di Gabriele RivaE’
arrivato dopo l’impresa di sabato, quando Flavia
Pennetta ha superato
Venus Williams, il quarto titolo in carriera per la brindisina
di Gabriele Riva
E’
arrivato dopo l’impresa di sabato, quando Flavia
Pennetta ha superato
Venus Williams, il quarto titolo in carriera per la brindisina.
Bangkok, un Tier III da 200.000 dollari, ha sancito l’effettivo ritorno
della nostra azzurra nel mondo del grande tennis. Dopo il passaggio a vuoto
che ha fatto seguito all’operazione al polso post Fed Cup 2006, e la lenta
ma progressiva discesa nel ranking, ecco la luce in fondo al tunnel. Due
semifinali consecutive, e questa vittoria. Prima Seul, fermata dalla vincitrice
del torneo Virginie Razzano, poi Tokyo, dove fu proprio la Venere Nera
ad aprirle gli occhi. Infine la terza settimana di grazia, quella appena
trascorsa, questa volta nemmeno l’uno e ottantacinque abbondante di Venus
ha potuto nulla, figuriamoci la resistenza della giocatrice di Taipei,
Chan Yung-Jan (numero 67 mondiale), che il tabellone le ha consegnato
nell’atto
conclusivo. Un 6-1 6-3 più lungo del previsto solo a causa
dell’interruzione
per pioggia a fine primo set. “Quando non giochi per molto perdi fiducia,
e di conseguenza perdi anche tante partite. Ecco perché sono contenta di
questo successo”.
Non più tardi di un anno fa Flavia era
nelle prime 20 del mondo, numero 16 addirittura. Poi il crollo che l’ha
portata quasi a uscire dalle Top 100. “Sono contenta sì, ma anche
un po’
sorpresa – ha detto la tennista pugliese – non me l’aspettavo proprio
di vincere qui. Ho dovuto affrontare una via l’altra Peer e Venus
Williams,
e poi i campi veloci non sono i miei preferiti”. Sorpresa o no, la
felicità
resta. Perché il quinto titolo in carriera (Sopot 2004, Bogotà
2005, Acapulco
2005) assomiglia tanto a una rampa di lancio per una seconda chance,
perché
da quel 92 nel ranking post Wimbledon, ora è di nuovo nelle
prime 40
(39). Con la voglia di tornare dove si merita, cioè tra le prime 20.
Almeno.
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