Si è ormai sdoganata l’abitudine a scendere in campo con due borsoni. Anni fa, i tennisti scendevano in campo solo con una racchetta. I tempi cambiano, ma c’è ancora qualcuno che resiste…
Di Riccardo Bisti -15 luglio 2014
Sembrano passati secoli da quando i tennisti scendevano in campo soltanto con una, massimo due racchette in mano. Oggi vediamo di tutto. Con i loro maxi-borsoni (con loghi pubblicitari in bella evidenza), i campioni portano con sè magliette, scarpe, bevande energetiche, proteine in polvere, 7-8 racchette, cappellino, snack, calze, fascette tergisudore, polsini, persino la biancheria di ricambio. Ormai un borsone non basta più: tanti giocatori ne utilizzano due. Basta accendere la TV per vedere di tutto: borse giganti, piccole, semplici, colorate, alcune che sembrano talmente solide da sostenere pesi decisamente importanti. Al recente torneo di Wimbledon, Roger Federer è sceso in campo con due borsoni: uno griffato Wilson (suo sponsor di racchette, che peraltro ha realizzato un borsone celebrativo per i 100 anni di attività), e l’altro con il suo famoso logo “RF”, su cui si è sviluppato un interessante merchandising. Ma Roger non è l’unico. Serena Williams si presenta con il borsone delle racchette sulla schiena, a mò di zaino, a una borsa tra le mani. Una borsa che sarebbe sufficiente per un’intera giornata in spiaggia. “In effetti è incredibile, sembra che debbano restare in campo per una settimana” ha sibilato Chris Evert, che negli anni 70 si accontentava della sua racchetta di legno e poco altro. “Dentro la mia borsa non c’era nulla: una fascetta e una banana”. “Non si sa mai – ha detto Jo Wilfried Tsonga – alcune partite possono essere piuttosto lunghe, dunque c’è bisogno di avere tutto l’occorrente”. Bè, non è che tutte le partite sono lunghe come Isner-Mahut di Wimbledon 2010…
EFFETTO FEDERER
Capita spesso, soprattutto tra i top-players, che una seconda borsa sul campo sia dettata da esigenze pubblicitari. Magari gli altri non vengono pagati, ma poi fanno altrettanto. Lo rivela Bob Bryan: “I migliori giocatori condizionano tutti gli altri – ha detto – se Federer scende in campo con due borse, in cinque anni tutti gli altri faranno come lui”. Altri danno una spiegazione quasi banale: c’è troppa roba da portare sul campo. “Se metto tutto in una borsa, la stessa è troppo pesante e la spalla si affatica” ha detto Kimiko Date, che a quasi 44 anni deve stare particolamente attenta a dosare le energie. A quanto pare, il secondo borsone può avere anche effetti benefici. La pensa così Coco Vandeweghe, che ha intrapreso l’abitudine circa un anno fa. “Io sudo moltissimo, quindi ho sempre bisogno di un po’ di abbigliamento di ricambio. Una volta, a Miami, ho dovuto cambiare le scarpe per due volte. Uscivano le pozzanghere dalle scarpe!”. A Wimbledon, poi, le borse hanno un’importante valenza strategica. Il torneo impone abiti bianchi, peraltro con grande rigidità, ma non c’è alcuna regolamentazione sulle borse. Così le aziende si possono sbizzarire. Abbiamo visto colori improponibili: Andy Murray aveva un borsone verde pistacchio con le linee della bandiera britannica, mentre quella di Agnieszka Radwanska era rosa. Varvara Lepchenko è andata oltre, con un mix tra rosa e pesca.
COS'HANNO IN COMUNE IVANOVIC E KARLOVIC?
Brad Gilbert non comprende l’esigenza della seconda borsa. “Ai miei tempi mi portavo tante cose, ma se non stavano in una borsa non pensavo certo a raddoppiarle”. E’ difficile risalire al primo che ha lanciato la moda. Ci viene in soccorso Lindsay Davenport. A suo parere, la prima è stata Amy Frazier negli anni 90. “Aveva una simpatica borsetta, ma solo perché non le andava di lasciare il portafoglio negli spogliatoi”. Secondo Jim Courier, si tratta di una semplice crescita della tecnologia. Adesso ci sono bevande energetiche di qualunque tipo, unite a integratori e prodotti scientifici. Tutto questo necessita di spazio. Tuttavia, c’è ancora qualcuno che tiene duro con una sola borsa: Ivo Karlovic. Il croato, reduce dalla finale a Newport, fa parte di una generazione cresciuta secondo il vecchio stile. “In effetti la mia borsa è piuttosto pesante, però riesco a farci stare tutto dentro. In fondo ho solo bisogno di racchette, maglie di ricambio, un paio di scarpe in più e biancheria intima in caso di necessita. Tuttavia, non ne ho mai avuto bisogno”. E’ ancora più curioso il caso di Ana Ivanovic, il cui potere contrattuale è certamente superiore a quello di Karlovic. Potrebbe scendere in campo con tante borse, ma non rinuncia alla sua abitudine. “E’ molto pesante, ma ci sta tutto. Non mi piace averne due. Non l’ho mai fatto”. Tuttavia, la tendenza sembra inarrestabile: a quando l’arrivo della terza borsa?
Essere vulnerabili, e ammetterlo, è una grande risorsa
Vulnerabili lo siamo tutti, anche e soprattutto i tennisti, in un’epoca in cui la pressione per il risultato è...