Il maxi-progetto per la Coppa Davis presentato dall’ITF non ha frenato le intenzioni dell’ATP di rilanciare la World Team Cup. I due eventi diventerebbero molto simili e anche vicini in calendario, ma Kermode fa spallucce, forte di un vantaggio temporale. Visto che l’ITF dovrà aspettare il meeting di agosto, le mosse dell’ATP possono avere un ruolo determinante anche sul futuro della Davis.L’ITF ha fatto un passo importante per la riorganizzazione della Coppa Davis, ma l’ATP non ha alcuna voglia di tirarsi indietro, e così il tennis potrebbe addirittura trovarsi con due Coppe del Mondo nello stesso anno. Il progetto circola nei corridoi da un po’: in sintesi, l’ATP vorrebbe ricreare la famosa World Team Cup sparita qualche anno fa, ma con l’intenzione di dargli un tono ben diverso. La allargherebbero a ben 24 squadre (con fino a cinque giocatori ciascuna) e a una decina di giorni di durata, mettendo in palio oltre 1.000 punti per i giocatori che riusciranno a vincere tutti gli incontri. Il problema è che, viste le modifiche che puntano a rendere la Davis un Campionato del mondo a tutti gli effetti, si rischierebbe di avere due eventi molto simili nella stessa stagione, e addirittura consecutivi. È vero che ci sarebbe l’off-season di mezzo, visto che la Davis chiuderà la stagione e il nuovo evento aprirà quella successiva, ma non è comunque una soluzione credibile. Secondo Jamie Murray, membro del Consiglio Giocatori dell’ATP, nel calendario non c’è spazio per entrambi gli eventi, eppure sia ITF sia ATP vanno per la propria strada. Il progetto dell’ATP era nato proprio insieme a Kosmos, ma le due parti non hanno trovato un accordo soddisfacente (si dice per l’intenzione della compagnia di portare l’evento in Asia, o in Giappone o a Singapore), così Gerard Piqué e compagni si sono rivolti all’ITF, trovando terreno fertile per la potenziale rivoluzione della Davis. Tuttavia, il mancato accordo con gli investitori non ha frenato l’associazione giocatori. “Ricreare la World Team Cup resta un nostro obiettivo – ha detto il CEO ATP Chris Kermode –, sul quale stiamo lavorando da più di 18 mesi. Ci mancano solo alcuni dettagli. Abbiamo un’opzione importante in partnership con Tennis Australia, in una settimana dell’attuale calendario, utilizzando una location che nel tennis funziona già. Si tratta di un’opzione che causerebbe un cambiamento davvero minimo nel calendario, considerato che buona parte dei giocatori del circuito inizia già la stagione da quelle parti. Continueremo a lavorare per mettere in piedi l’evento”.
ATP AGO DELLA BILANCIA SULLA NUOVA DAVIS?
​Kermode allude alla città Sydney, che dovrebbe diventare la sede principale di un maxi-evento in scena anche a Brisbane, Perth e Adelaide, a patto che nel Nuovo Galles del Sud vengano migliorati gli impianti costruiti per i Giochi Olimpici del 2000, e da allora sostanzialmente mai rinfrescati. La possibilità di avere l’evento in Australia piace ai giocatori per la collocazione temporale e per quella geografica, entrambe migliori rispetto a quelle proposte dalla nuova Davis, a fine anno e probabilmente in Asia. “Capisco il motivo che ha spinto l’ITF a tentare questa via – ha spiegato Jamie Murray alla BBC –, perché sono praticamente stati forzati a farlo dai giocatori, che chiedono da parecchio tempo una modifica al format. Mi rendo conto che la competizione ha perso la partecipazione dei migliori giocatori del mondo, ma non sono sicuro che collocandola a fine stagione i top player giochino più volentieri. Non vedo come dopo una stagione molto lunga possano impegnarsi per un altro torneo”. L’annuncio dell’ufficialità (e della sede) dell’evento è atteso per questo mese, ma l’ATP può ancora fare le cose con comodo per presentare un evento già curato nei minimi dettagli, visto che il progetto dell’ITF sarà fermo almeno fino all’Annual General Meeting di Agosto a Orlando, dove le Federazioni daranno la loro opinione sulla riforma. L’ATP, dunque, ha quattro mesi abbondanti per battere sul tempo la concorrenza dell’ITF, presentare una Coppa del Mondo credibile e convincere le Federazioni che può bastare quella, senza la necessità di buttare nel cestino la storia centenaria della Davis sulla base delle ingenti risorse per lo sviluppo dello sport promesse da Kosmos. L’ITF ha fatto sapere di non avere intenzione di fare la guerra all’ATP, ma non sarebbe la prima volta che i due organi si fanno qualche dispetto. Volontariamente o meno, l’ATP potrebbe averne in serbo uno bello grosso. Ma che per le tradizioni del tennis diventerebbe manna dal cielo.