Un articolo apparso su Repubblica, nell’ambito dell’inchiesta sulla “casta” dello sport, si occupa della FIT. Poche ore dopo arriva la replica di Angelo Binaghi. Il dibattito.
Una vecchia conferenza stampa degli Internazionali d’Italia. Si riconoscono, da sinistra, Giancarlo Baccini, Angelo Binaghi, Ernesto Albanese (ex direttore generale CONI Servizi) e Nicola Pietrangeli
(Foto di Monique Filippella – è di Filippella anche la foto in home page)
TennisBest – 14 ottobre 2012
La Repubblica è uno dei tre grandi quotidiani italiani. Per questo, l’inchiesta a puntate sulla casta dello sport italiano ha significati che vanno ben oltre il contenuto degli articoli. Esasperata dalle notizie che emergono ogni giorno, la gente è pervasa dal desiderio catartico di conoscere a fondo il malcostume, nella speranza che serva a smacchiare la società e a farla ripartire, magari non vergine, ma di sicuro più pulita. Lo sport, a quanto pare, non è un’isola felice. E allora Agnese Ananasso si sta occupando di vicende legate al CONI e alle federazioni sportive nazionali. Nell’edizione di sabato 13 ottobre, a pagina 65, si parla del tennis e del nuoto. Per chi legge TennisBest, la parte dedicata al tennis non offre notizie sconvolgenti, nel senso che di questi argomenti ci siamo già occupati diffusamente, sia sul sito che sulla rivista. E' importante che certe vicende siano emerse su un giornale dalla tiratura così importante. Non ci sono accuse, non ci sono invettive. Ci sono una serie di dati, giudicati insufficienti in un’ottica di trasparenza totale. La pressione giornalistica di un organo importante come Repubblica ha spinto la FIT a pubblicare una vivace replica. Sul sito della federtennis appaiono un articolo di Giancarlo Baccini e la lettera, a firma del presidente Angelo Binaghi, inviata al direttore di Repubblica Ezio Mauro. Per completezza e correttezza di informazione riportiamo tutto. L’articolo di Repubblica ha avuto il merito di incentivare ulteriori risposte sugli aspetti gestionali della FIT. Ognuno potrà farsi la sua idea su articolo e replica. Noi ribadiamo le riflessioni di un articolo di qualche tempo fa (che, va detto, qualche risposta l'ha già avuta) e auspichiamo la pubblicazione (e non solo nelle bacheche intranet dei circoli) del bilancio 2011, recentemente approvato, ma nel dettaglio di ogni singola voce. Per intenderci, in un’ottica di totale trasparenza, è legittimo sapere quanto la FIT ha versato a un Gaio, un Colella, una Palmigiano, quanto agli azzurri di Davis e Fed Cup e quanto di rimborsi spese per i dirigenti o per i numerosi Comitati e Commissioni Federali (non ci crederete, ma ce ne sono 15!). Nessuno mette in dubbio – come Binaghi ha precisato – che il 2011 si sia chiuso con un utile di 2.018.074 euro, ma è anche importante capire come è stato generato (le tasse federali, per esempio, sono aumentate parecchio dal 2006 a oggi ed è previsto un ulteriore aumento, sia pure contenuto). In altre parole, se la FIT manda un po’ di persone a San Diego per la finale di Fed Cup e poi la mamma di Nastassja Burnett trema per il futuro agonistico della figlia, a Ernst & Young non interessa. Agli appassionati si. Noi continueremo a tenervi informati. Permetteteci di chiudere con una nota personale, relativa alla vicenda di Gianluca Rinaldini, ex ottimo giocatore costretto su una sedia a rotelle a seguito di un incidente stradale avvenuto nel 1985. Signori, qui si parla di un dramma umano: riempie il cuore di tristezza vederlo inserito in un’accozzaglia di dati e informazioni. La FIT sostiene che Rinaldini abbia avuto incarichi fino al 2006 e che sia stato impossibile rinnovarli per “inadempimenti contrattuali ampiamente documentati”, e non perché aveva votato Tronchetti Provera alle elezioni del 2004. Vista la delicatezza della questione, che merita una sensibilità umana che francamente non ci è parso di riscontrare, poniamo queste domande alla FIT, in modo da poter almeno chiarire a fondo una vicenda davvero triste.
1) Quali incarichi ha ricoperto Rinaldini dal 14 novembre 2004 (data delle elezioni) al 2006?
2) Quali sono – nello specifico – gli inadempimenti commessi?
3) Perché era impossibile rinnovare gli accordi?
4) In cosa consisteva la transazione proposta dalla FIT e che lui avrebbe accettato?
