di Gabriele RivaSerena Williams fa sul serio. Per battere Shahar Peer ha messo da parte le lineette di febbre che l’affliggevano, e ha dato fondo a tutte le proprie energie, anche perché una vittoria 8-6 al terzo set non è niente male per una che era arrivata in Australia dietro i risolini di stampa e media per qualche chiletto di troppo, peraltro evidente. L’israeliana dal canto suo ha giocato un match in linea con gli altri di questa 10 giorni tra i ca
di Gabriele Riva

Serena Williams fa sul serio. Per battere Shahar Peer ha messo da parte le lineette di febbre che l’affliggevano, e ha dato fondo a tutte le proprie energie, anche perché una vittoria 8-6 al terzo set non è niente male per una che era arrivata in Australia dietro i risolini di stampa e media per qualche chiletto di troppo, peraltro evidente. L’israeliana dal canto suo ha giocato un match in linea con gli altri di questa 10 giorni tra i canguri, solida e precisa. Lo è stata per tutto il primo set, che ha vinto, e per buona parte del secondo, ma qui s’è complicata le cose complice anche l’ottimo stato di grazia di Serena al servizio (solo cinque punti concessi in tutto il parziale quando era lei alla battuta). La più giovane delle sorelle Williams ha tirato su la testa, ha portato l’avversaria al terzo e qui non ha mollato un colpo.

Ad attendere la due volte campionessa a Melbourne in semifinale c’è Nicole Vaidisova
(nella foto). Nessun problema per la bella e giovane ceca a sbarazzarsi di Lucie Safarova e a ottenere la sua seconda semifinale in uno Slam, dopo quella dello scorso Roland Garros (quando perse da Vera Kuznetsova). Se è vero che la Safarova è stata sorprendente per tutto il torneo, avendo fatto fuori tra le altre la campionessa uscente Amelie Mauresmo, altrettanto sorprendente è stata la facilità con cui ha lasciato via libera alla bella Nicole. “Ho servito bene, ho risposto bene, non mi sono fatta imbrigliare nel suo gioco mancino e pericoloso, meglio così, sono contentissima”, ha detto la fresca semifinalista degli Oz Open, che ora incrocerà Serenona.

Il primo quarto di finale maschile invece è stata una formalità. Andy Roddick, in un match tutto a stelle a strisce, non ha fatto molta fatica per superare l’ostacolo Mardy Fish. A-Rod, numero 6 del seeding australiano, è dunque il primo semifinalista di uno Slam 2007, e ci ha messo solo un’ora e 27 primi per diventarlo. Tre set in fotocopia, e non solo per il risultato (sempre 6-2), Roddick ha risposto bene e servito meglio. Felice dunque… mica tanto, visto che ora, salvo cataclismi, c’è Ruggero… Non ha faticato più del dovuto Re Federer a liberarsi di Tommy Robredo, che pure sta giocando in maniera sublime. Nel primo set un susseguirsi di break e controbreak ha portato a quello decisivo che ha spezzato i giochi, poi nel secondo e nel terzo, ha amministrato forze e punteggio vincendo "ai sette". Qualcuno è sorpreso?