Gli incendi che hanno messo in ginocchio un intero continente hanno costretto gli organizzatori a stipulare un’assicurazione ingente ma quantomai necessaria
Gli Australian Open, tra mille difficoltà e numerose polemiche, sono iniziati: con il Day 1, poi interrotto da una copiosa pioggia che ha fatto slittare il programma, è ufficialmente partito il main draw del primo Slam dell’anno. Una notizia assolutamente non scontata, viste le condizioni critiche nelle quali tuttora imperversa l’Australia, flagellata da giorni di incendi con conseguenti difficoltà di svolgimento delle normali attività quotidiane.
Solo qualche giorno fa, su tutte le testate nazionali ed internazionali, in prima pagina figurava la povera Dalila Jakupovic costretta al ritiro a causa di un inizio di soffocamento causato dalla qualità irrespirabile dell’aria: in quei giorni, nel pieno dello svolgimento del tabellone di qualificazioni, le autorità australiane avevano consigliato ai cittadini di rimanere in casa per evitare possibili crisi respiratorie. Sono susseguite inevitabili polemiche tra addetti ai lavori e non, tutti unanimi nel ritenere sconsiderata l’idea di far competere gli atleti in quelle condizioni: numerose sono state le proteste di giocatori e giocatrici che chiedevano a gran voce il rinvio della manifestazione, una possibilità che avrebbe avuto un impatto emotivo (ed economico) non indifferente.
Un rischio finora scongiurato da un sensibile miglioramento climatico grazie alle piogge, ma che era stato preventivato dall’organo direttivo: come rivelato da Il Sole 24ore, gli organizzatori del torneo hanno stipulato con la società Lloyds e Hiscox una polizza che farebbe entrare nelle casse di Tennis Australia un assegno da circa 60 milioni di euro in caso di annullamento della competizione, a fronte di un compenso annuo di circa 2 milioni di euro da versare nelle casse della società assicurativa. Vista la criticità della situazione, la direzione della manifestazione, che quest’anno toccherà il suo picco storico per quanto riguarda incassi e remunerazione del montepremi, ha inoltre attuato una politica di “self-insurance” che prevede un fondo di riserva dal valore di 50 milioni di euro.
Il direttore generale di Tennis Australia, Tom Larner, ha dichiarato che la Federazione si riserverà di trattare la problematica come usuale nelle condizioni di caldo estremo o di pioggia: “Fermeremo le gare se i medici valuteranno che le condizioni sono pericolose per la salute”
In attesa di ulteriori sviluppi, gli amanti del tennis possono godersi un’edizione che in un modo o nell’altro difficilmente verrà dimenticata.