Daniil Medvedev ha parlato in conferenza stampa della sconfitta rimediata contro Jannik Sinner, sugli eventuali parallelismi con la finale del 2022 e su quel bambino che aveva smesso di sognare. Ma non mancano i complimenti al suo avversario per la vittoria del titolo

Una sconfitta al quinto set per Daniil Medvedev, stavolta dall’altro lato della rete c’è Jannik Sinner invece che Rafael Nadal. Una sorta di dejà vu per il tennista russo, che nel 2022 si era trovato avanti di due set e un break prima di subire la rimonta dal campione maiorchino. Giunto in conferenza stampa al termine della finale di oggi, ha risposto ad alcune domande in merito all’argomento, riprendendo la metafora del bambino che aveva smesso di sognare. “Sensazione diversa e circostanze diverse. Adesso sogno più che mai, magari non oggi, ma in generale nella mia vita. Direi però che non è più un bambino che sogna. Sono io in questo momento, un 27enne che sta sognando, e che sta facendo tutto il possibile per il mio futuro e per il mio presente”.

Sulla partita con Sinner e il calo dopo i primi due set. “Ero un po’ stanco fisicamente, così come ogni altra partita prima, ma i miei precedenti avversari non sono riusciti ad approfittarne. Sono orgoglioso di me, stavo combattendo, stavo correndo. Non importa se domani non sento le gambe, proverò tutto quello che posso oggi fino all’ultimo punto, e così ho fatto. Lui ha iniziato a giocare meglio, il mio servizio è andato un po’ peggio. Così la partita è cambiata e ho davvero provato a farla cambiare di nuovo, perché così è il tennis. Ma non ci sono riuscito, ed è per questo che è stato lui a vincere il titolo”. Una stanchezza fisica – derivata dalle oltre 20 ore in campo prima della finale – che lo ha portato nei primi due set a decidere per un atteggiamento più aggressivo. “Ciò che mi ha fatto decidere è stata la mia condizione fisica, perché Jannik in questo momento può giocare scambi lunghi, può restare lì, sapevo che oggi non ero al 100% e quindi avevo bisogno di rendere i punti il più breve possibile. Penso che fosse quello che dovevo fare, quindi sono orgoglioso di quello che ho fatto”.

Infine una battuta sul terminare le partite a tarda notte, e le difficoltà legate al sonno. “Dopo la partita con Sascha – Zverev – sono andato a letto ancora una volta alle 5:00. Non ho mai dormito così tardi, da pazzi. Ricordo che una di quelle più dure furono le ATP Finals, quando vinsi a Londra, perché dopo l’incredibile match con Rafa sono andato a letto alle 4:00 e il giorno dopo dovevo giocare di nuovo contro Thiem. I cinque set possono andare meglio rispetto ai quattro set perché hai il giorno libero. Ma quando vai a dormire così tardi il giorno dopo ti senti malissimo e cerchi di recuperare in vista del giorno successivo”.