La nuova arma di Rafa Nadal sfrutta soprattutto la tecnologia FSI: maggior spazio tra le corde per ottenere massima rotazione. Un passo avanti rispetto alla versione precedente.Di Lorenzo CazzanigaLa Scheda BABOLAT Pure AeroLunghezza: 68,5 cmProfilo: 23-26-23 mmOvale: 100 polliciPeso: 320 grBilanciamento: 33 cmInerzia: 328Rigidità: 69Schema incordatura: 16×19 Spin Machine. Semplice quanto efficace lo slogan capace di sintetizzare la miglior qualità della nuova Pure Aero, che cambia nome per esigenze di marketing (Pure Drive, Pure Strike, Pure… Aero: c’è una certa logica). In sostanza dovrebbe essere la nuova arma di Rafael Nadal, il quale però, in una stagione già complessa, ha deciso di aspettare qualche settimana e continuare con la sua Aero Play (la racchetta-connessa), dopo essere stato il primo a sperimentare quella che sarebbe divenuta la Pure Aero, nello scorso torneo di Monte Carlo, ad aprile.  TEST DI LABORATORIO Ma andiamo a scoprire cosa è cambiato rispetto alla versione precedente. I dati tecnici sono rimasti pressoché identici: ovale da 100 pollici, profilo allargato fino a 26 millimetri, il sistema Aero con gli steli appiattiti per una miglior penetrazione nell’aria, peso da 320 grammi con bilanciamento a 33 centimetri (dati con telaio incordato), rigidità da 69 punti. L’unico aspetto, per nulla da sottovalutare, è il maggior dato di inerzia. Da 316 a 328, un aumento percentuale inferiore al 4% che potrebbe apparire trascurabile ma che in campo può risultare significativo, se non proprio determinante.Tuttavia, la novità più interessante si chiama Frame String Technology. Ne avevamo sentito parlare per la nuova Pure Drive ma in questo caso si è agito in maniera sostanzialmente opposta. Si tratta sempre di una modifica allo schema di incordatura ma con obiettivi ben diversi. Se con la Pure Drive si è deciso di avvicinare le corde vicino alla testa del telaio per rendere l’impatto più secco e “agonistico”, con la Pure Aero i buchi passacorde sono stati leggermente allontanati per consentire maggior spin. In più, gli stessi passacorde sono di forma più allungata a ore 6 e 12 per rendere il movimento delle corde più libero e, anche in questo caso, esasperare gli effetti. Capito perché l’hanno chiamata Spin Machine?Infine, a prima vista sembrerebbe sparito il sistema anti-vibrazioni Cortex: una volta piazzato appena sopra l’impugnatura, ora è stato integrato nel manico.  IL CONFRONTO In generale, la nuova Pure Aero vince il confronto con quella precedente perché, pur mantenendo caratteristiche molto simili (e ci mancherebbe) ha aumentato l’attitudine allo spinta e allo spin. Per farvi capire, ribatto un messaggio di Marco Gazziero, titolare di uno dei più specializzati negozi di tennis in Italia: “Prende lo spin solo a guardarla!”.  A CHI LA CONSIGLIAMO Chiaramente a chi ama lo spin (vero Rafa?): nasce per quello anche se la botta piatta esce rapida e con ottima precisione perché la stabilità del telaio è ottima. Il picchiatore da fodno che ama manovrare con lo spin e chiudere con la botta finale, è l’utente top. Se cercate tocco e sensazioni da doppista navigato e magari over, meglio rivolgersi altrove.  LA CORDA IDEALE Potete sbizzarrirvi: l’agonista puro (oh, il terzo categoria forte, che picchia duro ed è ben allenato) può optare per un monofilo, a tensioni basse (20-22 kg) o quantomeno per quelli che vengono ormai definiti multi-mono, cioè corde monofilamento ma non così rigidi. Una soluzione che ci piace sempre sottolineare perché ha una logica tecnica, è l’ibrido, per unire le qualità di un monofilo con quelle di una corda sensibile come il budello (o un multifilamento): va però ricordato che il monofilo “taglia” a dovere l’altra corda e quindi la durata non può essere ottimale. Se il livello non è da terza categoria o il braccio ben allenato (oppure siete ancora nella pubertà) optate per un multifilamento a tensioni più alte (23-26 kg) per trovare un giusto mix tra potenza e controllo, sensibilità e comfort per il braccio. E ricordate che le corde non sono eterne e dopo una quindicina di ore andrebbero sostituite, per il bene del vostro tennis e del vostro fisico.   

