Tredici anni dopo Sara Errani, un'azzurrina è di nuovo ai quarti di finale di uno Slam juniores. La protagonista è Elisabetta Cocciaretto, che nel giorno del 17° compleanno va a caccia della semifinale dell'Australian Open. Il caso di Quinzi insegna di andarci piano, ma la ragazza cresciuta a Porto San Giorgio come lui sembra già matura: "Vincere adesso – dice – non è garanzia di un buon futuro"Quando giri il mondo 35 settimane all’anno, e le altre 17 le passi comunque a far dentro e fuori da campo da tennis e palestra, non ci sono domeniche e ricorrenze che tengano. Ma c’è comunque modo e modo di festeggiare un compleanno, e non dev’essere male farlo a Melbourne Park, con una semifinale Slam (juniores, ma sempre di Slam di tratta) a portata di mano. Un privilegio non da tutti, o tutte, che Elisabetta Cocciaretto da Fermo si è regalata al suo primo Australian Open, restituendo all’Italia in gonnella un risultato che era diventato consuetudine fra le grandi, ma negli Slam delle under 18 mancava da 51 tornei e tredici anni. L’ultima azzurra ai quarti era stata Sara Errani nel 2005, proprio a Melbourne, addirittura partendo dalle qualificazioni. La (quasi) 17enne marchigiana, invece, era in tabellone in virtù del numero 37 nella classifica ITF e alla una della notte italiana fra giovedì e venerdì, con un anno in più sul passaporto, sarà sul Campo 5 (e live su Eurosport Player) a giocarsi la semifinale contro la lettone Daniela Vismane. I precedenti dicono 1-1, ma per l’azzurra il duello avrà un significato particolare, visto che la scorsa estate ha etichettato il 4-6 6-0 6-0 del torneo ITF di Prato come il miglior match della sua vita. Una buona memoria da portare in campo insieme all’aiuto di Corrado Barazzutti, che da tempo parla un gran bene di lei e ne ha seguito i match a Melbourne, e di coach Fausto Scolari, assoldato dalla FIT nel 2016. Hanno apprezzato il lavoro svolto a Sondrio con la sua Federica Rossi, e nell’invitare lei a trasferirsi a Tirrenia hanno offerto un contratto anche a lui, con egual successo. Oggi, insieme ad Antonella Serra Zanetti si occupa della la guida del quartetto di under 18 di base da poco più di un anno al Centro Tecnico FIT: Cocciaretto, Rossi, Lisa Piccinetti e Monica Cappelletti.CAMPIONATI ITALIANI? NO, US OPEN
Nel gruppetto di speranze la più in evidenza è la Cocciaretto, nata tennisticamente a Porto San Giorgio sotto la guida di Antonio Di Paolo, uno che nel costruire i talenti del futuro non dev’essere poi così male, visto che dalla sua scuderia è iniziata anche la corsa di Gianluigi Quinzi. Proprio come “GQ”, anche la Cocciaretto ha un passato da predestinata. È vero che i risultati da piccolissima contano poco, ma i suoi sono rilevanti comunque: campionessa italiana under 11, 12, 13 e 14. I tricolori under 15 non esistono, mentre quelli under 16 li ha saltati due volte su due, ma per motivi ben diversi. Nel 2016 era alle prese con un brutto infortunio alla schiena inizialmente sottovalutato, che l’ha tenuta lontana dai campi per una decina di mesi, mentre lo scorso anno li ha lasciati alle altre perché aveva già recuperato tutto il terreno perso, e alla terra del Tennis Club Petrarca di Napoli ha preferito il cemento di Flushing Meadows, per lo Us Open junior. Nella Grande Mela i quarti li ha sfiorati, perdendo al terzo turno, mentre sul cemento bollente dell’Australia se lì è presi con tre successi. All’esordio ha rimontato un set alla stellina americana Cori Gauff, che a dispetto dei tredici (!) anni lo scorso settembre ha giocato la finale allo Us Open, poi ha sconfitto l’australiana Gabriella Da Silva Fick, e quindi l’ha spuntata per 6-4 6-2 sulla hongkonghese Hong Yi Cody Wong, in un’oretta scarsa, tirando una ventina di vincenti e confermando che il rovescio naturale di cui si parla da quando stravinceva i campionati italiani non è andato perduto, ed è pronto a portarla lontano.LA TABELLA DI MARCIA DELLA ERRANI
“È stata una giornata positiva – ha detto l’azzurrina – perché sono riuscita a vincere pur giocando un tennis che non è il mio. Il match poteva sembrare semplice ma non lo è stato affatto. È facile vincere quando va tutto bene, mentre oggi c’era vento, il sole picchiava forte e all’inizio dell'incontro sono stata un po’ frettolosa”. Tuttavia, malgrado qualche errore di troppo ha sempre tenuto il comando della sfida, e l’ha portata a casa evitando complicazioni. Segno di una maturità che, malgrado l’età sarà da tornei juniores anche nel 2019, consiglia di intensificare già l'attività nel circuito “pro”, assaggiato per tre settimane lo scorso ottobre, con qualche vittoria che l’ha portata intorno al numero 800 WTA. Per lei c’è chi scommette su un futuro da top-50, perché a un fisico non troppo in linea con gli standard suggeriti dal tennis moderno rispondono un tennis completo e ottime qualità mentali. Le stesse che la aiutano a tenere i piedi per terra e a non lasciarsi trascinare troppo da una gioia meritata ma effimera, perché che il tennis vero è un’altra storia. “Non ho vinto ancora nulla di importante – ha dichiarato a Tennis Under World –, e siamo comunque a livello juniores. I complimenti mi fanno piacere, ma ogni tennista ha il suo percorso di crescita: c’è chi di tornei under 18 ne gioca pochissimi, e vincere adesso non è garanzia di successo nel futuro. La strada è ancora lunghissima”. L’augurio è che la percorra come si deve, magari cercando di seguire la tabella di marcia della Errani. La romagnola sarebbe tornata ai quarti a Melbourne sette anni dopo, ma nel torneo delle grandi. Dando il la a una serie di risultati difficili anche solo da immaginare.
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