Alla seconda finale consecutiva di lunedì, Djokovic conferma il titolo dello scorso anno, battendo David Ferrer per 6-2 6-4…

di Giorgio Spalluto – foto Getty Images

 

Maledetto Giove Pluvio. Dopo New York, anche a Pechino, Novak Djokovic è vittima della sua personalissima “nuvola di Fantozzi” che lo costringe nuovamente a fare gli straordinari di lunedì.

Pioggia “salvifica” quella del Queen’s; terribilmente acida, contaminata dall’opprimente smog pechinese, quella del China Open. Restare un giorno in più nella “Grande Mela” significò la “vita” tennistica per Nole, giunto all’ultimo atto esausto dopo la maratona vinta su Federer, nel mai troppo deprecato SuperSaturday. Fermarsi un giorno in più a Pechino, oltre che dannoso per la propria salute, significa dover ritardare l’approdo a Shanghai dove è in programma un ben più remunerativo (in termini pecuniari, ma anche di classifica) Masters1000, i cui primi incontri del main draw, peraltro, si sono già disputati nella giornata di domenica. Il numero 2 del mondo potrà godere quantomeno di un bye all’esordio, a differenza di Ferrer, il suo avversario nell’ultimo atto cinese, che già domani dovrà scendere in campo a Shanghai.

 

Per fortuna, rispetto a New York, non ci sono invadenti network televisivi che condizionano pesantemente la programmazione. E così, nella giornata di ieri, si era cercato in tutti i modi di portare a termine un match cominciato dopo 4 ore e mezza di attesa. A Flushing Meadows, la pazienza (della CBS) durò un paio d’ore appena….

 

La tregua del meteo consente ai due contendenti di giocare soli 4 giochi. L’uscita dai blocchi del serbo è fulminante. Non si può dire la stessa cosa di Ferrer che cede il servizio nel secondo game, affossando in rete una comoda voleè di rovescio. Si prosegue fino al 3-1 quando qualche goccia di pioggia torna a fare capolino sul “Lotus Court”.

 

Affinchè lo show vada avanti, Djokovic, confermando la sua innata dote di showman, si procura un asciugamano e affianca gli addetti al campo, per sveltire le operazioni di “drenaggio”. Tutto inutile. La pioggia aumenta di intensità e il “delay” al giorno successivo diventa inevitabile.

 

Ripartenza prevista alle 11.45 locali del giorno dopo in modo da agevolare l’immediato trasferimento dei contendenti a Shanghai. La ripresa del match vede i due giocatori continuare sulla falsariga del primo spezzone d’incontro. Ferrer soffre oltremodo i cambi di ritmo del serbo che, con un altro parziale di 3-1, si aggiudica un primo set durato complessivamente, tra ieri e oggi, 31 minuti.

 

Sembra che il match possa scorrere via velocemente in favore del numero 2 del mondo, quando, avanti 2-1, sul 30-30 servizio Ferrer, Nole si lascia andare a un vero e proprio raptus. Decide di sfogare sulla racchetta tutta la sua frustrazione per aver mancato un passante non impossibile. Un gesto di follia, quello di Djokovic, su cui sembra girare il secondo set con Ferrer che, ringalluzzito e rinfrancato dal nervosismo dell’avversario, si porta avanti di un break nel quinto gioco. Il cupio dissolvi del serbo si arresta, però, dopo soli 5 game. Ed è sempre un telaio in frantumi, questa volta quello del valenciano, a segnare il ritorno nel match di Djokovic. Ferrer fa bene a disperarsi. Ha appena restituito il break, dopo aver mancato 4 occasioni per il 5-3 che pesano come un macigno sulla sua psiche. In men che non si dica, dal possibile terzo set, David si ritrova sotto la doccia, con all’attivo un solo punto negli ultimi due giochi. Con quattro errori gratuiti (equamente distribuiti tra dritto e rovescio) cede il secondo turno di battuta di fila, per il 6-2 6-4 finale in 85 minuti, con il quale Djokovic completa la difesa del titolo conquistato lo scorso anno in finale su Cilic.

 

Per Nole si tratta solamente del secondo titolo stagionale, 8 mesi dopo il successo di Dubai. Anche in quel caso il serbo difendeva un titolo conquistato nel 2009.

 

In questa stagione solo 3 giocatori sono stati in grado di realizzare back to back. Oltre a Djokovic, erano riusciti in questa impresa Rafael Nadal (a Monte-Carlo e Roma) e Marin Cilic (Chennai, Zagabria).

Inizia nel migliore dei modi, quindi, una fase della stagione in cui Nole è chiamato a difendere una montagna di punti. Nel 2009, infatti, dopo il trionfo pechinese, il serbo giunse in semifinale a Shanghai prima di aggiudicarsi l’Atp500 di Basilea e il Masters1000 di Bercy. Quasi 2000 punti da difendere, prima del Master, rispetto ai 310 di Federer, che lo segue in classifica.  Chiudere la stagione al secondo posto nel ranking, per Novak, sarebbe una vera e propria impresa.

 


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