Di Lorenzo Cazzaniga

La Scheda
BABOLAT Pure Aero
Lunghezza: 68,5 cm
Profilo: 23-26-23 mm
Ovale: 100 pollici
Peso: 320 gr
Bilanciamento: 33 cm
Inerzia: 328
Rigidità: 69
Schema incordatura: 16×19


Spin Machine. Semplice quanto efficace lo slogan capace di sintetizzare la miglior qualità della nuova Pure Aero, che cambia nome per esigenze di marketing (Pure Drive, Pure Strike, Pure… Aero: c’è una certa logica). In sostanza dovrebbe essere la nuova arma di Rafael Nadal, il quale però, in una stagione già complessa, ha deciso di aspettare qualche settimana e continuare con la sua Aero Play (la racchetta-connessa), dopo essere stato il primo a sperimentare quella che sarebbe divenuta la Pure Aero, nello scorso torneo di Monte Carlo, ad aprile.
 

TEST DI LABORATORIO
Ma andiamo a scoprire cosa è cambiato rispetto alla versione precedente. I dati tecnici sono rimasti pressoché identici: ovale da 100 pollici, profilo allargato fino a 26 millimetri, il sistema Aero con gli steli appiattiti per una miglior penetrazione nell’aria, peso da 320 grammi con bilanciamento a 33 centimetri (dati con telaio incordato), rigidità da 69 punti. L’unico aspetto, per nulla da sottovalutare, è il maggior dato di inerzia. Da 316 a 328, un aumento percentuale inferiore al 4% che potrebbe apparire trascurabile ma che in campo può risultare significativo, se non proprio determinante.

Tuttavia, la novità più interessante si chiama Frame String Technology. Ne avevamo sentito parlare per la nuova Pure Drive ma in questo caso si è agito in maniera sostanzialmente opposta. Si tratta sempre di una modifica allo schema di incordatura ma con obiettivi ben diversi. Se con la Pure Drive si è deciso di avvicinare le corde vicino alla testa del telaio per rendere l’impatto più secco e “agonistico”, con la Pure Aero i buchi passacorde sono stati leggermente allontanati per consentire maggior spin. In più, gli stessi passacorde sono di forma più allungata a ore 6 e 12 per rendere il movimento delle corde più libero e, anche in questo caso, esasperare gli effetti. Capito perché l’hanno chiamata Spin Machine?

Infine, a prima vista sembrerebbe sparito il sistema anti-vibrazioni Cortex: una volta piazzato appena sopra l’impugnatura, ora è stato integrato nel manico.
 


In generale, la nuova Pure Aero vince il confronto con quella precedente perché, pur mantenendo caratteristiche molto simili (e ci mancherebbe) ha aumentato l’attitudine allo spinta e allo spin. Per farvi capire, ribatto un messaggio di Marco Gazziero, titolare di uno dei più specializzati negozi di tennis in Italia: “Prende lo spin solo a guardarla!”.
 

A CHI LA CONSIGLIAMO
Chiaramente a chi ama lo spin (vero Rafa?): nasce per quello anche se la botta piatta esce rapida e con ottima precisione perché la stabilità del telaio è ottima. Il picchiatore da fodno che ama manovrare con lo spin e chiudere con la botta finale, è l’utente top. Se cercate tocco e sensazioni da doppista navigato e magari over, meglio rivolgersi altrove.
 

LA CORDA IDEALE
Potete sbizzarrirvi: l’agonista puro (oh, il terzo categoria forte, che picchia duro ed è ben allenato) può optare per un monofilo, a tensioni basse (20-22 kg) o quantomeno per quelli che vengono ormai definiti multi-mono, cioè corde monofilamento ma non così rigidi. Una soluzione che ci piace sempre sottolineare perché ha una logica tecnica, è l’ibrido, per unire le qualità di un monofilo con quelle di una corda sensibile come il budello (o un multifilamento): va però ricordato che il monofilo “taglia” a dovere l’altra corda e quindi la durata non può essere ottimale. Se il livello non è da terza categoria o il braccio ben allenato (oppure siete ancora nella pubertà) optate per un multifilamento a tensioni più alte (23-26 kg) per trovare un giusto mix tra potenza e controllo, sensibilità e comfort per il braccio. E ricordate che le corde non sono eterne e dopo una quindicina di ore andrebbero sostituite, per il bene del vostro tennis e del vostro fisico.