IL TEST – Sarà tra le regine del mercato 2014, la nuova linea Babolat, un ibrido tra la costruzione tradizionale e quella tubolare. Ci saranno 4 modelli: abbiamo testato il 18/20 da 320 gg 
La nuova Babolat Pure Strike 18×20

Di Corrado Erba – 7 dicembre 2013
 
La Strike è tra le novità più attese dai tennismaniaci. Perfino Francesca Schiavone, incontrata al club, quando l’ha vista tra le mie mani ha chiesto lumi in merito e i giovani virgulti di coach Golarsa non se ne staccavano più. Novità attesa come rivoluzionaria, il primo telaio "ibrido" di Babolat. Ibrido poiché trattasi di telaio a struttura sottile, quasi box beam, ma a costruzione simil tubolare: un ideale mix tra la precisione della Storm e la facilità della Drive, tanto per intenderci. Diciamo subito che trattasi di una rivoluzione gentile: la racchetta purtroppo non gioca da sola, ma tutti i tipi di giocatori (dall’amatore al professionista) ne possono ricavare indubbi vantaggi.
 
Attualmente si dispone di tre modelli (che diventeranno quattro in primavera, con l’attesa 300 grammi, 16×19): cominciamo col reticolo stretto, 18×20, peso gestibile (320 grammi incordata), ovale 98, profilo costante da 22 millimetri. Il primo impatto è molto friendly: il bilanciamento moderatamente in testa la inserisce nel novero delle racchette all around e la prima impressione sarà azzeccata. La racchetta è pastosa, la palla esce dalle corde piuttosto carica. Causa il reticolo fitto, il diritto esce bene se colpito di piatto o con un leggero spin; per i toppatori folli rimandiamo alla versione con reticolo 16×19 (o alla Pure Drive, per non sbagliarsi).
 
Non serve un movimento eccessivamente ampio per caricare il drive, la precisione è buona, basta poco per mettere la pallina vicino alle righe. Il back scivola via discretamente, anche se serve un po' di mano, il bimane che invece gioca d'incontro si troverà bene. Lo sweet spot è ampio e la profondità si trova con discreto agio. Sorprende ancora una vola la pastosità del telaio, la palla si sente bene e piacerà molto a quei tennisti amanti del feeling con palla, che troveranno sensibilità senza paura di rimanere con il colpo in canna, quell’antipatica sensazione, nota a molti, di ritrovarsi la palla tra le corde. A rete si comporta bene, agile e dinamica, si manovra con agio. Buoni i tocchetti, ma serve un set up di corde ad hoc perché le volate vanno spinte con discrezione. Sopra la spalla, il modesto peso in testa aiuta a caricare i colpi: ottima la botta di servizio piatta, esce bene lo slice, leggermente più difficoltoso caricare il kick. La nostra prima sensazione è che sarà un vero bestseller, abbracciando un bacino di utenti molto ampio (anche grazie alle quattro versioni disponibili). Sicuramente piacerà agli amanti delle racchette cosiddette universali, stile Head Radical.
 
BABOLAT Pure Strike 18/20
Lunghezza 68,5 cm
Profilo 22 mm costante
Ovale 98 pollici
Peso 320 gr
Bilanciamento 32,8 cm
Inerzia 324
Rigidità 69
Schema incordatura 16×19
 
A chi la consigliamo
Al giocatore agonista che cerca un giusto mix tra la racchetta tradizionale di grande controllo e quella tubolare di grande spinta e rotazione. Il giocatore classico-moderno, se così vigliamo chiamarlo.
 
Giudizio finale
Gli ingegneri Babolat avevano un obiettivo: creare un telaio agonistico di stampo tradizionale ma non estremo. L’idea di mixare tra il profilo squadrato e quello arrotondato (con leggera prevalenza del primo) consente di poter manovrare una racchetta dagli ottimi compromessi tra potenza, controllo e rotazioni. Anche i primi riscontri dal mercato sono piuttosto positivi.
 
La corda ideale
Consigliamo a tutti una particolare attenzione al set up delle corde: parliamo di un telaio versatile che reagisce molto diversamente a seconda dell’impostazione dell’incordatura. Un budello sottile per i giocatori di tocco, un multi o un ibrido per chi ama il gioco all around, un mono non troppo rigido per chi ama picchiare la palla.

Test in laboratorio
Piatto 98 pollici, peso 320 grammi incordata, profilo costante da 22 millimetri (classico senza esagerazioni) e uno schema di incordatura da 18×20, che è la caratteristica che ci convince meno perché la palla non esce come accadrà col 16×19 e quel che si guadagna in controllo è infinitesimale. Aspettiamo con ansia la versione da 300 grammi, 16×19.
 
Test in campo
 
Lorenzo, 41 anni, classifica 3.5
Bella pastosa, ottimo controllo, ideale se si offende senza eccessivo top spin. Il servizio va via veloce, sotto rete si manovra e si colpisce secco, più che soddisfacente il back. Se poi siete arrotini puri come il sottoscritto, allora tenetevi la Pure Drive.
 
Paolo, 24 anni, classifica 3.2
Fantastica: tiro fortissimo, piattoni pieni e con grande sensazione di controllo ma senza avvertire fastidi al braccio. E poi se vuoi giocare lo strettino, non è che il top spin esca piano. La si muove bene in tutte le zone del campo.
 
Flavio, 16 anni, classifica 4.1
Mi piace perché posso picchiare senza che la palla scappi lunga. Però per me è pesantuccia: direi che posso cominciare con la 290 grammi e poi salire col tempo oppure aspettare la 16×19 che sicuramente mi farà guadagnare in potenza..
 
Michele, 43 anni, classifica 4.3
Una meraviglia per chi gioca classico come il sottoscritto e cercava un telaio più moderno, confortevole e versatile rispetto ai soliti martelli. Faccio tutto bene: colpi da fondo, servizio, volée. Incordo ibrido per mantenere le sensazioni di versatilità e, pure io, aspetto la 16×19 per avere un’uscita di palla ancora più rapida.