Una partita incredibile sulla Rod Laver Arena durata quasi quattro ore, giocata punto a punto nei primi due set prima dell’allungo decisivo. Novak Djokovic conquista la sua undicesima semifinale in Australia, aspetta il vincitore della sfida tra Sinner e Rublev

Novak Djokovic torna nuovamente in semifinale agli Australian Open, sconfitto Taylor Fritz con il punteggio di 7-6(3), 4-6, 6-2, 6-3. Un match incredibilmente equilibrato per i primi due set, con la prestazione di Djokovic che è cresciuta al servizio nel corso della partita e lo statunitense non è stato in grado di tenere il ritmo mostrato in avvio per tutta la durata dell’incontro. Per il numero uno al mondo si tratta della semifinale Slam numero 48, l’undicesima in Australia che lo porta a diventare il secondo giocatore ad aver raggiunto questo traguardo al pari di Jack Crawford e dietro solamente a Federer (15). Qualche rammarico invece per Fritz che dopo aver giocato i primi due set ad altissimo livello non ha retto fisicamente, prima ancora che mentalmente.

Pronti via e il game inaugurale della partita si risolve solamente dopo 24 punti, tre palle break in favore di Djokovic e la tenuta fisica dei due giocatori subito messa alla prova. Nella giornata più calda dall’inizio del torneo, con quasi trenta gradi, la gestione delle energie diventa di fondamentale importanza. Nel successivo turno di battuta di Fritz ci sono altre tre possibilità di break per il serbo – consecutive dallo 0-40 – senza però riuscire a trasformare nessuna di queste. Da osservare come nonostante la prima di Djokovic entri appena il 40% delle volte, l’unico a concedere palle break sia stato il tennista statunitense, in difficoltà quando lo scambio si prolunga e non ottiene il punto con il servizio. Le prime occasioni per Fritz arrivano nel momento più importante del set, sul punteggio di 6-5 15-40 e sono due set point, annullati dal serbo con un vincente di rovescio e una prima di servizio lisciata dall’americano. Il tie-break inizia con uno smash a rete di Fritz che termina ben oltre la linea di fondo e mini-break in apertura per Djokovic, che alza il livello di gioco e chiude per sette punti a tre dopo 84 minuti di gioco.

L’inizio del secondo set si apre in contro tendenza rispetto al precedente e arriva subito il break in favore di Fritz, con il serbo che commette due doppi falli consecutivi. Il vantaggio conquistato dall’americano viene consolidato nel successivo turno di battuta, che salva un totale di sette palle break nei successivi quattro turni al servizio. Se nel primo parziale quando si entrava nello scambio non c’era partita, adesso è Fritz a vincere molti più punti al termine di punti combattuti, giocando al limite e trovando spesso la riga. Andato a servire sul 5-4 per chiudere il set, la testa di serie numero 12 chiude addirittura a zero il game e si porta un set pari dopo due ore e mezza di gioco.

Il terzo set inizia con la statistica impietosa per Djokovic di 0/15 sulle palle break avute nel corso dei primi due set, mai così male in tutta la sua carriera (il precedente record era 0/12 contro Federer nel 2018). La risposta del numero al mondo a questo dato? Due break a favore a inizio e fine parziale nelle uniche due palle break concesse da Fritz. La prestazione al servizio dell’americano è nettamente peggiorata, con zero ace contro i nove del set precedente, che compromettono il set che viene conquistato da “Nole” in appena quaranta minuti di gioco. Il calo di rendimento da parte di Fritz viene confermato anche in avvio di quarto set, fa più fatica a muoversi e non riesce più a rispondere con continuità al serbo. La partita si decide tra il sesto e l’ottavo gioco con una serie di break e contro break che portano Djokovic a servire il match, chiude al primo match point utile con un dritto vincente a uscire.