Terzo titolo della 2016 per il ventunenne australiano, sempre più lanciato verso i primi 10 della classifica mondiale. A Tokyo recupera un set a David Goffin, ribalta l’equilibrio e conquista il suo primo ATP 500. Non è ancora costante a sufficienza, ma i suoi picchi di rendimento sono merce rara.

Era solo questione di tempo. Nick Kyrgios non è un mostro di costanza, forse non lo sarà mai, ed è per quello che i top ten li guarda ancora dal basso verso l’altro. Ma quando i pezzi del suo puzzle sono tutti al posto giusto, il risultato è che vince e convince. L’ha mostrato a febbraio a Marsiglia, l’ha confermato d’estate ad Atlanta e l’ha ribadito oggi sul cemento del Rakuten Open di Tokyo, incassando il suo primo titolo in carriera in un ATP 500 e diventando uno dei soli cinque capaci quest’anno di vincere tre o più titoli. Gli altri? Djokovic, Murray, Wawrinka e Thiem. Manco a dirlo, sono tutti top ten: livello che questo Kyrgios ha mostrato di meritare eccome, e pure al più presto. Il 4-6 6-3 7-5 rifilato in finale a David Goffin è stato il mezzo per gridarlo ai quattro venti, e chiudere una settimana trionfale, nella quale testa e braccio sono andati d’accordo molto più spesso del solito, aggiungendo a quell’imprevedibilità che ha fatto il fenomeno quel pizzico di ragione utile per trasformarlo in campione. Ne ha utilizzata parecchia per tenere in piedi il match contro il minuto belga: una battaglia Davide contro Golia, potenza e follia contro geometrie e tattica, inizialmente favorevole a Goffin. Ma Kyrgios è andato sempre in crescendo, trovando nella lotta e nelle difficoltà la forza per esaltarsi, e nel servizio un fedele alleato da 23 ace, oltre la metà dei suoi 40 vincenti complessivi. “È stato un incontro difficile ma di alta qualità – ha raccontato col trofeo in braccio –, con tanti scambi lunghi. Mi ci è voluto un po’ per entrare nel match e con un pizzico di fortuna sono riuscito a vincere. David riesce a far sembrare il campo piccolissimo. Credo che il modo in cui ho risposto mi abbia aiutato a crearmi delle opportunità, e il servizio mi ha dato una mano a tirarmi fuori dai guai”.



UNA TRIPLETTA DA BEST RANKING
Perso il primo set, Kyrgios ha dovuto salvare cinque palle-break pericolosissime sull’1-1 del secondo, di cui tre di fila, ma poi il suo tennis è andato in costante crescendo. Ha pareggiato i conti, e nel terzo è stato più volte a un passo dal break decisivo. Addirittura, Goffin ha salvato palle-break in tre giochi consecutivi, fino a salire sul 5-4, quando incredibilmente ha rischiato di andare a vincere l’incontro. Si è portato 0-30 in riposta, a un soffio dai tre match-point consecutivi, ma un nastro beffardo ha detto “no” a un suo rovescio ed eletto Kyrgios come il suo preferito. Sul 5-5 il break decisivo, qualche punto più in là il successo, timbrato con un ace. “Se quel rovescio fosse passato – ha detto Goffin – probabilmente sarei salito 0-40, ma per il modo in cui stava giocando non è detto che non sarebbe comunque riuscito a rientrare. Non è facile strappargli il servizio, perché serve sempre a 215 km/h sulle righe. Ho provato a fare ciò che potevo, a fare del mio meglio, e ha funzionato fino al 5-4”. Forse era scritto da qualche parte che questo sarebbe stato il giorno di Kyrgios, la settimana di Kyrgios, che saluta il Giappone con 500 punti raccolti in un colpo solo e il nuovo best ranking, alla posizione numero 14 della classifica ATP. Ma anche, si spera, con un pizzico di amore in più per quel tennis che lo sta facendo sempre più grande, settimana dopo settimana. Il punto di arrivo non è ancora ben chiaro, ma sarà sicuramente roba per pochi.

ATP 500 TOKIO – Finale
Nick Kyrgios (AUS) b. David Goffin (BEL) 4-6 6-3 7-5