A Shanghai Roger Federer si aggiudica la Masters Cup impartendo una lezione di tennis a tutti i suoi avversari, compreso, in finale, il povero James Blake che ha incassato un sonorissimo 6-0 6-3 6-4
A Shanghai Roger Federer si aggiudica la Masters Cup impartendo una lezione di tennis a tutti i suoi avversari, compreso, in finale, il povero James Blake che ha incassato un sonorissimo 6-0 6-3 6-4. Nulla di compicato dunque per Re Roger che chiude un altro anno da dominatore assoluto del circuito Atp visto che proprio al Masters ha superato in semifinale anche la sua "bestia nera" Rafa Nadal.

“Unbelievable”, incredibile. James Blake non ha saputo dire altro a Roger Federer, quando, dopo un’ora e trentasette minuti di partita e un pesante 0-6 3-6 4-6 sulle spalle, si è trovato faccia a faccia con il numero uno, per la stretta di mano finale. In effetti, il Re del circuito, vincitore per la terza volta del Masters di fine anno dopo i successi a Houston nel 2003 (su Andre Agassi) e nel 2004 (su Lleyton Hewitt), è decisamente “incredibile”. Lo è il suo tennis, il suo smisurato talento e il suo potenziale.
A cominciare dalla finale di domenica contro l’americano James Blake, dominata dal primo all’ultimo 15. King Roger ha vinto ben cento dei centosessantasette punti totali, ha messo a segno undici ace e quarantuno punti vincenti a fronte dei soli ventisei errori gratuiti, portando a sei il numero di vittorie in altrettanti incontri con l’americano. Dal canto suo, Blake esce a testa alta da un Masters acciuffato per un soffio (è stato l’ultimo a qualificarsi per Shanghai), avendo raggiunto all’esordio la finale, e sconfiggendo, nell’ordine, Rafa Nadal e Nikolay Davydenko nella fase a gironi, David Nalbandian nel suo incontro di semifinale. Soprattutto, per James la vittoria contro l’argentino campione uscente ha significato un bel balzo in avanti in classifica, dalla settima alla quarta posizione.

Ma torniamo a parlare dei numeri, pazzeschi, dell’indiscusso numero uno mondiale. Con il titolo conquistato a Shanghai, il basilese porta a 12 il numero dei tornei in bacheca nel 2006, di cui tre fanno parte del Grande Slam (Australian Open, Wimbledon, Us Open) e quattro del circuito Master Series (Indian Wells, Miami, Toronto, Madrid). Nell’anno in corso ha migliorato il suo record, portando a 92 il numero delle vittorie, mentre le sconfitte si contano su una sola mano (cinque).
Occupa la prima posizione del ranking ininterrottamente dal febbraio 2004, dietro solo a Jimmy Connors e Ivan Lendl quanto al numero di settimane consecutive in vetta alla classifica.
Roger è inoltre il primo giocatore della storia a infrangere la barriera degli 8 milioni di dollari vinti solo in prize money, grazie ai 1,520,000 dollari guadagnati con la vittoria della Masters Cup.

Cifre emblematiche, che sottolineano il dominio indiscusso del Re del circuito da tre anni a questa parte. Tolto Rafael Nadal sulla terra rossa, nessuno sembra essere in grado di arrestarne la trionfale cavalcata verso la Storia. E’ proprio con le leggende di questo sport, i vari Lendl, Sampras, Borg, Connors, McEnrore, che lo svizzero lotta (ben inteso, “a distanza”) ogni volta che scende in campo. Con loro, e con sé stesso, con i record che conquista ogni anno e che si propone di migliorare la stagione seguente.

King Roger ha ancora un solo grande obiettivo, lo stesso che si era posto nell’anno appena terminato: la conquista del Grande Slam. Per riuscire nell’impresa, Federer dovrà superare l’ostacolo per lui più impegnativo, dovrà vincere sul “rosso” di Parigi. Ma sarà costretto a scalzare dal trono Rafa Nadal, quasi invincibile sui campi in terra battuta e già castigatore dello svizzero quest’anno in tutte e tre le occasioni in cui si sono affrontati sul “rosso” (Montecarlo, Roma e, soprattutto, proprio al Roland Garros).
Ma, quando è stato costretto ad abbandonare i campi lenti, neanche il ventenne maiorchino è parso in grado di opporsi al tennis completo ed efficace dello svizzero, e la semifinale persa proprio a Shanghai lo dimostra.
Lo spagnolo non deve mollare la preda, altrimenti “Federer Express” continuerà incontrastato nella corsa verso la Hall of Fame del tennis. E, soprattutto, sarà necessario che le nuove leve compiano il salto definitivo per poter giocare alla pari con i migliori: Djokovic, Berdych, Murray e Gasquet sono i nomi dei possibili protagonisti del futuro, ma visto chi c’è ad attenderli, il loro non sarà certo un compito facile. “Unbelievable”: potrebbero essere costretti a dirlo anche loro…

di Michela Borsa