AUSTRALIAN OPEN – La sorprendente sconfitta di Lucas Pouille, alle prese con un problema all’alluce di un piede, porta alla ribalta un potenziale personaggio, al primo Slam in carriera: Alexander Bublik, 19 anni, russo di nascita e kazako di passaporto (da un mesetto). Spavaldo in campo, introverso fuori, ma con le idee chiarissime: “a leader, not a follower”.Dici Sascha e la mente degli appassionati di tennis corre subito verso Zverev junior, che di junior rispetto al fratello Mischa ha solo l’età, visto che i risultati sono già ben altri e a detta di tutti i colleghi è di gran lunga il più forte fra i giovani della Next Gen. Lo ripeti senza la C, “Sasha”, ed ecco che prende forma e volto una potenziale nuova stellina del Tour ATP, il diciannovenne russo (ops, kazako) Alexander Bublik, numero 207 ATP, diventato la prima sorpresa al maschile dell’Australian Open 2017, grazie al successo in quattro set su Lucas Pouille. Degli Slam non aveva mai giocato nemmeno le qualificazioni, poi un 2016 da 755 posizioni scalate nella classifica mondiale gli ha mostrato la porta e un biglietto aereo per Melbourne. I russi si stavano già fregando le mani, ma lo scorso 21 novembre si sono trovati tra le mani una brutta notizia, confezionata in un tweet. “Felice di annunciare che per i prossimi anni della mia carriera rappresenterò il Kazakhstan”. Una emoticon della nuova bandiera, una faccina sorridente, e tanti saluti alla Russia: ai soldi – e alle promesse – del presidente federale Bulat Utemuratov, riccone dal patrimonio over 2.5 (di miliardi di dollari) e tanta voglia di spendere, non si rinuncia. In Russia piangono, ad Astana ridono, perché mentre Kukushkin, Golubev e compagnia non sono più giovanissimi, il loro nuovo “teen” ha ancora davanti tutta una carriera. Anzi, una gran carriera, a giudicare da come sta bruciando le tappe sul cemento blu di Melbourne Park. Si è presentato in Australia con mamma e papà-coach Stanislav, ha superato le “quali” vincendo tre match in rimonta, e alla prima da main draw ha steso il numero 16 del mondo, 6-0 3-6 6-3 6-4. Con un pizzico di fortuna perché Pouille si porta dietro da Brisbane un forte dolore all’alluce di un piede e ha detto ai giornalisti francesi di “aver giocato al 30-40%, impossibile fare di più”, ma anche tanta bravura, altrimenti il primo set in carriera in uno Slam non lo vinci 6-0, col numero 16 del mondo, che entrerà presto nella top-10 e fra Wimbledon e Us Open aveva raccolto due quarti di finale, spedendo a casa Del Potro di qua e Nadal di là.  UN NUOVO PERSONAGGIO PER IL TOUR?
Il problema di Pouille, che a Melbourne proprio non ne azzecca una (quattro partecipazioni, quattro primi turni), ha tolto subito dal tabellone uno dei possibili protagonisti – “una disdetta: mi sono allenato bene un mese e guardate come è andata…” – ma ha lanciato il ragazzone di Gatchina, città a una cinquantina di chilometri da San Pietroburgo, cresciuto fra San Francisco, Halle e nei pressi di Monte Carlo, dove vive oggi con la famiglia. Si era già fatto vedere sul finire dello scorso anno a Mosca, sfiorando la semifinale dopo aver battuto Bautista-Agut, ma lo spagnolo arrivava dalla sbornia di Shanghai, con vittoria su Djokovic e finale in un Masters 1000. Anche stavolta non tutti i meriti sono suoi, e Pouille da buon francese non ha perso tempo a farlo notare, però la stoffa che copre i suoi 194 centimetri è di quelle pregiate. Non a caso, Corrado Tchabushnig non ha perso tempo a metterlo sotto contratto per la sua agenzia Top Seed e potrebbe aver fatto una grande mossa, perché gioca alla grande, ma anche perché sembra un personaggio molto interessante, di quelli che alle aziende fanno gola. Venerdì, durante uno stop per pioggia, nei corridoi della Rod Laver Arena ha incontrato Elliot Loney, famoso in Australia per le sue magnifiche imitazioni di Rafael Nadal, e ha pubblicato su Twitter una simpaticissima video-intervista di una trentina di secondi, che in poche ore ha fatto il giro del mondo. Eppure, dicono che fuori dal campo sia molto introverso, poco incline a stringere amicizie, al motto di “siamo tutti avversari, impossibile essere amici”. Racconta di non guardare nemmeno il tennis in tv, ma in fondo conta solo cosa succede dentro il campo, ed è lì che “Sasha” cambia faccia: estroso, spavaldo, imprevedibile. Gran prima di servizio, gran braccio, e tantissima sicurezza nel proprio tennis. Gli servirà mercoledì, per provare a vincere un match non impossibile contro Malek Jaziri, ma anche per coronare quel sogno top-10 che col tempo si è trasformato in un obiettivo. E pure a breve termine, a sentir lui o a leggere il suo avambraccio destro, che già dai tempi dei tornei juniores parla con una frase di Eminen, il re della musica rap: “always be a leader, not a follower”. Nel suo Slam preferito lo sta facendo benissimo.

LA SCHEDA ATP DI ALEXANDER BUBLIK
VIDEO: BUBLIK SPETTACOLO AD ASTANA