Come era prevedibile, è stata Flavia Pennetta la mattatrice della gioiosa conferenza stampa delle azzurre. Nella sua Brindisi, ha scritto il finale più bello, quello che lei – e la sua famiglia! – avevano sognato. “E' finita alla grande, penso che siano state due splendide giornate, sia per noi che per il pubblico”. Quando le hanno chiesto il ruolo della sua famiglia nella storia del tennis italiano, ha provato a volare basso. “Di sicuro è molto importante per il tennis brindisino. Non solo io, ma hanno fatto qualcosa anche mia sorella, mia cugina e mio padre. Soprattutto per lui è stato un mese molto duro, finalmente oggi l'ho visto rilassato. Per quanto mi riguarda, vorrei diventare un simbolo, un esempio per il tennis italiano”. Nessuna parola sul doppio finale, clamorosamente dominato, mentre si è espressa sul singolare del 2-2: “C'era parecchia tensione prima di scendere in campo, tutti si aspettavano grandi cose. Ho giocato una partita ordinata, non sarà stato un tennis scintillante ma sono stata solida senza strafare”.“Super Contento”: si è definito così Corrado Barazzutti: per lui, finalmente, una vittoria al punto decisivo dopo le dolorose sconfitte di Genova e Astana. “Questa vittoria rafforza in parte i precedenti successi contro le americane, quando si diceva che non c'erano le Williams. Tuttavia non credo ci fosse bisogno di rivalutare questo gruppo. Restano tra le più forti al mondo, non vogliono mai perdere. Lo avete visto, le avete viste contro Serena”. Secondo Barazzutti può esserci ancora un futuro importante. “Dipenderà solo da loro e dalla voglia che avranno di andare avanti. Speriamo che arrivino fino alle Olimpiadi…”. Inevitabile, scatta la domanda se Errani-Pennetta potrebbe diventare un doppio su cui puntare in chiave olimpica. “E' ancora troppo lontano, non facciamo programmi così a lungo termine…” ha detto la Pennetta. A chiudere, Barazzutti ha fatto esercizio di modestia: “Non credo di aver fatto un capolavoro di strategia. Probabilmente ho fatto delle scelte corrette, ma le partite vanno giocate. C'è da dire che era una partita senza margine: le ragazze erano obbligate a non sbagliare niente. E non hanno sbagliato”. (Ri. Bi.)Come era prevedibile, è stata Flavia Pennetta la mattatrice della gioiosa conferenza stampa delle azzurre. Nella sua Brindisi, ha scritto il finale più bello, quello che lei – e la sua famiglia! – avevano sognato. “E' finita alla grande, penso che siano state due splendide giornate, sia per noi che per il pubblico”. Quando le hanno chiesto il ruolo della sua famiglia nella storia del tennis italiano, ha provato a volare basso. “Di sicuro è molto importante per il tennis brindisino. Non solo io, ma hanno fatto qualcosa anche mia sorella, mia cugina e mio padre. Soprattutto per lui è stato un mese molto duro, finalmente oggi l'ho visto rilassato. Per quanto mi riguarda, vorrei diventare un simbolo, un esempio per il tennis italiano”. Nessuna parola sul doppio finale, clamorosamente dominato, mentre si è espressa sul singolare del 2-2: “C'era parecchia tensione prima di scendere in campo, tutti si aspettavano grandi cose. Ho giocato una partita ordinata, non sarà stato un tennis scintillante ma sono stata solida senza strafare”.
“Super Contento”: si è definito così Corrado Barazzutti: per lui, finalmente, una vittoria al punto decisivo dopo le dolorose sconfitte di Genova e Astana. “Questa vittoria rafforza in parte i precedenti successi contro le americane, quando si diceva che non c'erano le Williams. Tuttavia non credo ci fosse bisogno di rivalutare questo gruppo. Restano tra le più forti al mondo, non vogliono mai perdere. Lo avete visto, le avete viste contro Serena”. Secondo Barazzutti può esserci ancora un futuro importante. “Dipenderà solo da loro e dalla voglia che avranno di andare avanti. Speriamo che arrivino fino alle Olimpiadi…”. Inevitabile, scatta la domanda se Errani-Pennetta potrebbe diventare un doppio su cui puntare in chiave olimpica. “E' ancora troppo lontano, non facciamo programmi così a lungo termine…” ha detto la Pennetta. A chiudere, Barazzutti ha fatto esercizio di modestia: “Non credo di aver fatto un capolavoro di strategia. Probabilmente ho fatto delle scelte corrette, ma le partite vanno giocate. C'è da dire che era una partita senza margine: le ragazze erano obbligate a non sbagliare niente. E non hanno sbagliato”. (Ri. Bi.)
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