(Riccardo Bisti)
L’ARTICOLO DI AGNESE ANANASSO
Nello sport italiano i soldi pubblici vengono spesi male e in modo poco trasparente dalle federazioni di ogni dimensione. Da quelle con pochi iscritti come il pentathlon, alle più grandi come Figc, Federtennis e Federnuoto. Tennis. La federazione è un affare di famiglia. Supertennis costa 4 milioni di euro l'anno. Anche in casa Fit i bilanci sono introvabili. Sul sito c'è solo uno stralcio di bilancio del 2010, comparato a quello del 2002, anno economicamente nero del tennis italiano. La Fit riceve oltre 6,2 milioni di contributi pubblici (un quinto delle entrate totali) di cui circa 5,9 dal Coni, più che raddoppiati in dieci anni e che aumentano all'aumentare dei tesserati. Secondo le nuove norme si possono tesserare tutti gli iscritti ai circoli affiliati, anche senza che giochino a tennis. Dei 28,7 milioni di spesa, ben 5 se ne vanno in personale e strutture, mentre quasi 2 sono "spese generali". E si scopre che la federazione ha tre società partecipate, con 78 dipendenti: la Fit Servizi srl, la Mario Belardinelli ssd e la Sportcast. La prima, che gestisce e amministra le finanze della Fit, ha come socio la Lega italiana tennis e Marco Perciballi, consulente della società e della Fit. La Mario Belardinelli, che organizza i centri estivi della Fit e offre consulenze, è partecipata dalla Fit servizi, dalla Lega tennis e dalla International lawn tennis club Italia. Dal 2008 al 2010 ha ricevuto dalla Fit circa 2,7 milioni. Altri 4 all'anno invece vanno alla Sportcast, editore di SuperTennis tv. Il presidente è Carlo Ignazio Fantola, anche vicepresidente del gruppo editoriale Unione Sarda, nonché zio del presidente Fit Angelo Binaghi, rieletto per la quarta volta. La Fit ha indicato come consigliere delegato la QA srl, della famiglia Baccini, che già si occupa della comunicazione della Fit (promozione e comunicazione costano 3,2 milioni). Giancarlo Baccini è anche direttore della tv. Su tutto questo è aperta una interrogazione parlamentare al ministro Gnudi. Ombra completa su tutto il resto, a partire dalle spese sostenute per organizzare gli Internazionali Bnl. Sono noti i ricavi, 15-17 milioni, ma l'utile si riduce a poco più di un milione di euro. Sul dettaglio dei costi mistero assoluto. Non è un mistero invece che l'ex tennista azzurro Gianluca Rinaldini – paraplegico a 26 anni per un incidente stradale – nel 2004 ha perso tutti i suoi incarichi nel mondo del tennis: aveva votato l'avversario di Binaghi. Vincitore.
LA REPLICA DI ANGELO BINAGHI
“Antesignani nella trasparenza,
capaci di crescere autofinanziandoci”
Preg.mo dott.
EZIO MAURO
Direttore de “La Repubblica”
Gentile Direttore,
con riferimento all’articolo “Tennis, un affare di famiglia / quante ombre in quei bilanci”, apparso su “La Repubblica” del 13 ottobre 2012, ai sensi della legge sulla stampa La invito a pubblicare, nell’edizione di domani, la seguente rettifica:
«Non risponde al vero che i bilanci della FIT siano “introvabili”. Quello dell’anno 2011, unitamente ai bilanci delle tre società partecipate dalla Federazione, oltre ad essere stato consegnato ai partecipanti all’Assemblea Nazionale tenutasi lo scorso 9 settembre, è stato reso disponibile a tutte le oltre 3.000 società affiliate, nella bacheca intranet di ciascuna, accessibile dal sito www.federtennis.it.
Al riguardo, giova precisare, da un lato, come tale bilancio, così come quelli degli otto precedenti esercizi, si sia chiuso evidenziando un risultato positivo (pari ad euro 2.018.074, con una patrimonializzazione netta, al 31 dicembre 2011, pari ad euro 8.283.896); dall’altro, come esso, oltre ad essere stato approvato dagli organi di controllo indicati dalla legge, sia stato certificato da un colosso mondiale della revisione quale Ernst&Young, che ha anche certificato i bilanci delle tre società controllate dalla FIT (bilanci fra l’altro disponibili – anche – presso la Camera di Commercio di Roma). La FIT è, ne sono certo, la prima federazione sportiva che fa certificare i propri bilanci da una società di revisione indipendente.
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Non è corretto dire che il contributo che la FIT ha ricevuto dal Coni è stato doppio rispetto a quello di dieci anni prima, senza precisare che, all’epoca, il personale della FIT era pagato direttamente dal Coni mentre, adesso, il finanziamento include il suo costo. A raddoppiare nello stesso periodo sono invece state le dimensioni del movimento tennistico italiano e dell’attività da esso svolta. Il tennis è oggi la prima disciplina individuale d’Italia per numero di praticanti e la quarta in assoluto dopo calcio, pallavolo e basket.
