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Considerando che fra singolare e doppio di dollari australiani Zverev ne ha raccolti 69.250, gliene hanno sottratti il 65%, per una violazione catalogata alla voce “first round performance”. Nelle modifiche regolamentari si legge che le discriminanti a disposizione del referee del torneo per far scattare la sanzione sono: il fatto che il giocatore non abbia terminato la partita, che non abbia disputato alcun torneo nelle due o tre settimane precedenti o che si sia ritirato dal torneo disputato prima, che fosse in gara con il ranking protetto o che nel corso del match abbia ricevuto un warning per scarso impegno. Il caso di Zverev soddisfa solo il primo criterio, ovvero che non ha terminato l’incontro. Evidentemente, in base agli indizi a disposizione, hanno ritenuto che la sua scelta di scendere in campo sia stata dettata esclusivamente dal desiderio di accaparrarsi l’intero assegno, e non lasciarne metà al lucky loser che avrebbe preso il suo posto. Una scelta fatta invece da Yen-Hsun Lu e Filip Krajinovic, che rinunciando in extremis al torneo ha regalato l’esordio Slam a Matteo Berrettini.
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Per gli standard dell’ITF quella comminata a Zverev è una multa salatissima. Basti pensare che a Fabio Fognini fattacci di New York ne sono costati 120.000: 24.000 di prize money non ritirato e altri 96.000 di sanzione, che però verranno dimezzati (quindi la metà potrebbe essergli restituita) se il ligure non dovesse commettere altre violazioni da qui allo Us Open 2019. Ipotizzando che andrà a finire così, per la sua “major offence” del codice di condotta Fognini pagherà in tutto 72.000 dollari, per un caso che ha fatto il giro del mondo, mettendo in cattiva luce il mondo del tennis e attirando una valanga di critiche contro il numero uno azzurro. Possibile che un ritiro durante un incontro, che indipendentemente dalle ragioni è un fatto molto meno grave, possa far scattare una sanzione di 45.000? Delle due l’una: o la mano è stata troppo clemente con Fognini oppure hanno esagerato con Zverev, al motto di “colpirne uno per educarne cento”. Ciò che è certo è che quello di Zverev è stato l’unico ritiro fra i 128 match di primo turno: un piccolo record che nell’ultimo decennio era successo soltanto tre volta, mentre non è mai capitato che di ritiro non ce ne sia stato nemmeno uno. Significa che la nuova regola ha dato i suoi frutti, e visto a cosa va incontro chi dimostra di non essere in grado di giocare è probabile che di ritiri “tattici” se ne vedano sempre meno. Per fortuna.