Che non sia giornata, per il bulgaro, lo si evince sin dai primi scambi dell'incontro. Bastano tre game a McDonald per far andare in tilt le fragili sinapsi di Grigor. Il bulgaro fa tutto da solo, tre errori gratuiti tre e l'americano si ritrova, con sommo gaudio, avanti di un break. Non si lascia spaventare, Mackenzie, e l'autorità con la quale chiude il primo set è da applausi. Solo nel secondo, Dimitrov comincia a dare sparuti segnali di vita. Entra sì di più nello scambio ma i suoi colpi sono ancora ben lungi dall'essere incisivi. Il rovescio sembra dimenticato chissà dove e sembra solo aspettare che sia l'avversario a regalargli le opportunità. Così avviene, nel sesto gioco. L'americano commette due doppi falli e consegna un break tanto inaspettato quanto immeritato nelle mani del bulgaro. Che finisce con il pareggiare il computo dei set. A questo punto, ci si aspetta che contro un giocatore così lontano in classifica un campione come Dimitrov sia pronto a girare la partita, pronto a tenerlo per qualche minuto con la testa sott'acqua e scappare via. Ma non avviene nulla di tutto questo. Il bulgaro comincia in maniera disastrosa anche il terzo set, va di nuovo sotto di un break e McDonald ha tre palle consecutive per issarsi sul 4-2. Comincia a pensare, comincia a venirgli il dubbio di poterla vincere, questa partita. Ma un doppio fallo e il primo passante di rovescio degno di questo nome da parte di Dimitrov e l'occasione è sfumata. A questo punto, dopo aver annullato altre tre palle break, Grigor non può far altro che raccogliere i punti lasciati per strada dall'americano. Cui inesperienza e forse incredulità, sono macigni troppo pesanti sulle spalle e sulle gambe.
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Al termine del terzo set, s'intravedono i titoli di coda e sembra tutta discesa per il bulgaro. Ma invece di essere verso la vittoria, la difesa è verso gli inferi. Lo spettacolo indecoroso e imbarazzante regalato da Dimitrov nel quarto set è difficile anche da spiegare a parole. Un 6-0 subito in una ventina di minuti come l'ultimo dei dilettanti al circolo. Una sequela di errori, doppi falli, pochezza nei colpi e nei movimenti da rendere difficile attribuire alcun merito a McDonald, se non quello di approfittarne. E non basta il quinto set, vinto ma rimasto in piedi fino ai titoli di cosa, a cancellare una marea di perplessità, per uno che secondo molti ha possibilità di vincere a Melbourne il suo primo torneo del Grande Slam. Dimitrov ha sì tirato fuori dal cilindro un paio dei suoi colpi al momento giusto. Ma son dovuti servire un doppio fallo e una palla in rete da parte dell'avversario sul match point, per mettere fine alle sue sofferenze. Tanti applausi per McDonald, pericolo scampato per Dimitrov. Che contro Rublev, prossimo avversario al terzo turno, non potrà e dovrà permettersi di scendere in campo con un atteggiamento così remissivo, pena una riedizione dei tre set a zero (per il russo) dello scorso Us Open.
AUSTRALIAN OPEN UOMINI – Secondo turno
Grigor Dimitrov (BUL) b. Mackenzie McDonald (USA) 4-6 6-2 6-4 0-6 8-6
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