Secondo alcuni rumori che arrivano da New York, a seguito del rinnovo del consiglio dei giocatori dell'ATP, la prossima edizione dell'Australian Open potrebbe essere a rischio boicottaggio. Il motivo è sempre lo stesso: i giocatori vogliono una percentuale maggiore degli introiti incassati dagli Slam, oggi inferiore al 20%. L'Australian Open, per quanto sia cresciuto moltissimo, è lo Slam più "attaccabile" anche per la lontananza geografica e la collocazione in calendario. Qualcuno sussurra che i petrodollari degli sceicchi potrebbero minare le tradizioni e modificare il calendario, con alcuni tornei in medio-oriente che culminerebbero con un grande evento (probabilmente a Dubai), dove i premi sarebbero ancora maggiori rispetto agli altri Slam. La vicenda sarà approfondita durante lo Us Open, dove ci sarà una riunione del consiglio ATP che si preannuncia infuocata. A 40 anni dal primo grande boicoattaggio (Wimbledon 1973, quando tutti i tennisti si schierarono con Nikki Pilic, "colpevole" di non aver giocato in Davis), anche il tennis potrebbe avere il suo "lockout".. Il motivo è sempre lo stesso: i giocatori vogliono una percentuale maggiore degli introiti incassati dagli Slam, oggi inferiore al 20%. L'Australian Open, per quanto sia cresciuto moltissimo, è lo Slam più "attaccabile" anche per la lontananza geografica e la collocazione in calendario. Qualcuno sussurra che i petrodollari degli sceicchi potrebbero minare le tradizioni e modificare il calendario, con alcuni tornei in medio-oriente che culminerebbero con un grande evento (probabilmente a Dubai), dove i premi sarebbero ancora maggiori rispetto agli altri Slam. La vicenda sarà approfondita durante lo Us Open, dove ci sarà una riunione del consiglio ATP che si preannuncia infuocata. A 40 anni dal primo grande boicoattaggio (Wimbledon 1973, quando tutti i tennisti si schierarono con Nikki Pilic, "colpevole" di non aver giocato in Davis), anche il tennis potrebbe avere il suo "lockout".