di Gabriele RivaDal viaggio nell’altro emisfero Tathiana
Garbin ha ottenuto una semifinale, persa ma quasi nemmeno giocata per
problemi di salute, contro Martina Hingis a Gold Coast e un terzo turno,
miglior risultato per l’Italia insieme a quello di Maria Elena Camerin,
agli Australian Open
di Gabriele Riva
Dal viaggio nell’altro emisfero Tathiana
Garbin ha ottenuto una semifinale, persa ma quasi nemmeno giocata per
problemi di salute, contro Martina Hingis a Gold Coast e un terzo turno,
miglior risultato per l’Italia insieme a quello di Maria Elena Camerin,
agli Australian Open. Non solo. Quando si tratterà di
riformulare
i ranking il computer piazzerà la mestrina nelle prime 30, il che
significa
best ranking. C’è quindi molto per cui esultare in casa Garbin e
poco,
molto poco, su cui recriminare. L’Iceberg Sharapova su
cui s’è
imbattuta l’azzurra non le ha lasciato molto da fare né da
tentare. Partita
con la marcia giusta, avanti due a zero, Tathiana ha tenuto per i primi
sei game, ma quando ha incassato il controbreak dello svantaggio, Masha
ha preso il largo. 6-3 6-1 il risultato finale, nemmeno il caldo sviluppatosi
sotto il tetto della Rod Laver Arena, coperta per la pioggia
caduta
su Melbourne, ha saputo far sciogliere i colpi solidi e profondissimi della
russa. E dire che Miss Sharapova non stesse proprio giocando il suo miglior
tennis, ma trovare la forma a metà torneo è un buon segnale: da
che Slam
è Slam, buona regola è quella di entrare “in palla”
con l’avvento della
seconda settimana.
Restando sul tabellone femminile, continuano
nel loro dominio tipico di tabelloni ancora acerbi Kim
Clijsters,
che questa volta ha lasciato “addirittura” sei giochi a Katarina
Bondarenko,
e Martina Hingis che ha strapazzato la giapponesina Nakamura. Come
da pronostici facile facile il successo di Vera Zvonareva su Ana
Ivanovic. La serba non ha racimolato altro che tre game. Rimandati a domani,
causa rain delay, i match di Ana Chakvetadze contro la Kostanic e quello
di Dinara Safina contro Na Li.
Anche
il day 6 maschile ha visto il proprio programma amputato di ben quattro
match. E, alcuni, dai risvolti interessanti. Mancano all’appello infatti
Hewitt-Gonzalez, Berdych-Tursunov, Murray-Chela e il derby tedesco Mayer-Haas.
Chi ha giocato invece è stato David Nalbandian, sotto due set a
zero contro Grosjean e vittorioso al quinto grazie solo, come ha ammesso
lui stesso nel post partita, a un miracolo. “Proprio così, la
partita
era già persa” ha detto El Gordito. A dir la verità a
complicare le cose
a Sebastien è stato anche un problema alla gamba oltre
all’intervento
divino millantato dalla “Nalba”. A senso unico, e tutti secondo
pronostico,
gli altri tre incontri giocati. Nadal ha asfaltato Wawrinka (forse
da questo match e dallo svizzero era lecito attendersi qualcosa di più
ma Rafa è stato molto aggressivo fin dai primi scambi e ha preso subito
in mano il pallino del gioco) Blake ha controllato il derby contro
Robby Ginepri (7-6 7-5 6-2) e Nikolay Davydemko, che, ormai è
ufficiale,
di risentimenti al piede non ne prova, ha mandato a casa Nonno Santoro.
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