Nel girone “Tokyo 1970” il serbo, la cui ultima vittoria risale al 2015, affronterà Zverev (campione nel 2018), Medvedev e l’argentino, alla prima apparizione londinese
Le Nitto ATP Finals si preparano per la loro ultima apparizione a Londra. Con in gioco gli otto tennisti più forti del 2018 non si può parlare di sorteggio più o meno agevole, ma il gruppo denominato “Tokyo 1970” ha tutte le carte in regola per essere definito il girone di ferro. A guidare il quartetto c’è il leader del ranking Novak Djokovic, cinque volte campione nell’ultimo torneo dell’anno, ma a secco da ormai cinque anni (l’ultima vittoria risale al 2015). C’è poi Alexander Zverev, che qui trionfò due anni fa. Completano il gruppo Daniil Medvedev, uno che su questa superficie può rendersi pericolosissimo, e Diego Sebastian Schwartzman, che prenderà parte per la prima volta alle Finals.
Djokovic viene da un anno particolare, anche se è difficile trovare qualcuno che definisca “normale” il suo 2020. Prima del lockdown, Nole ha portato a casa ATP Cup, Australian Open e ATP di Dubai, per poi vincere gli Internazionali d’Italia e raggiungere la finale al Roland Garros negli ultimi mesi. Tra il caos Adria Tour e l’ingenuità che gli è costata la squalifica agli US Open, però, le polemiche che hanno circondato il campione serbo non sono mancate. Per mettersi definitivamente alle spalle queste complicazioni, Djokovic va a caccia del sesto titolo alle finals, per interrompere il lungo digiuno in questo torneo. Le motivazioni, stando a quanto affermato dal leader della classifica, non mancano, soprattutto quel ko a sorpresa contro Lorenzo Sonego a Vienna.
Djokovic però non è l’unico del girone ad aver già vinto da queste parti. Sascha Zverev, attuale numero 7 ATP, ha alzato il trofeo delle Finals due anni fa, battendo proprio il serbo in finale. Anche gli ultimi mesi del tedesco sono stati piuttosto controversi. Se in campo i successi sono stati più delle delusioni, tra le finali perse a New York e Bercy e i due titoli di Colonia, il ciclone mediatico che ha colpito Zverev dopo le accuse di violenza dell’ex fidanzata Olya Sharypova non sono passate inosservate. Sascha, oltre a una smentita via social, non ha voluto approfondire pubblicamente la questione, lasciando aperto un caso che farà discutere nei prossimi mesi, visto che le parole di Sharypova hanno un certo peso. In campo però il discorso è diverso, e Zverev sul veloce indoor fin qui si ha offerto un livello altissimo. La sfida per il primo posto del girone appare apertissima.
Daniil Medvedev è un altro che su questa superficie spaventa e non poco. I risultati raccolti dopo la fine della stagione di terra sono stati un crescendo per il russo, che una settimana fa ha vinto il Masters 1000 di Parigi Bercy superando proprio Zverev nella finale. A settembre il classe 1995 aveva iniziato alla grande anche gli US Open, mostrando la migliore versione del suo tennis, salvo poi subire una cocente sconfitta in semifinale da Thiem, che sarebbe poi diventato campione. Poco conta, perché se presi complessivamente, i mesi di avvicinamento di Medvedev alle finals sono più che positivi, e le possibilità di vederlo arrivare fino in fondo ci sono eccome.
Chiude il girone uno dei due esordienti di quest’anno (l’altro è Rublev): Diego Sebastian Schwartzman è stato anche l’ultimo giocatore a strappare il pass per le Finals, battendo la concorrenza, tra gli altri, di Matteo Berrettini, anche se gli infortuni del romano hanno fatto la loro parte. Detto questo, l’argentino è comunque con pieno merito a Londra, dopo una grande stagione, in cui ha confermato la sua attinenza alla terra, mettendo alle strette colossi come Djokovic e Nadal a Roma e Parigi, ma mostrando di poter competere anche sul veloce (a Colonia ha raggiunto la finale). Sicuramente tra i quattro del girone Tokyo non è il favorito, ma anche lui può dire la sua.