimò quel piazzamento battendo un giovane Jimmy Connors nei quarti di finale. Nel 1974, ha anche fatto una sortita tra i top-10.

L'IMPORTANZA DI AVERE UN CAMPIONE
Quando ha vinto ad Amburgo, Basilashvili ha spiegato di non aver avuto particolari rapporti con Metreveli. Erano altri tempi. Quando l'URSS si è disgregata, una grave crisi economica ha quasi spazzato via il tennis dalla Georgia, meno di 5 milioni di abitanti sulle rive del Mar Nero. Non c'erano soldi, posti di lavoro. C'era fame, altro che tennis. “Diventare professionista in un Paese come la Georgia è estremamente difficile – ha raccontato Basilashvili – nel mio passato ci sono stati momenti davvero complicati. Nella mia vita non c'è mai stato nulla di facile”. Prima del suo avvento, c'era stato il talento pigro di Irakli Labadze, la cui semifinale a Indian Wells è stata la testimonianza di quello che avrebbe potuto fare… ma che non ha mai fatto. Adesso qualcosa si muove, soprattutto in campo femminile. C'è Oksana Kalashnikova, poi un paio di giovani di belle speranze: Ana Makatsaria e Mariam Dalakishvili. La partita di Basilashvili contro Nadal è stata un affare per la TV locale, un po' meno per alcuni georgiani che si trovavano a Flushing Meadows. Tra loro, c'era Nono Dzgania, donna di 57 anni che ora vive nei pressi di Manhattan. Non aveva un biglietto per l'Arthur Ashe, così si è dovuta accontentare di sostenere i giovani sui campi secondari. Secondo Pachulia, il suo collega tennista è già un modello per i georgiani. “Il nostro Paese è piccolo e dalla storia difficile. È complicato uscire dall'oscurità e realizzare i sogni tipici di ciascun bambino. Ma se lavori duramente ce la puoi fare, e Nikoloz ne è un buon esempio. Il suo successo può aprire le porte a tanti georgiani. Se dovesse servire per anche una sola persona, ne sarei felice”.

UNA GRANDE STAGIONE
Domenica mattina (ore 13.30, diretta SuperTennis per l'Italia), tanti georgiani faranno il tifo per lui, ormai specialista nei tornei ATP 500. A sostenerlo, anche la famiglia: cinque anni fa si è sposato, giovanissimo, con Neka, il 4 maggio 2015 è nato il primogenito Lukas. Ci sarà anche papà Nodar, ex ballerino presso la compagnia Sukhishvili, balletto nazionale georgiano. Fu lui a mettergli la racchetta in mano. Ma poi Nikoloz ha fatto tutto per conto suo, navigando per anni nei bassifondi. Quest'anno è cambiato tutto: oltre alla vittoria ad Amburgo, ha raggiunto i quarti in quattro tornei ATP (Marrakech, Budapest, Antalya e Metz). Inoltre, aveva iniziato la stagione con un bel terzo turno a Melbourne, bloccato soltanto da Kyle Edmund, 7-5 al quinto set. Nove mesi dopo, si è preso la rivincita. E la Georgia, 5 milioni di anime affacciate sul Mar Nero, sogna insieme a lui. Magari un giorno lo vedremo ridere di gusto.

ATP 500 PECHINO – Semifinali
Juan Martin Del Potro (ARG) b. Fabio Fognini (ITA) ritiro
Nikoloz Basilashvili (GEO) b. Kyle Edmund (GBR) 7-6 6-4