Nel 2011 la FIT ha investito nell’attività sportiva sia i 2.642.636 euro ricevuti dal Coni quale finanziamento per quella di alto livello sia 9.520.835 milioni di euro di risorse proprie. Tutte le altre attività federali sono state finanziate con i fondi della Federazione, che è un’associazione privata e rivendica perciò il diritto di utilizzare autonomamente i propri soldi, ovviamente nel rispetto delle proprie finalità istituzionali e delle indicazioni degli associati.
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Non risponde al vero che la controllata FIT Servizi srl “gestisce e amministra le finanze della FIT”. FIT Servizi si occupa, tra l’altro, del corretto funzionamento delle attività commerciali della FIT, oltre che dell’incasso relativo a quote di tesserati e affiliati, con obbligo di trasferire settimanalmente tali incassi sui conti della FIT; con il che la Federazione è riuscita ad attuare una gestione del personale che lavora nella propria organizzazione periferica, così stabilizzando decine di lavoratori precari ed eliminando la piaga delle vertenze giuslavoristiche dalle quali era afflitta nei decenni precedenti all’attuale gestione.
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Non risponde al vero che la controllata ASD Mario Belardinelli “offre consulenze”.
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L’ingegner Carlo Ignazio Fantola è uno dei manager del settore televisivo privato più esperti d’Italia, e ha sempre svolto la sua attività di Presidente della controllata Sportcast srl a titolo totalmente gratuito. È in considerazione di ciò che mi sono permesso di proporre la sua figura al Consiglio Federale, il quale ha reputato che le caratteristiche sopra indicate consentissero di sciogliere in senso positivo il dubbio se coinvolgere una persona alla quale sono legato da vincoli di parentela.
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Non risponde al vero che Giancarlo Baccini si occupi “anche” della Comunicazione della FIT, le cui attività sono in realtà svolte da Sportcast “attraverso” Giancarlo Baccini, che opera per conto della QA srl. L’attività di direttore del canale tv SuperTennis e di direttore responsabile del mensile federale sono svolte da Baccini a titolo gratuito.
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Non risponde al vero che il canale tv e le altre attività di promozione e comunicazione costino 7,2 milioni di euro (4 + 3,2 come sostenuto nell’articolo): il contratto di servizio assegna a Sportcast l’incarico di gestire tutte le attività editoriali e di comunicazione della FIT (tv, siti internet, rivista federale, ufficio stampa) per un corrispettivo totale di 4.060.000 euro.
In quanto al canale tv SuperTennis, nel prossimo dicembre verrà presentata alla stampa e agli operatori di settore la versione integrale di uno studio realizzato dall’Università Bocconi. Tale studio, già illustrato in sintesi agli affiliati durante l’Assemblea Nazionale di settembre, definisce conveniente e profittevole l’investimento effettuato sul canale, e dimostra come il valore generato dall’opera di promozione svolta da SuperTennis a favore del tennis italiano in meno di quattro anni di trasmissioni via satellite e via digitale terrestre ammonti a svariate decine di milioni di euro. L’Assemblea Nazionale del 9 settembre scorso ha votato all’unanimità una mozione che invita il Consiglio Federale a rafforzare il potenziale del canale.
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E’ falso che ci sia “ombra completa su tutto il resto, a partire dalle spese sostenute per organizzare gli Internazionali BNL”. Nel bilancio distribuito agli affiliati – e, ribadisco, certificato dagli organi pubblici di controllo e da Ernst&Young – non ci sono né ombre né tantomeno “misteri” sulle spese degli Internazionali BNL d’Italia, chiaramente dettagliate nell’apposita sezione.
E’ quanto meno inaccurata l’indicazione di “poco più di un milione di euro” quale utile generato dagli Internazionali BNL d’Italia. La manifestazione è infatti organizzata e gestita in joint venture da FIT, proprietaria dell’evento, e da Coni Servizi SpA, proprietaria dell’impianto in cui esso si svolge. L’utile che genera, dunque, viene suddiviso al 50 per cento fra di loro ed è ammontato a 1,2 milioni nel 2010 e a 4,1 milioni nel 2011. Il preconsuntivo relativo a quest’anno prevede un utile di 4,2 milioni.
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E’ falso, infine, che Gianluca Rinaldini “nel 2004 ha perso tutti i suoi incarichi nel mondo del tennis” poiché avrebbe votato il candidato mio avversario nelle elezioni. Rinaldini ha conservato incarichi fino all’anno 2006, dopodiché gli inadempimenti contrattuali lamentati dalla FIT – ampiamente documentati ed evidentemente non causati dai suoi problemi fisici – hanno reso impossibile il rinnovo degli accordi che aveva sottoscritto e la Federazione gli ha proposto una transazione, da lui accettata».
Segnalo come la pubblicazione delle precisazioni sopra riportate appaia particolarmente necessaria, atteso che le informazioni non veritiere, oltre ad essere gravemente diffamatorie, sono contenute in un articolo il cui titolo può farle apparire particolarmente credibili.
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