La recente inattività ha fatto precipitare Serena Williams al numero 22 WTA: il ranking protetto garantisce la sola ammissione ai tornei, e non la testa di serie. Gli organizzatori dell'Australian Open cosa faranno? Difficile aspettarsi un favore per Serena, anche perché nel 2007 vinse da numero 81…

È stata la notizia di Natale: Serena Williams tornerà a giocare entro la fine dell'anno. Scottati dai forfait di Raonic, Wawrinka e Nadal, gli organizzatori del Mubadala World Tennis Championships hanno estratto un coniglio dal cilindro natalizio: sabato 30 dicembre, Serena giocherà un match di esibizione contro Jelena Ostapenko. Oltre a catalizzare l'attenzione su Abu Dhabi, il match è la conferma indiretta che dovrebbe essere a Melbourne per difendere il titolo all'Australian Open. Come è noto, la Williams ha giocato l'Australian Open 2017 sapendo di essere incinta. Ha vinto il torneo, ha riconquistato il numero 1 WTA e poi è uscita di scena, annunciando la gravidanza poi sfociata nella nascita della piccola Alexis Olympia Ohanian jr. “Sono lieta di giocare ad Abu Dhabi come primo impegno dopo la nascita di mia figlia – ha detto Serena al sito ufficiale del torneo – Il Mubadala World Tennis Championships segna da sempre l'inizio della stagione maschile: sono felice e onorata di poter fare il mio ritorno nel primo match femminile nella storia dell'evento”. Dopo l'impegno negli Emirati, volerà in Australia ed è già acceso il dibattito sulla testa di serie che le verrà assegnata a Melbourne. Non avendo giocato per tutto l'anno, ovviamente, la Williams ha visto calare il suo ranking. La WTA ha una regola che consente alle giocatrici fuori per infortunio o maternità di giocare otto tornei, tra cui due Slam, con la classifica che avevano al momento dello stop. È il famoso “ranking protetto”. Tuttavia, la norma non è valida nell'assegnazione delle teste di serie. I tornei del Grande Slam, tuttavia, possono eventualmente fare modifiche al momento di stabilire il seeding. Ma succede molto raramente: era prassi a Wimbledon, poi gli uomini si sono affidati a un algoritmo riguardante i tornei sull'erba, mentre il torneo femminile si limita a riprendere la classifica mondiale.

L'IMPRESA DEL 2007
Nel 1995, quando Monica Seles tornò a oltre due anni dall'accoltellamento di Amburgo, gli organizzatori le assegnarono la testa di serie numero 1 “ex-aequo” con Steffi Graf. In teoria l'Australian Open potrebbe fare altrettanto, ma per adesso non si sbilancia. “Abbiamo visto cosa ha fatto Serena Williams nel 2007, quando ha iniziato la stagione a Hobart e ha vinto l'Australian Open da numero 81 del mondo” ha detto il direttore del torneo Craig Tiley. “Quest'anno Federer è tornato dopo sei mesi di assenza e ha vinto il torneo pur trovandosi fuori dalle prime 16 teste di serie. Serena è un'atleta straordinaria e sarà incredibile vederla in campo, al di là del seeding”. Parole che lasciano intendere un atteggiamento conservatore. Le giocatrici non vedono di buon occhio un cambio arbitrario delle gerarchie, e poi Serena sarebbe comunque certa di un posto tra le teste di serie: essendo numero 22 WTA, è comunque certa di avere una posizione che al terzo turno la obbligherebbe ad affrontare una giocatrice compresa tra il numero 9 e il numero 16. Il ricordo del 2007 porta a pensare che le gerarchie non siano un problema per la Williams: se sta bene, batte tutte. Punto. Però all'epoca aveva 25 anni, oggi ne ha 36 e le priorità sono inevitabilmente cambiate. Di sicuro, una delle storie più avvincenti del 2018 sarà la sua rincorsa ai 24 Slam di Margaret Court, la giocatrice più titolata di sempre. Dovesse centrare l'obiettivo proprio a Melbourne, dove c'è un campo proprio intitolato alla Court, sarebbe una storia clamorosa. Di sicuro non le manca la motivazione: qualche settimana fa, ha pubblicato su Instagram una foto di sè sul campo da tennis, indossando un paio di scarpe bianche e dorate con una didascalia molto chiara. “Emozionata. Molto emozionata… “: