Cosa ci ha lasciato la rinascita di Federer e Nadal? Come è stata possibile? E cosa potrebbe accadere nel prossimo futuro? Ecco alcune spiegazioni, punti di vista, retroscena…
01. Mi ha molto colpito quanto ha detto Pierre Paganini, storico preparatore atletico di Roger Federer: “Roger non è certo stato infortunato sei mesi. Dopo un mese e mezzo il problema era superato, ma si è deciso di fare una lunga preparazione di oltre tre mesi”. I risultati sono quelli che abbiamo visto. Quindi invertirei i fattori (e sotto certi aspetti vale anche per Nadal): Federer ha compiuto il miracolo nonostante sei mesi di assenza? No, proprio grazie ai sei mesi di assenza di cui oltre la metà passata a prepararsi. Come quei ciclisti che puntano tutto su una corsa. Chiaramente Federer non può fermarsi qui, ma…

02. … ma dovrebbe ricordarsi della lezione che gli ha insegnato il suo fisico. E allora, dopo aver incassato i soldi di Dubai, continuato ad allenarsi agonisticamente a Indian Wells e Miami, dovrebbe continuare su questa falsariga: niente terra battuta (dove oggettivamente le possibilità di vincere Roland Garros sono quasi nulle), un bel richiamo atletico, un torneo sull’erba e poi giocare all-in su Wimbledon. Con la concreta possibilità di fare 19 Slam.

03. Ci ha messo un bel po’, Roger, e gli ingegneri della Wilson a Chicago devono essere ammattiti. Ma poi, quando ha trovato il set up ideale con una racchetta dall’ovale più grande, è cambiato il finale di carriera di Federer. Ora colpisce decisamente meglio di rovescio; se a questo aggiungiamo che la frullata in top spin di dritto di Nadal non è più pesante come ai vecchi tempi, ecco che il maggior problema tecnico-tattico di Roger versus Rafa si è notevolmente ridotto.

04. Un tempo Federer soffriva anche solo un fantoccio di Nadal. Figuriamoci quando si andava in lotta al quinto set. Però son passati tanti anni dai loro scontri epici, e a Melbourne non si sono presentati come il numero uno e il numero due. Possibile che Federer abbia un po’ dimenticato quella sudditanza, ma bravo a non ricordarsene quando era sotto 1-3 al quinto.

05. Nadal è migliorato in certi aspetti, soprattutto nel rovescio, colpo molto sottovalutato ma spesso letale. In certe occasioni, soprattutto nel passante, addirittura più del dritto. Però proprio il dritto fa meno male: ha perso in forza muscolare nelle gambe e lo si nota quando, lasciando sempre molto campo da quella parte, colpiva in corsa di dritto: un tempo era letale, ora sbaglia spesso e volentieri. Questione di forza nelle gambe, che è un po’ sparita.

06. Federer (ma anche tanti altri, Dimitrov su tutti) da qualche tempo ha riscoperto lo slice di servizio da destra. È vero che i tre ace più importanti li ha messi a segno a uscire da sinistra (è da quel lato che si giocano i punti più importanti), ma con Nadal che ha deciso di aspettare il servizio molto lontano dalla riga di fondo (evidentemente non riesce a leggerlo bene e non si fida a stare più vicino come ha fatto con Raonic e, a tratti, con Dimitrov), la soluzione slice da destra è fondamentale. Ecco, forse sulla seconda Nadal poteva avvicinarsi qualche volta di più alla riga, per essere maggiormente aggressivo.
07. Qualche critica è arrivata a Federer per i medical time out presi contro Wawrinka e contro Nadal all’inizio del quinto set per farsi massaggiare una coscia. Vero, la coincidenza è sospetta, così come la sua dichiarazione dopo la partita con Wawrinka (“Non ne ho mai preso uno in carriera, questa volta l’ho voluto fare”) e la risposta stizzita a Jim Courier nell’intervista post-semifinale in campo. Attenzione, la sua richiesta rientra nei regolamenti e non vi è dubbio che ne avesse necessità. O comunque dimostra che era disposto a sfruttare (legalmente) ogni situazione. Proprio questo attaccamento alla vittoria, il rifiuto della sconfitta, ha fatto la differenza.

08. Sento parlare di Nadal strafavorito a Parigi, Federer col trofeo di Wimbledon già in mano. Piano, piano: le sconfitte di Murray e Djokovic sono un passo falso ma credo che entrambi, proprio da quanto è successo, troveranno (o ritroveranno, nel caso di Djokovic) le giuste motivazioni. E nel caso, torneranno favoriti.

09. Veder giocare il back a Federer (e Dimitrov) è pura poesia. Ma uno dei segreti nel successo contro Nadal è stato riuscire a evitare di giocarne troppi, perché contro Rafa diventa letale… al contrario! Questo vuol anche dire che i piedi viaggiavano veloci e la palla di Nadal un filo meno.

10. Si è vista la mano di Ljubicic, giocatore che aveva evidenti limiti tecnici, ma che era un fine pensatore. Per una volta, Federer ha portato avanti un disegno tecnico-tattico preciso dall’inizio alla fine, più pratico e meno fantasioso se vogliamo (e per certi versi meno divertente per noi voyeur), ma ha evitato gli scambi lunghi, ha sempre cercato di spingere col dritto alla prima occasione, niente attacchi avventati, lasciata perdere la Sabr che va bene per gli highlights ma non per vincere una finale Slam. Insomma, magari un Roger meno istrionico nelle soluzioni ma più pratico. E vincente.

11. L’unico neo nella carriera di Federer, è aver creato una setta di tifosi estremisti che non sono in grado di accettare la grandezza di Nadal solo perché… Federer ci ha perso due volte su tre. Se il rapporto fosse stato inverso, pure Nadal sarebbe risultato simpatico. Chi critica Nadal per il suo tipo di gioco, per quanto io ritenga questo concetto sbagliato, è comprensibile; chi lo critica per altri aspetti (o senza nessuna ragione, o ancora sospetta di aiuti illeciti senza alcuna prova), è gente che lascerei volentieri al calcio.

12. Oh, speriamo che non sia l’ultima finale Slam fra i due, anche se qualche timore non può mancare.