Super Italia nei tornei Challenger: Filippo Baldi vince il suo primo titolo a Ismaning e fa irruzione tra i top-200, mostrandosi pronto per l'ennesimo salto di qualità. Thomas Fabbiano vince ancora in Cina e torna a ridosso dei primi cento. Nel 2018 ne abbiamo vinti 14, miglior Paese insieme all'Australia.

I segnali c'erano già, forti e chiari, ma oggi è arrivata la certezza: nel tennis che conta può esserci spazio anche per Filippo Baldi. Il 22enne lombardo, compagno di Gianluigi Quinzi negli anni junior, aveva incontrato tantissime difficoltà nella transizione verso il professionismo: cambi di coach, problemi di autostima e risultati che non arrivavano. Per quattro anni, non è riuscito a schiodarsi dall'ottocentesima posizione. Era legittimo temere che fosse quella la sua dimensione. Invece, da quando ha trovato ospitalità a Palermo, sotto la guida di coach Francesco Aldi, è cambiato tutto: quattrocento posizioni scalate nel 2017 e altre duecento quest'anno, con lo splendido successo al Challenger di Ismaning, in Germania. Forse nemmeno Filippo pensava di sollevare la coppa (gigante!) riservata al vincitore. Invece ha giocato un torneo fantastico, battendo ottimi giocatori come Marco Trungelliti (n.3 del draw) e, soprattutto, Ugo Humbert in semifinale. Il successo contro il talentuoso francese è il più significativo, ancor più del 6-4 6-4 rifilato a Gleb Sakharov in finale. Significa che Baldi è entrato in una nuova dimensione, più importante.

AUSTRALIAN OPEN GARANTITO
Aveva dato ottimi segnali già al Foro Italico, in cui aveva conquistato un posto nel main draw. Con questo successo vola al numero 176 ATP, cassaforte per accedere a tutti i main draw Challenger, ma c'è da credere che tenterà qualche qualificazione ATP. E pensare che la classifica potrebbe essere ancora migliore se un fastidioso problema al polso non lo avesse rallentato in piena estate. Per fortuna si è risolto tutto al meglio e nelle ultime settimane ha messo il turbo: quarti a Como, semifinale a Banja Luka, semifinale a Barcellona e adesso la vittoria a Ismaning. Con questi risultati, si è garantito un posto nelle qualificazioni dell'Australian Open. Sarà la sua prima esperienza in uno Slam “vero”, dopo che da junior aveva raggiunto addirittura addirittura la semifinale, proprio in Australia, perdendo contro un certo Nick Kyrgios. Ragazzo intelligente, di personalità, Baldi ha un tennis completo e ha la capacità di adattarsi con agio a tutte le condizioni di gioco. Una vittoria sul cemento indoor dopo una semifinale colta sulla terra battuta la dice lunga sulla sua polivalenza. Sarà interessante vederlo contro Stefano Travaglia a Brest, dove è entrato grazie a uno Special Exempt. Comunque vada, l'Italia può gioire: ha recuperato un giocatore che soltanto un paio d'anni fa sembrava perso, almeno ad alti livelli.

THOMAS FABBIANO, PRINCIPE D'ORIENTE
La settimana dei Challenger ci ha regalato un altro successo: bisognoso di punti dopo non aver raccolto molto nel circuito maggiore, Thomas Fabbiano è andato a caccia di successi in estremo oriente e ha raccolto un bel successo a Ningbo, il torneo più ricco della settimana. Battuto Federico Gaio nei quarti (curiosamente, i due si ritroveranno uno contro l'altro questa settimana, al primo turno di Liuzhou), ha vinto una finale maratona contro Prajnesh Gunneswaran, numero 2 indiano, nostro prossimo avversario in Coppa Davis. Fabbiano è rimasto in campo quasi tre ore, imponendosi col punteggio di 7-6 4-6 6-3. Un successo meritato, perché nel percorso aveva battuto avversari ostici come Hiroki Moriya e Radu Albot. Con questo successo è risalito al numero 106 ATP e si è messo in ottima posizione per chiudere l'anno tra i top-100 ATP. Dovesse farcela, sarebbe il secondo anno consecutivo. Per lui è il sesto titolo Challenger in carriera: curiosamente, quattro sono arrivati in Cina e cinque in estremo oriente (uno è arrivato in Corea del Sud, a Seul 2017). L'unico successo “occidentale” risale al 2013, quando vinse a Recanati. Le vittorie di Baldi e Fabbiano consentono all'Italia di superare Spagna e Stati Uniti, raggiungendo l'Australia come Paese più titolato nei Challenger nel 2018: gli italiani, infatti, hanno intascato 14 tornei proprio come gli australiani. Gianluigi Quinzi e Paolo Lorenzi sono gli unici ad averne vinti due, mentre hanno raccolto un successo a testa Andreas Seppi, Matteo Berrettini, Marco Cecchinato, Stefano Travaglia, Luca Vanni, Salvatore Caruso, Lorenzo Sonego, Alessandro Giannessi e i già citati Baldi e Fabbiano. In questo momento, l'Italia ha ben undici giocatori compresi tra le 101esima e la 200esima posizione. Da segnalare, come informa SportFace, che Fabbiano ha effettuato una scelta importante: abbandonata la Tennis Training School di Foligno e coach Fabio Gorietti, si è spostato a Bordighera presso l'accadeamia di Riccardo Piatti.

CURIOSITÀ: Non solo Italia. La settimana appena trascorsa ha regalato un piccolo record: vincendo a Calgary, l'eterno Ivo Karlovic è diventato il più anziano di sempre a vincere un Challenger, superando un record che apparteneva a Dick Norman, vincitore a Città del Messico nel 2009. Curiosamente, quattro dei sei titoli più “anziani” nella storia dei Challenger sono maturati negli ultimi due anni.

ATP CHALLENGER – I VINCITORI PIÙ ANZIANI
Ivo Karlovic – 39 anni e 7 mesi – Calgary 2018
Dick Norman – 38 anni e 1 mese – Città del Messico 2009
Stephane Robert – 37 anni e 8 mesi – Burnie 2018
Bob Carmchael – 37 anni e 6 mesi – Hobart 1978
Stephane Robert – 37 anni e 5 mesi – Kobe 2017
Victor Estrella Burgos – 37 anni – Santo Domingo 2017