Una giornata intensa con la prestazione imbarazzante di Sascha Zverev, il coraggio di Serena e un autentico dramma sportivo che si è consumato nel match tra Kei Nishikori e Pablo Carreno BustaUn dramma, il match tra Nishikori e Carreno (sportivamente parlando, of course). Il giapponese è un po’ chiagne e fotte, come dicono a Napoli: sotto di due set, sembra non star troppo bene, pronto ad alzare bandiera bianca. Un paio d’ore dopo è avanti di un break al quinto. Il dramma però arriva nel super tie-break ai 10 punti, che da quest’anno si gioca sul sei pari al quinto set. Carreno si esalta, vola 8 a 5. Qui la discussione: su un attacco di Nishikori, Carreno gioca un passante che tocca il nastro e finisce sulla riga. Nishikori gioca un comodo rovescio vincente. Però… il giudice di linea chiama out la palla di Carreno che chiama la verifica. Il giudice di sedia lo informa subito che la sua palla è buona ma che la chiamata è arrivata dopo che Nishikori ha colpito il rovescio (dai replay sembra in contemporanea, questione di centesimi di secondo, ma la sostanza non cambia) e che dunque considera quel colpo valido. Quindi, fosse finito fuori, Nishikori avrebbe perso il punto (o meglio: forse se c'è un giocatore disturbato dalla chiamata, quello è proprio Nishikori: non avremo mai la controprova ma, avesse sbagliato il colpo, probabilmente il giudice di sedia avrebbe fatto ripetere il punto), fosse finito in un’area di campo difendibile da Carreno si sarebbe rigiocato lo scambio, invece la palla è caduta fuori dalla portata dello spagnolo, dunque punto Nishikori. Apriti cielo: Carreno non ci sta ma l’arbitro è inflessibile. A nostro giudizio, decisione corretta dell’arbitro: la chiamata non influisce sull’esecuzione di Nishikori e quindi il suo rovescio va considerato valido, né si può considerare di disturbo a Carreno che era andato dall’altra parte, lontanissimo dalla palla e senza che l’out del giudice di linea gli abbia minimamente impedito di difendersi. Un’interpretazione intelligente del Var tennistico. Difficile però per Carreno accettare la decisione e soprattutto non lasciarsi influenzare. Infatti perde i quattro punti successivi e la chance di raggiungere i quarti di finale: a fine match, abbraccia Nishikori e inveisce contro l’arbitro: non una scena bellissima ma comprensibile.
Questo l’estratto del regolamento nei casi di palla disturbata da una chiamata sbagliata: HINDRANCE 1 Hindrance by Officials a If the call is corrected from “Out” to “Good”, then a Let must be played unless the Chair Umpire in his/her sole judgment determines that it was a clear ace or a clear winning shot that the player could not possibly have retrieved. If there is any reasonable possibility that such a ball could have been played, then the player must be given the benefit of the doubtMilos Raonic è il più grande rimpianto di Riccardo Piatti: «Si può non apprezzare troppo lo stile di gioco, ma l’efficacia è straordinaria. Era pronto a vincere uno Slam e diventare numero uno del mondo». Poi un brutto infortunio, la discesa in classifica e perfino una certa involuzione tecnica. Invece, stava solo lavorando sul suo gioco, come ha sempre fatto. Ora, al bum-bum di servizio, ha aggiunto una buona volée, una transizione verso la rete decisamente migliorata, e un dritto che è tornato a far male. Poi è un ragazzo intelligente, quindi difficile che sbagli una scelta tattica. Ciliegina, i tanti serve&volley, peraltro molto spesso eseguiti benissimo. Favorito per la semifinale contro Pouille, può puntare a dar ragione a Piatti, almeno in parte.
Sascha Zverev è giovane, ha 21 anni, non ha senso giudicare adesso il suo scarso rendimento negli Slam. Così dicono in tanti, e c’è un senso di verità nell’affermazione. Ma è un ragazzo che ha già vinto un Masters, dieci titoli ATP tra cui Masters 1000 e raggiunto la terza posizione mondiale. Il fatto che solo una volta sia riuscito ad arrivare nei quarti di finale in un Major (l’anno scorso a Roland Garros) è un campanello d’allarme. Tanto più se per due set tieni un solo turno di battuta dei primi sette, contro un tizio che non è celebre per la qualità della risposta. Coach Ivan Lendl, che in carriera perse le prime quattro finali Slam, deve ancora lavorare tanto sulla psiche di Sascha.
Chi avrebbe scommesso un copeco su Lucas Pouille nei quarti di finale?
Amelie Mauresmo è già in testa negli exit poll per il premio ATP Coach of the Year.
Simona Halep si è presentata in cattiva condizione ma l’ha trovata durante il tlorneo. Con Serena è scesa in campo con un set di ritardo, poi sembrava avere più benzina nell’ultimo set. Mail coraggio, la determinazione e la convinzione di Serena sono pazzesche. La Halep sarà anche la numero uno del mondo, l’altra però è la giocatrice più forte.
La favorita nel singolare femminile? Petra Kvitova.
Anastasija Sevastova ha perso in tre (con chance nel secondo) contro Naomi Osaka: la lettone è tra le giocatrici più complete e divertenti del circuito.
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