Il Piatti Tennis Center, realtà sempre più in crescita, porta, per la prima volta, due ragazzi agli Australian Open Junior: si tratta di Peter Buldorini e Lorenzo Ferri
Nel tabellone principale dell’Australian Open c’è Jannik Sinner, qualificato per la seconda settimana dopo tre prove convincenti, ma stavolta l’altoatesino non è l’unico atleta del Piatti Tennis Center impegnato in uno dei quattro tornei più importanti al mondo. Con lui, ci sono anche Peter Buldorini e Lorenzo Ferri, diventati i primi due giovani di base a Bordighera a guadagnarsi un posto per il tabellone juniores di un torneo del Grande Slam. Un traguardo figlio dei risultati raccolti nel 2021, che hanno permesso ai due talenti, entrambi nati nel 2004, di salire nel ranking mondiale under 18 e guadagnarsi una possibilità importantissima dal punto di vista formativo, circondati da tutti i più forti tennisti del mondo. A Melbourne Park, Ferri ha perso contro il ceco Adam Kresina al primo turno delle qualificazioni, mentre Buldorini, direttamente in tabellone principale, esordirà, nella notte tra sabato 22 e domenica 23 gennaio, contro il polacco Borys Zgola. Ma più che i risultati in campo, per i due contano soprattutto le numerose opportunità che solo uno Slam può offrire, come quella di condividere lo spogliatoio coi giganti della racchetta, osservarli da vicino e provare a rubarne i segreti.
L’approdo di due promesse del Piatti Tennis Center in uno Slam giovanile è l’ennesima prova della qualità del lavoro svolto a Bordighera, che prosegue senza sosta anche in un periodo complesso per le note questioni sanitarie. “Qualche giocatore – dice Luigi Bertino, direttore del centro – è impegnato nelle prime trasferte, ma gennaio si può considerare ancora un mese deputato alla preparazione invernale, nel quale la maggior parte dei nostri atleti si allena in pianta stabile al centro. Per molti, compatibilmente con le difficoltà del periodo, il programma è di partire a viaggiare da febbraio”. Nel frattempo, sui campi di Viale Canariensis, continuano ad arrivare volti nuovi: ultimi Luke Koh, talento di Singapore, nata nel 2007, e la polacca Emilia Knapik, la cui data di nascita è addirittura del 2009. “Per la fascia d’età che va dai 12 ai 14 anni – continua il direttore – abbiamo tantissima richiesta, e questo ci permette di fare delle selezioni attraverso dei testing day, in modo da costruire poi dei progetti a medio-lungo termine sui ragazzi più promettenti. Per quanto riguarda gli atleti residenti, l’obiettivo è quello di continuare ad abbassare l’età media, puntando su giovani di livello sempre più alto. In tale modo, la qualità del vivaio potrà aumentare ulteriormente”.